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Tutti pazzi per il Superenalotto

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Un fortunato scommettitore ha centrato il jackpot da oltre 140 milioni di euro, che aveva fatto salire la febbre per il gioco degli italiani.

Finalmente il jackpot da sogno da oltre 140 milioni di euro è stato vinto. Un record per il nostro Paese e anche per l’Europa, che ha fatto “impazzire” gli italiani. Tutti a puntare gli spiccioli, o i risparmi, sulla serie di numeri magici del Superenalotto. Ma cosa c’è dietro la vera mania di questa estate? Come nasce e si propaga l’ “epidemia” del gioco? Le speranze e i sogni sono il motore, la fortuna il carburante. La dott.ssa Emanuela Mencaglia, psicologa di Humanitas, prova a mettere un po’ d’ordine in questa “follia” collettiva.

Dott.ssa Mencaglia, cosa spinge tutte queste persone a tentare la fortuna?
“La molla di tutto è il sogno, il mito del diventare ricchi. In un momento di crisi economica come l’attuale, in cui ci sono sempre meno soldi e si è costretti magari a fare lavori che non si vorrebbero fare, l’idea del ‘prendo la borsa e scappo’ attira chiunque, è un miraggio. Il bottino milionario in fondo è idealmente alla portata di tutti, l’obiettivo è possibile. Provare a vincere non costa praticamente nulla, nessuno vuole perdere l’occasione di avere i mezzi per realizzare tutto e di più”.

Si rischia di perdere la testa però. Qual è l’atteggiamento giusto per chi gioca?
“Provare a vincere al Superenalotto è legato al desiderio, più che ad un dato di realtà e come tale va vissuto. C’è di sicuro un certo investimento emotivo, oltre che economico, e chi gioca è ovvio che in fondo un po’ ci creda. Ma il sogno deve rimanere un sogno, se diventa l’obiettivo della vita si trasforma in ossessione. Perdere il senso del gioco, caricarlo di aspettative che vanno oltre il puro divertimento, è il sintomo che la cosa ci è sfuggita di mano, che qualcosa non va”.

E in caso di vincita milionaria?
“Parliamo di un avvenimento talmente fuori da ogni schema, sia per la probabilità, sia per la somma ingente, che è difficile pensare a priori alla reazione più appropriata. Di certo la prima regola è non farsi travolgere. E ricordare che i milioni possono cambiare la vita dal punto di vista pratico, ma non cambiano l’identità di una persona, che va quindi salvaguardata anche davanti a un evento così incredibile”.

A cura di Cristina Bassi