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Adolescenti: i social network battono la tv

Per la prima volta nella giornata dei giovani sono di più le ore dedicate al computer di quelle passate davanti alla tv. Ma quali sono i pro e i contro delle “amicizie virtuali”?

Secondo une ricerca della Società italiana di pediatria, per la prima volta i teenager che passato oltre tre ore al giorno davanti al pc sono di più di quelli che le trascorono guardando la televisione. E i social network sono di gran lunga i siti in cui gli adolescenti preferiscono navigare. Ma i social network, non solo Facebook ma anche Twitter, My Space e altri, sono solo una moda? Oppure lo specchio contemporaneo delle relazioni interpersonali? Ma soprattutto chi cerca “amicizie” virtuali desidera o evita quelle reali? La parola alla dott.ssa Emanuela Mencaglia, psicologa di Humanitas.

Dott.ssa Mencaglia, qual è il segreto del successo dei social network?
“Per capirlo, occorre fare un passo indietro fino alle recenti origini di questo fenomeno. I social network sono nati nelle università americane, per mantenere in contatto gli ex studenti compagni di college. In questo modo a migliaia di chilometri di distanza e dopo anni potevano conservare delle relazioni utili anche in campo lavorativo. Poi alla rete si sono aggiunti in modo spontaneo parenti e amici, proprio perché Internet è alla portata di tutti, è più semplice ed economico da usare rispetto a qualsiasi altro mezzo di comunicazione. E permette non solo di far sapere di sé e scambiare pensieri ma di inviare anche foto, musica, video”.

La rete si è poi allargata agli sconosciuti.
“In questo senso il social network ha sostituito la vecchia chat, che alla fine degli anni Novanta era utilizzata per fare amicizia ma spesso anche per trovare l’incontro giusto, la storia d’amore. Oggi Facebook e gli altri siti simili rispondono a questa esigenza, ma sono meno partner oriented rispetto alle chat. L’atmosfera è più leggera e amichevole e fornisce una sorta di alibi ai più timidi. Sul social network infatti ci si espone ma di solito non in modo troppo intimo: quella che si mostra è una ‘faccia’ tutto sommato pubblica”.

Gli aspetti positivi sono molti. Ma quali sono i rischi legati a questo fenomeno?
“Aggiungerei che gli aspetti positivi sono prevalenti. Il social network ci permette di mantenere contatti che altrimenti si perderebbero e aiuta chi, per motivi pratici o per non esserci portato, non riuscirebbe a conservare certe relazioni. Inoltre permette la nascita di gruppi con fini sociali o di solidarietà. Certo, anche il peggio delle persone si esprime su Facebook, un esempio sono i gruppi estremisti, razzisti, ispirati a personaggi o motivazioni discutibili”.

Quali sono le conseguenze negative per il singolo?
“Ogni persona deve ricordare che il social network è una finestra sulla propria vita aperta verso ‘la piazza’ e che quindi non è sempre solo un gioco. La responsabilità personale vale come in tutte le altre situazioni sociali, se ci si espone troppo, divulgando informazioni private e personali, la responsabilità è dell’utente e non certo del mezzo utilizzato. Né tanto meno di chi poi reperisce quelle informazioni online. Voyeurismo e narcisismo trovano grande spazio su Facebook: c’è chi si fa gli affari degli altri, chi non resiste alla tentazione di esibirsi e dice cose che dovrebbe tenere per sé. Occorre fare attenzione a cosa si condivide, altrimenti se ne pagano le conseguenze. Ma c’è un’avvertenza ancora più importante”.

Quale?
“I giovanissimi spesso sottovalutano il rischio, tutt’altro che virtuale, di comunicare a sconosciuti il proprio cellulare, l’indirizzo di casa o altre informazioni personali. Sono azioni da evitare, perché il controllo sui social network è molto difficile e c’è il pericolo di essere manipolati e adescati. A questo proposito ci si dovrebbe aspettare un’attenzione maggiore da parte di genitori ed educatori”.

Il social network, quindi, unisce o divide?
“Come accadeva per le vecchie chat, chi fatica a socializzare si nasconde dietro il profilo del social network e continuerà a conoscere, e a farsi conoscere, solo attraverso questi mezzi, rimarrà alla finestra a guardare le vite degli altri. Non stigmatizzerei questi strumenti definendoli capaci di rendere le persone sempre più sole e prive di scambi reali e concreti con gli altri, spingendole a chiudersi in casa, potrebbero, invece trovare ‘terreno fertile’ in alcuni tipi di personalità, già predisposte a questi atteggiamenti. D’altra parte per le persone che non hanno problemi a relazionarsi il social network rappresenta un’opportunità in più per conoscere nuove persone”.

A cura di Cristina Bassi