La nube di polveri e ceneri continua a creare problemi ai cieli europei. Dopo i ritardi e i voli cancellati, le principali paure si concentrano ora su eventuali rischi per salute e ambiente. La parola al dott. Michele Ciccarelli, responsabile di Pneumologia in Humanitae, e i commenti di Legambiente Lombardia, Ministero della Salute e CNR.
Non cessa l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajokull, che continua ad emettere ceneri e polveri nell’atmosfera. Dopo il caos del weekend, con la quasi totalità dei cieli europei chiusi al traffico aereo, i disagi provocati dalla “nube” del vulcano non sembrano finire. Oltre ai ritardi e ai voli cancellati, le principali paure si concentrano ora su eventuali rischi per salute e ambiente.
Dai primi dati, la nube proveniente dall’Islanda è presente già da ieri nei cieli italiani. Lo afferma il CNR: il picco è previsto sulla penisola e fino alla Grecia tra oggi e mercoledì. Uno strato è già stato individuato tra i 1.700 e i 3.400 metri di quota sulla Toscana.
Ma la nube può provocare danni all’Italia? Per Damiano Di Simine, Presidente di Legambiente Lombardia, “finora non abbiamo riscontrato rischi a livello ambientale. Per esempio, a Milano tra sabato e domenica, il biossido di zolfo (SO2) è rimasto sempre al di sotto del limite di rilevabilità. Questo significa che in questo momento qualsiasi allarme per agenti inquinanti non ha fondamento, almeno qui in Italia”.
Anche una nota del Ministero della Salute minimizza: “Al momento non ci sono rischi per la salute pubblica e non è necessario il ricorso a dispositivi di protezione individuale”. Tuttavia è stato attivato un attento monitoraggio della situazione “allo scopo di valutare l’eventuale impatto sulla salute“.
Ma a quali rischi potremmo andare incontro? Quali danni alla salute può causare l’inalazione di polveri provenienti dall’eruzione di un vulcano? Ne abbiamo parlato con il dott. Michele Ciccarelli, responsabile di Medicina Generale e Pneumologia di Humanitas.
Dottor Ciccarelli, quali sostanze vengono rilasciate nell’atmosfera in seguito ad un’eruzione vulcanica?
“In caso di fenomeni di eruzioni vulcaniche di tipo esplosivo, come nella situazione di questi giorni, la nube sprigionata è composta da molti elementi, tra cui cenere e diversi tipi di gas, come anidride solforosa, monossido di carbonio CO2, ma anche metalli e polveri di silicio.
Tutte le sostanze liberate, vengono trasportate a livello stratosferico, senza quindi danni importanti alla salute per chi si trova a grandi distanze, come l’Italia”.
E per chi si trova vicino al luogo dell’eruzione?
“Finora non si sono rilevati casi in Islanda. Ma tutte le persone esposte alla nube nel raggio di 150/200 km sono potenzialmente a rischio”.
A quali rischi si può andare incontro?
“L’inalazione può esser causa di riesacerbazioni asmatiche, di riacutizzazione di patologie croniche respiratorie o di fenomeni acuti respiratori e/o congiuntivali. I primi sintomi che possono accendere un campanello d’allarme sono tosse e dispnea”.
A cura di Alessio Pecollo
Foto e fonti: ANSA.it