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Tumore al polmone: screening, Europa ancora indietro

«Nei programmi su larga scala di screening del tumore al polmone l’Europa è ancora indietro. Negli Stati Uniti, invece, questa pratica è raccomandata allo stesso modo per il tumore al seno, alla cervice uterina, alla prostata e al colon». A marcare le differenze tra Usa e Vecchio Continente è la dottoressa Giulia Veronesi, a capo della sezione di Chirurgia robotica nell’ambito della Chirurgia Toracica dell’ospedale Humanitas. La dottoressa ha preso parte al 4° Forum nazionale di Pneumologia interventistica organizzato dall’Aipo, l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, dedicato anche alla diagnosi, terapia e screening del tumore al polmone.

L’impegno della dottoressa Veronesi sullo screening del tumore al polmone è decennale: «La Tac a basso dosaggio è una metodica di screening non invasiva che permette di riconoscere anche tumori molto piccoli. Un ampio studio clinico americano denominato ‘National Lung Screening Trial’ ne ha dimostrato l’efficacia in termini di riduzione della mortalità».

«Grazie alla validazione di questa metodica, conseguente ai risultati dello studio, negli Stati Uniti lo screening del tumore polmonare è raccomandato per forti fumatori con età superiore ai 55 anni», aggiunge la dottoressa. «Questa pratica – sottolinea la specialista – permette di osservare una sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore al polmone intorno al 70-80% contro il 15% riscontrato nei pazienti non coinvolti nei programmi di screening».

Programmi di screening da avviare insieme a campagne anti-fumo

«Il nostro impegno è orientato a convincere le istituzioni ad avviare, in parallelo a programmi di disassuefazione al fumo, anche programmi di screening per forti fumatori, ex fumatori e soggetti a rischio che preveda, ad oggi, la TAC a basso dosaggio e, una volta validato, il test costituito da marcatori molecolari. Questo test, effettuato su un prelievo di sangue, nel 70-80% dei casi permette di identificare una forma tumorale iniziale in soggetti asintomatici», conclude la dottoressa Veronesi.

La dottoressa Giulia Veronesi è entrata a far parte della equipe medica dell’ospedale Humanitas ad aprile. Con il suo arrivo si intensifica l’attività di prevenzione secondaria per il tumore al polmone in un centro già all’avanguardia.

 

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