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Diabete, negli ultimi 30 anni raddoppiato il numero di casi in Italia

16/11/2015

Entro il 2035, quasi 600 milioni di persone potrebbero dover convivere con il diabete, una malattia che oggi interessa ben 387 milioni di persone, dice l’International Diabetes Federation. Di questi circa 5 milioni in Italia, pari all’8% della popolazione. La tendenza degli ultimi anni è al rialzo: da 30 anni a questa parte il numero di persone colpite da diabete è raddoppiato.

(Per approfondire leggi qui: Diabete di tipo 2, con un test è possibile prevederlo entro 5 anni)

Le stime nazionali sono state diffuse dalla Sid, la Società italiana di diabetologia, e da Cineca, il consorzio Interuniversitario, sulla base dei dati relativi a oltre 30 Asl. Il diabete è stato diagnosticato in 3milioni e 780mila italiani a cui vanno aggiunti i casi di diabete non riconosciuto, presumibilmente 1 ogni 4 casi di diabete noto.

“Muovi i fili del diabete”

I dati arrivano alla vigilia della Giornata Mondiale del Diabete in calendario il 14 e 15 novembre prossimi. Si tratta della principale campagna di sensibilizzazione sul diabete ed è organizzata proprio dall’International Diabetes Federation. Quest’anno la campagna di comunicazione è rivolta principalmente alle persone con diabete e a chi sta loro vicino, invitando tutti a un maggiore impegno per migliorare la qualità di vita dei pazienti. “Muovi i fili del diabete” è lo slogan della campagna. E tra i fili da muovere c’è anche quello dell’informazione.

Più informazione, e più accurata, significa maggiore consapevolezza sulla malattia, anche da parte di chi con il diabete fa i conti ogni giorno. Con l’avvento di Internet è cambiato l’identikit dei pazienti con diabete: molti gestiscono la malattia anche andando a caccia di notizie sul web, con il rischio però di confondersi e restare perplessi rispetto alla loro terapia. Un aspetto di cui si è parlato nel corso di un incontro con esperti a Roma. Approfondiamo l’argomento con i professionisti di Humanitas.

Quali sono i pericoli di una cattiva informazione sul diabete? Il paziente rischia di confondersi o di restare perplesso sulla propria terapia?

Il diabete è una malattia subdola, ed è cronica e degenerativa (porta a compromissione d’organo in quasi tutto il nostro organismo). Il modo migliore per affrontarlo e gestirlo è conoscerlo bene, quindi è indispensabile avere delle informazioni corrette e complete.

(Per approfondire leggi qui: Diabete, 1,5 milioni di italiani abbandonano la terapia)

Essendo così diffuso e colpendo tutte le età è una malattia sulla quale gravano enormi aspettative (dal guarire completamente senza il bisogno di farmaci al controllo delle glicemie non invasivo) ed a volte ricorrere a scorciatoie può portare a rischi elevati. Interrompere o modificare la terapia impostata dallo specialista può portare a conseguenze molto gravi sullo stato di salute sia in acuto che in cronico.

Nella gestione di una malattia cronica come il diabete, quali devono essere le figure di riferimento per un paziente?

La risposta immediata è il diabetologo di riferimento, ma non sempre si ha la possibilità di accesso immediato. I medici di medicina generale svolgono un importante ruolo nella prevenzione della malattia e nel primo contatto con il malato, quindi anche loro devono sempre essere interpellati nel dubbio. Diffidare di persone non qualificate anche se ricoprono ruoli nella sanità e di siti non certificati da società scientifiche (Sid e Amd in Italia, Easd in Europa, Idf ed Ada a livello mondiale).

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