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Progetto Sesamo, accoglienza doc in ospedale

25/03/2003

Si chiama “Progetto Sesamo” ed è un nuovo servizio di accoglienza in ospedale per pazienti disabili e bambini cerebrolesi. Organizzato dalla Fondazione Humanitas grazie al contributo di un gruppo di volontari che sono stati formati ad hoc, ha preso il via da qualche settimana presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

“Per seguire pazienti con esigenze tanto particolari – spiega Giuliana Rocca, segretario generale della Fondazione Humanitas – abbiamo pensato di realizzare un servizio innovativo e personalizzato. Per questo abbiamo cercato persone motivate, con molto spirito di iniziativa, pazienza, comprensione e capacità di gestire i problemi. Persone che la Fondazione ha ‘formato’ ad hoc con la collaborazione degli esperti psicologi. I volontari del Progetto Sesamo si prendono cura dei pazienti ambulatoriali e del Day Hospital con problemi di disabilità, accogliendoli al loro ingresso in ospedale e accompagnandoli nelle loro giornate nella struttura. Per questo motivo – continua Giuliana Rocca – i volontari conoscono molto bene i percorsi e le dinamiche dell’ospedale, gli ambulatori, i servizi di diagnosi e cura”. Il Servizio di Accoglienza funzionerà su prenotazione (questo è uno degli aspetti più innovativi) per meglio soddisfare le esigenze di pazienti. Basta chiamare il n. 02.8224.6404 ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 13.00. Un volontario Humanitas si renderà disponibile nelle giornate in cui sono programmati visite, esami o ricoveri in Day Hospital o negli ambulatori.

Volontari in Humanitas
Da due anni la Fondazione Humanitas può contare su un gruppo di volontari che offrono la loro presenza e collaborazione a supporto dei suoi diversi progetti e attività, nel settore dell’assistenza, della formazione e della ricerca. Considerata la delicatezza del servizio, i volontari vengono selezionati tramite colloqui mirati a valutare le attitudini dei candidati. Quindi viene proposto un vero corso di formazione curato dai medici e infermieri di Humanitas con la collaborazione del Centro di Analisi Transazionale che mette a disposizione dei candidati volontari le tecniche e gli strumenti necessari per conoscere meglio se stessi e gli altri, e riuscire ad instaurare con il paziente un rapporto costruttivo.
“Nei primi due anni di attività della Fondazione – aggiunge la dott.ssa Rocca – i volontari hanno garantito la loro presenza presso il Punto di incontro in Humanitas, dato un aiuto concreto alla segreteria dei volontari, prestato assistenza nelle degenze e nel Day Hospital collaborando con il personale medico e infermieristico, si sono occupati della realizzazione del servizio bibliotecario nelle degenze (Libro in camera) offrendo sempre un aiuto sereno e costruttivo sia nei momenti di necessità sia in occasioni liete, come durante la ‘Giornata dell’Ospedale Aperto’. I volontari hanno anche contribuito alla realizzazione del Servizio di Sostegno, pratico e psicologico, per i pazienti dializzati e i loro familiari. Un progetto innovativo che ha permesso di creare una struttura organica e continuativa a favore dei dializzati e delle loro famiglie, che copre ad ampio raggio le esigenze di questo tipo di patologia al di là di interventi spot in atto fino ad ora nel sistema sanitario.

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