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Natasha Stefanenko: lo sport è il mio segreto

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Bella, bionda, brava, simpatica anche alle donne. La conduttrice e attrice Natasha Stefanenko, fin da piccola appassionata di sport, dà molta importanza all’attività fisica e alla corretta alimentazione. Per la linea e per la salute. E ci svela i segreti della sua bellezza.

La bellezza, specie nel tuo lavoro, è importante: tu, a che cosa saresti pronta per ringiovanire?
“Al di là del mio terrore del bisturi, non mi scandalizza il fatto che alcune donne o uomini ricorrano alla chirurgia estetica e non posso negare in assoluto che in un futuro vi ricorrerò anch’io. Sarebbe ipocrita. Per ora, però, sto bene così, anche con il mio seno un po’ rilassato da madre che ha allattato. In ogni caso, non lo farei mai per il lavoro. Anche in trasmissione il mio messaggio è: fatelo, ma solo per voi stesse, se siete insicure e state troppo male come siete”.

Ma qualcosa farai per mantenerti bella e in forma…
“Dò molta importanza all’attività fisica e consiglio a tutte le mamme di avviare i figli a uno sport agonistico. Da bambina, in Russia, ho fatto nuoto agonistico e mi allenavo due volte al giorno. Forse era esagerato, ma mi è servito: non ho fatto niente per dieci anni prima di avere mia figlia all’età di 29 e i muscoli mi rispondevano ancora. Ho vissuto di rendita di tanti anni di sport. Ora non ho tempo né per la piscina, né per la palestra, ma cerco lo stesso di fare attività fisica mirata: mentre mia figlia guarda un cartone, infilo i piedi sotto il divano ed esercito gli addominali. Oppure metto una bella musica e mi regalo dieci minuti di aerobica mentre anche lei si muove e balla. Oltretutto chi ha fatto sport seriamente ha il vantaggio di conoscere il modo di allenarsi”.

E poi?
“Sto attenta a mangiare bene, per la linea e per la salute”.

La salute in senso stretto, invece, la controlli?
“Non abbastanza! Sono molto apprensiva per i miei cari e per esempio con mia figlia, mentre con me stessa tendo ad arrangiarmi, forse anche per l’educazione rigida ricevuta e per il fatto che non sono mai stata malissimo. Però di recente un controllo l’ho fatto e lo raccomando a tutti perché mi pare molto efficace: mi sentivo da mesi appesantita e stanca, così ho fatto un test di tolleranza alimentare con un prelievo del sangue e ho scoperto che non posso mangiare pomodori e latticini. Basta poco: ero abituata a mischiare i pomodori nell’insalata verde, da quando non lo faccio più mi sento molto meglio”.

Come trovi l’assistenza sanitaria italiana?
“Per quel poco che ci ho avuto a che fare mi sembra buona e ho trovato sempre personale con voglia di aiutarti. Capita che TV o giornali registrino situazioni spiacevoli, ma bisogna tener presente che solo quelle fanno notizia. Vivendo tra le Marche e Milano, posso però dire che nella grande città l’accoglienza è sempre più fredda, anche negli ospedali”.

Guardi le trasmissioni di salute?
“Mi incuriosiscono, specie se sdrammatizzano e trattano l’argomento anche con ironia, come Elisir”.

E le fiction girate in ambiente ospedaliero?
“Mi piacciono, dalla Dottoressa Giò a E.R., con il mio medico preferito, George Cloney, bello e per di più simpatico (assomiglia un po’ a mio marito che, però, è ancora più bello!)”.

Reciteresti volentieri nella parte di una dottoressa?
“Ho appena finito di girare una fiction a fianco di Luca Barbareschi come avvocatessa, e mi piacerebbe molto immaginarmi in un altro ruolo così carico di responsabilità come quello di un medico. Sono ‘parti’ che non potrei mai reggere nella realtà perché mi fanno troppa paura, ma per questo adoro le fiction, perché puoi provare tutto”.

Piaci molto anche alle donne, che ti trovano simpatica e non si affannano a ricercare i tuoi difetti: secondo te, perché?
“Sono felice di piacere anche alle donne, ma non mi sono mai chiesta il motivo. Forse non dò fastidio perché non punto sul sex appeal e trasmetto la mia tranquillità e il mio equilibrio familiare… Inoltre io amo molto dialogare con le donne, mi piace la loro testa, con loro si può ragionare di cose che l’uomo non può capire nello stesso modo”.

Di Elisabetta Ranieri