Sul palco con il Presidente della Repubblica, il sindaco di Milano e il presidente dell’ANPI milanese, anche la prof.ssa Viola. Ecco il discorso.
Antonella Viola, ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano e capolaboratorio in Humanitas, con il Presidente Napolitano alla Scala per la celebrazione della Liberazione, “perché non esiste ricerca scientifica senza libertà di pensiero, e ogni volta che mi misuro con una nuova sfida, ogni volta che le mie scoperte mi avvicinano alla comprensione del mistero della vita, ringrazio il mio Paese per avermi regalato l’amore per l’indipendenza e la verità”.
E’ uno dei passaggi più significativi del breve ma incisivo discorso di Antonella Viola, intervenuta sabato 24 aprile nel corso della celebrazione dell’anniversario della Liberazione che si è svolta alla Scala di Milano alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Tutto incentrato sul legame inscindibile tra libertà, passione per la conoscenza e autentico progresso civile e umano, il discorso di Antonella Viola si è concluso con un richiamo al sostegno dell’entusiasmo dei tanti ricercatori italiani meritevoli “perché non c’è libertà nell’ignoranza, perché la vera libertà passa attraverso la conoscenza.”
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Pubblichiamo il discorso della prof.ssa Viola:
Onorevole Presidente della Repubblica, cari concittadini,
oggi ho l’onore di raccontare cosa rappresenta la Liberazione, la parola libertà per la mia generazione. Una generazione lontana da quei giorni bui, che ha solo un’esperienza indiretta dell’oscurità causata dall’oppressione, ma che ha il compito importante di ricordare e trasmettere il significato di questa giornata ai propri figli, mantenendone vivo in loro il ricordo.
La Liberazione, così duramente sofferta, voluta, conquistata dai nostri nonni, ci ha regalato la possibilità – a volte inconsapevole – di crescere e di formarci in un Paese in cui i concetti di libertà civile e morale fossero radicati. Il valore di ciò è inestimabile per tutti gli italiani della mia età ma – lasciatemi aggiungere una nota personale – lo è particolarmente per me: un ricercatore, uno scienziato, che ha dunque basato tutta la vita sulla libertà intellettuale e la passione per la conoscenza.
Perché non esiste ricerca scientifica senza libertà di pensiero, ed ogni volta che mi misuro con una nuova sfida, ogni volta che le mie scoperte mi avvicinano alla comprensione del mistero della vita, ringrazio il mio Paese per avermi regalato l’amore per l’indipendenza e la verità.
Ma nella ricerca, così come in tutti gli aspetti della nostra vita, la libertà deve essere accompagnata dal rigore e dal rispetto. Gli uomini che hanno combattuto 65 anni fa, lo hanno fatto per conquistare un’indipendenza che venisse poi anche mantenuta nel tempo. Per questo hanno steso delle regole, la nostra Costituzione.
Ed è questo, a mio avviso, il difficile messaggio da affidare ai nostri figli. Bisogna ricordare la storia per non dimenticare che il rispetto delle regole rappresenta la prima garanzia di indipendenza. Come chiaramente definito nei principi fondamentali della nostra Costituzione, dobbiamo rammentare ai nostri figli che la libertà si fonda sulla parità dei diritti di tutti i cittadini, sul riconoscimento del merito e sulla pace.
Per me dunque, cittadina italiana, donna, scienziato e madre, oggi la ricorrenza della Liberazione rappresenta un’occasione per guardare al futuro ricordando il passato.
Io non ho vissuto in prima persona la guerra, ma ho visto questo Paese ferito dal terrorismo. La ricorrenza della Liberazione deve essere l’occasione per costruire un futuro diverso, libero, in cui la politica sia sempre e solo confronto e mai scontro, l’etica scevra da pregiudizi, la scienza svincolata dai dogmi, il merito e il talento sempre riconosciuti, la dignità umana rispettata sempre e ovunque.
Questo è il Paese che i partigiani hanno voluto regalarci, ed è l’Italia per la quale noi oggi vogliamo combattere. Ma grazie a chi 65 anni fa ha dato la vita per la libertà, oggi, per la mia generazione, combattere significa semplicemente amare: il proprio lavoro e la propria patria. Ed essere un esempio di integrità morale per i più giovani.
Perché, in fondo, il concetto di libertà è molto semplice ed è stato meravigliosamente espresso da Sant’Agostino con la frase: “Ama e fa’ ciò che vuoi”.
Sono sicura però che quell’«ama» di Sant’Agostino racchiudesse anche un altro concetto che credo sia importante esplicitare: «conosci». “Conosci, e dunque ama e fa’ ciò che vuoi”. Per questo vorrei concludere il mio intervento con un appello alle Istituzioni: perché facciano in modo che l’entusiasmo dei tanti ricercatori italiani appassionati e meritevoli non vada perso: perché non c’è libertà nell’ignoranza, perché la vera libertà passa attraverso la conoscenza.
Antonella Viola è un’immunologa e si occupa in particolare delle difese immunitarie contro il cancro. 40 anni, mamma di due bimbi di 10 e 8 anni, ha un’importante esperienza scientifica internazionale, avendo ricoperto posizioni di prestigio al Basel Institute for Immunology e all’EMBL, prima di rientrare in Italia, a Padova e successivamente a Milano.
Antonella Viola lavora attualmente al Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università degli Studi di Milano ed è responsabile del Laboratorio di Immunità Adattativa dell’Istituto Clinico Humanitas. E’ membro del Comitato scientifico dell’AIRC. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, nazionali ed internazionali, tra cui il premio del Cancer Research Institute di New York, l’EMBO, che viene conferito ogni anno ai migliori giovani scienziati europei, e, in Italia, il Premio Chiara D’Onofrio per la Biologia molecolare.
Le ricerche di Antonella Viola:
Scoperto il “bacio” che risveglia il sistema immunitario
L’energia dei linfociti T contro gli invasori
La ricerca europea contro la sclerosi multipla