Magazine

Batterio killer, Italia all’avanguardia nei controlli

Argomenti

L’allarme riguarda numerosi Paesi e le autorità corrono ai ripari. Da noi esiste da tempo un sistema di sorveglianza su sanità veterinaria e alimenti.

Il batterio killer si diffonde in Europa, in Germania le vittime sono circa venti, le persone infette sono oltre 2 mila e altri casi sospetti si registrano in Spagna, Inghilterra, Danimarca, Francia. In Italia non è stato riscontrato per ora alcun caso, anche se sono stati attivati i controlli delle autorità competenti. “L’emergenza in Germania è partita una ventina di giorni fa, oggi i numeri delle persone coinvolte sono in crescita e purtroppo non possiamo dire che la situazione sia totalmente sotto controllo – precisa il dott. Michele Lagioia, direttore medico di presidio dell’Istituto Clinico Humanitas -. La filiera alimentare lungo la quale il batterio si è diffuso arrivando a contaminare gli alimenti e a nuocere all’uomo infatti non è stata ricostruita. Per quanto riguarda il quadro clinico, gli studi epidemiologici fatti in Germania, dove si sono verificati i casi più gravi, hanno inizialmente riscontrato una situazione insolita. Gli specialisti si sono trovati davanti a una forma particolarmente aggressiva di enterite e a complicanze renali che hanno portato al decesso di alcuni pazienti”. L’Oms parla di “variante del batterio mai vista prima e altamente tossica”, mentre la fonte dell’infezione non è ancora stata identificata. I cetrioli spagnoli inizialmente messi sotto accusa, non sarebbero in realtà l’origine dell’emergenza e sotto controllo sono finiti verdure, carne, latte e acqua.

Il batterio responsabile delle infezioni è stato comunque identificato. “L’Escherichia coli è un batterio comune, presente nel nostro organismo e di solito innocuo – continua il dott. Lagioia -. Questo in particolare (indicato con il numero 104, ndr) è di diverso tipo, molto tossico perché probabilmente di origine animale e non umana. L’ipotesi più accreditata è che l’area di coltivazione degli ortaggi infetti sia stata irrigata con acqua contaminata da fonte veterinaria oppure concimata in modo fraudolento con concimi organici. Si tratta in entrambi i casi di azioni che non si dovrebbero assolutamente verificare”. Solo una volta individuata la fonte primaria, sarà possibile bloccare la contaminazione. “Le autorità di ogni Paese si sono organizzate per controllare e sequestrare gli alimenti eventualmente sospetti – spiega ancora lo specialista – e l’Italia è da anni capofila in Europa per quanto riguarda la sanità veterinaria e la sicurezza alimentare, grazie a un sistema di sorveglianza dedicato”.
Se la diagnosi e l’intervento in caso di infezione saranno tempestivi, l’esito delle cure sarà via via migliore. Le regole di prevenzione infine sono semplici ma fondamentali: “Controllare la filiera degli alimenti, scegliere quelli di provenienza nazionale ed evitare di consumarli crudi – conclude Lagioia -. Inoltre quelle che dovrebbero essere le normali procedure di lavaggio e antisepsi di frutta e verdura con amuchina diluita abbassano il rischio fin quasi a zero”.

A cura della Redazione