Prevenzione

Il farmaco che affama il tumore

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Uno scambio di battute con i medici che presenteranno importanti studi clinici al congresso dell’ESMO che si terrà a fine Settembre in Svezia, il più importante del settore a livello europeo

Una molecola che limita o impedisce al tumore l’afflusso del sangue dal quale esso traggono il loro nutrimento. E’ l’NGR-hTNF, farmaco antiangiogenetico che agisce selettivamente, impedendo la formazione di nuovi vasi sanguinei indispensabili per la crescita delle masse tumorali.
Il dott. Matteo Simonelli, oncologodi Humanitas Cancer Center, presenterà al congresso dell’ESMO(European Society for Medical Oncology) i risultati di uno studio di fase I su questa molecola, in cui si è valutata, con successo, la possibilità di somministrare alte dosi del farmaco in questione.

Appuntamento dunque dal 23 al 27 settembre a Stoccolma, in occasione del 36° congresso dell’associazione europea che riunisce i professionisti dell’oncologia medica. Humanitas Cancer Center parteciperà all’incontro per presentare due differenti studi, dei quali avremo modo di parlare sia oggi che la prossima settimana.

Il farmaco NGR-hTNF potrebbe diventare, se passerà tutte le fasi di sperimentazione e verrà approvato, uno strumento importante, dato che l’angiogenesi patologica è un problema che riguarda praticamente tutte le patologie tumorali. Abbiamo scambiato qualche battuta con il dottor Simonelli, per farci spiegare un po’ più in dettaglio le particolarità dello studio, completamente realizzato presso Humanitas Cancer Center, e per chiedere qualche anticipazione sui risultati.

Dott. Simonelli, qual è la funzione della molecola che è stata studiata?
Un tumore consiste sostanzialmente in un gruppo di cellule che, per qualche motivo che può esserci noto o meno, rifiuta di sottostare ai meccanismi di regolazione naturale del nostro organismo e comincia a moltiplicarsi in maniera incontrollabile. Questo porta spesso alla formazione spontanea di vasi sanguinei che servono ad alimentare questa “massa” di cellule, che ha bisogno delle sostanze trasportate dal sangue per continuare a crescere. Il TNF (fattore di necrosi tumorale), dal quale è derivato il farmaco in sperimentazione, è una citochina normalmente presente nel nostro organismo e coinvolta in numerosissimi processi fisiologici (la morte apoptotica delle cellule, la proliferazione, il differenziamento, la cancerogenesi e la replicazione virale), il cui ruolo principale è quello di regolare l’attività delle cellule del sistema immunitario. La particolarità del NGR-hTNF consiste nella sua citotossicità, molto specifica nei confronti delle cellule endoteliali dei vasi tumorali. Per semplificare un po’ il concetto, il peptide NGR permette di veicolare il TNF a livello dei vasi sanguinei tumorali e qui la molecola agisce distruggendo gli stessi in maniera molto selettiva ed impedendo al tumore di approvvigionarsi di ossigeno e nutrienti e quindi, in ultima analisi, di crescere.

È il primo studio che viene compiuto su questa molecola?
Come Humanitas Cancer Center avevamo già partecipato a diversi studi multicentrici (ovvero basati sulla cooperazione di più centri di ricerca) che prevedevano l’utilizzo di questa molecola, somministrata però a basse dosi; la particolarità di questa sperimentazione è che per la prima volta è stata valutata, con successo, la possibilità di somministrare dosi più consistenti del farmaco. Grazie ad una strategia di premedicazione con il paracetamolo e all’allungamento del tempo di infusione, siamo riusciti infatti a contenere in maniera molto efficace gli effetti collaterali del farmaco, ottenendo anche risultati clinici molto interessanti. In tal modo, siamo stati in grado di completare tutto il programma dei 12 livelli di dose previsti, cosa che non era mai riuscita nelle precedenti sperimentazioni con l’NGR-hTNF. Inoltre, per merito di una tecnologia innovativa di risonanza magnetica e di una notevole organizzazione nel lavoro di gruppo, siamo riusciti a valutare accuratamente l’effettiva attività antivascolare del farmaco su ogni singolo paziente. Vorrei ringraziare quindi tutte le professionalità che hanno collaborato al progetto; senza questa preziosa collaborazione, ottenere risultati così soddisfacenti sarebbe stato certamente molto più difficile.

A cura di Matteo Nicolosi