Cara dottoressa, 5 anni fa sono stata operata per una malattia oncologica e avevo reagito positivamente. Adesso la malattia si è ripresentata e io non trovo le motivazioni e le energie per reagire. Non mi riconosco più, cosa mi è successo?
Risponde la dott.ssa Emanuela Mencaglia
Purtroppo non esistono delle “regole” per poter reagire a una diagnosi di tumore in modo adeguato. Nel suo caso ci sono diversi fattori che potrebbero concorrere a complicare l’assimilazione di una notizia come questa: si tratta di una ripresa di malattia, i trattamenti fatti in occasione della prima diagnosi non sono stati risolutivi, e si sente in modo diverso dalla prima volta, avendo difficoltà a riconoscersi.
Quello che sembra pesare maggiormente in questi casi è l’incapacità di fare progetti per il futuro: alla diagnosi vedeva la possibilità di guarigione, o di cura, oggi deve fare i conti con l’incertezza di ciò che sarà il domani, e il ritorno di fantasmi legati alla paura di morire, che forse dopo il primo periodo erano stati allontanati, rimossi. In questo caso diventa difficile “adattarsi” a una situazione così complicata e traumatica, nella quale i pensieri ricorrenti legati alla malattia non permettono di prendere le distanze dal problema ed affrontarlo in modo realistico.
In questo momento potrebbe essere sollevata da questa angoscia, effettuando dei colloqui di sostegno psicologico che facciano emergere tutti i contenuti ed i vissuti legati a questa situazione e che complicano il suo benessere psicologico e di conseguenza la sua vita.