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Un aiuto per i bimbi del Mozambico

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Un aiuto e una speranza ai bimbi del Mozambico affetti da patologie cardiache. E’ l’obiettivo del progetto del dott. Dario Salvo.

La prima missione effettuata nel 2006 alle Mauritius. Da quella volta il dott. Dario Salvo, responsabile della terapia intensiva post operatoria di Humanitas Centro Catanese di Oncologia, ha deciso di dedicare le sue ferie alle missioni umanitarie pediatriche.
Presidente di “Proyecto Corazon Italiano”, associazione no profit nata nel 2010, nel corso delle sue missioni si occupa della cura di bimbi affetti da cardiopatie congenite. Ha collaborato con diverse équipe nazionali ed internazionali e con loro ha operato alle Mauritius, in Mozambico, a El Salvador, in Cina, in Albania, in Palestina, in Lettonia e in diversi altri Paesi. Si tratta di un impegno spontaneo che nasce al di fuori delle organizzazioni governative con l’obiettivo di restituire la speranza e il sorriso a bambini malati al cuore. Fondamentale formare il personale locale, trasferire loro le competenze necessarie a renderli autonomi nella cura delle patologie cardiache.

Il dott. Salvo è appena rientrato dalla sua 3ª missione in Mozambico. Durante la settimana trascorsa a Maputo presso l’Istituto do Coracao, un’équipe composta da medici francesi, sudafricani e italiani ha operato ben 16 bimbi il più piccolo dei quali aveva solo pochi giorni di vita e pesava appena 2,7 kg. “Cominciamo con i casi più complessi – afferma il medico – in modo da poterli seguire nei giorni successivi in terapia intensiva. Diverse sono le difficoltà ma la cosa più dura in assoluto è dover scegliere quali bimbi operare”. Le mamme dei bimbi malati aspettano con ansia l’arrivo dell’équipe ma gli interventi durano dalle 6 alle 8 ore perciò non si possono eseguire più di due casi al giorno. A complicare il quadro un altro aspetto: i medici si trovano a confrontarsi con malattie a uno stadio ormai avanzato.

“Il rapporto che si crea con le persone è stupendo – continua il dott. Salvo – ma la soddisfazione più grande è riportare il sorriso ai bambini”.
Tale rapporto va al di là delle differenze culturali, ovviamente presenti. L’approccio a tali differenze sta alla sensibilità del singolo ma “l’apprensione di ogni mamma per la sofferenza del suo bimbo e la gioia per la sua guarigione sono universali – conclude il medico -. La comunanza di sentimenti va assolutamente al di là della struttura politica e del credo religioso”.

 

Per saperne di più visita il sito dell’associazione: www.proyectocorazon.it

 

A cura di Serena Rossi