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Influenza, in ultimi 5 anni vaccinazioni giù. Perché è importante vaccinarsi

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Rischio complicanze da influenza maggiore per chi è immunodepressoPerché è importante raggiungere una significativa quota di copertura vaccinale?

L’influenza non ha ancora messo ko gli italiani, ma con l’anno nuovo arriverà anche il picco dell’epidemia. “Come ogni anno, ci aspettiamo che la curva inizi a salire nelle prossime settimane, per raggiungere un picco fra gennaio e febbraio”, fa sapere l’Istituto superiore di Sanità. Per la nuova stagione sono attesi fino a 5 milioni di casi. Ora – aggiunge l’Iss – sarebbe il momento migliore per vaccinarsi.

Negli ultimi cinque anni la vaccinazione antinfluenzale ha cominciato a decrescere. Nel 2009/10 la copertura era del 19,6% e nella scorsa stagione influenzale è arrivata al 13,6%, raggiungendo così i livelli dei primi anni 2000 quando le coperture vaccinali erano “decisamente basse”, sottolinea l’Iss. In parallelo è calato anche il numero di immunizzazioni negli over 65: dal 68,3% del 2005/06 è scesa sotto il 50% della popolazione di riferimento.

(Per approfondire leggi qui: Vaccino antinfluenzale: chi deve vaccinarsi?)

«É cruciale vaccinarsi ora, prima che l’influenza si avvicini al picco, per due motivi – spiega il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. Il primo perché il vaccino impiega un po’ di tempo prima di diventare efficace: ci vogliono un paio di settimane per permettere all’organismo di produrre gli anticorpi. Il secondo motivo per cui è importante vaccinarsi ora è quello di evitare il rischio di sovrapporre le vaccinazioni all’infezione in corso».

Rischio complicanze da influenza maggiore per chi è immunodepresso

Secondo l’Iss, a frenare le vaccinazioni sono stati i “falsi allarmi legati a presunti danni da vaccino o impurità presenti in alcuni lotti”. Gli studi scientifici invece vanno nella direzione opposta dimostrando l’efficacia della vaccinazione nelle persone a rischio complicanze ma anche nei bambini fra i 6 mesi e i 2 anni.

(Per approfondire leggi qui: Vaccini antinfluenzali sicuri: controlli prima e dopo la distribuzione)

Il vaccino antinfluenzale, oltre a proteggere dall’influenza, riduce il rischio di complicanze anche letali. Tra le complicanze c’è anche una maggiore vulnerabilità verso le infezioni batteriche: «Con un’infezione virale in corso, come ad esempio l’influenza, si verifica una sovversione della risposta immunitaria e quindi si è più suscettibili a contrarre infezioni di tipo batterico. Ecco perché alle persone anziane, oltre alla vaccinazione antinfluenzale è consigliata anche la vaccinazione contro lo pneumococco polmonare», sottolinea lo specialista.

Il rischio di complicanze è più alto nelle persone con un sistema immunitario compromesso o in chi soffre di malattie croniche. «A tutti può capitare di entrare in contatto con queste persone, con gli anziani o con un neonato o con una persona immunodepressa. Per questo è fortemente consigliato vaccinarsi contro l’influenza, per proteggere se stessi ma anche gli altri».

Perché è importante raggiungere una significativa quota di copertura vaccinale?

«La vaccinazione, in generale, è caratterizzata da una componente di solidarietà sociale legata al cosiddetto effetto gregge: chi è vaccinato protegge anche chi non lo è. Pensiamo ad esempio al morbillo: una persona colpita dal virus può contagiare fino a 20 persone; per scatenare l’effetto gregge è necessaria una copertura vaccinale di almeno il 95%. Per l’influenza questa quota è inferiore, ma il trend degli ultimi 5 anni ci dice l’Italia è ben al di sotto della soglia di sicurezza», conclude il professore.