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BLS – L’ABC della sopravvivenza

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Tra i banchi di scuola per insegnare le regole corrette del primo soccorso

Salvare la vita di una persona e diminuire la percentuale di decessi evitabili: sono questi gli obiettivi del corso BLS (Basic Life Supported) coordinato dal dottor Maurizio Galbussera, responsabile del DEA (Dipartimento di Emergenza a Accettazione) di Humanitas Gavazzeni, in collaborazione con l’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Galli”, il Liceo Scientifico “L. Mascheroni” e l’Istituto “G. Natta” di Bergamo.

Come nasce l’idea di insegnare le procedure di BLS in una scuola superiore? 
Innanzitutto il BLS è una procedura importante per tutti: se la si effettua correttamente si può davvero salvare la vita di qualcuno. Infatti l’obiettivo principale del BLS è prevenire i danni cerebrali in un individuo quando risultano compromesse una o più funzioni vitali, come la respirazione, il battito cardiaco o lo stato di coscienza, secondo le linee guida dell’ I.R.C. (Italian Resuscitation Council). L’idea di insegnare questa procedura nelle scuole superiori nasce dalla necessità di sensibilizzare le giovani generazioni sul tema della sicurezza e del soccorso: la loro età consente di apprendere la tecnica con facilità. Può capitare a tutti nella vita quotidiana di assistere a svenimenti, malori, incidenti e di essere impotenti. Attraverso queste dimostrazioni pratiche gli studenti si troveranno in possesso delle competenze necessarie per agire, nel caso di necessità, mediante l’attivazione precoce del sistema di emergenza e con il supporto della respirazione e della circolazione. E’ stato calcolato che la percentuale di morti evitabili grazie ad un intervento veloce ed immediato è circa dell’85 %.

Come è stata organizzata questa lezione un po’ speciale? 
Il corso di primo soccorso si è sviluppato prima sul piano teorico, poi su quello pratico, coprendo l’arco dell’intera mattinata. Nelle prime ore abbiamo spiegato ai ragazzi l’importanza del BLS, calando alcune possibili situazioni che necessiterebbero di soccorso nella vita quotidiana dei ragazzi. In seguito sono state illustrate le varie fasi del primo soccorso con le relative tecniche: la ventilazione (detta più comunemente “respirazione bocca a bocca”), la corretta esecuzione del massaggio cardiaco in assenza di battito, la manovra di Heimlich (ovvero la procedura necessaria in caso di ostruzione delle vie aeree a causa della presenza di un corpo estraneo nel cavo orale o faringeo). Successivamente gli studenti hanno simulato un’azione di primo soccorso su appositi manichini, con il supporto di alcuni collaboratori del DEA di Humanitas Gavazzeni.

Com’è stata accolta dai ragazzi questa lezione di primo soccorso? 
Durante l’esercitazione pratica gli studenti erano interessati e coinvolti, ponevano domande e si confrontavano: l’attività era vissuta dai ragazzi più come gioco che come una “lezione”scolastica vera e propria. Questo è un vantaggio, perché un contesto così diverso e nuovo può facilitare l’apprendimento. L’importante è che i ragazzi acquisiscano la consapevolezza di quello che è stato loro trasmesso e della sua importante finalità. Dai test di valutazione qualitativa che i ragazzi hanno compilato alla fine del corso sono emersi giudizi molto positivi.

Pensate di ripetere l’esperienza del BLS in altre scuole? 
Sicuramente. La scuola è un veicolo privilegiato per sensibilizzare i ragazzi e per insegnare loro ad affrontare situazioni di emergenza con poche ma vitali azioni. Essere in grado di gestire una situazione critica come il primo soccorso è fondamentale: per questo auspichiamo che in tutte le scuole sia offerta la possibilità di partecipare a corsi di BLS.