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Il cervello? Due emisferi, tante attività

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In ogni persona esistono due diversi emisferi del cervello, quello sinistro e quello destro. Si è molto parlato del fatto che i due emisferi sono diversi tra uomo e donna e che l’emisfero sinistro rappresenta la parte razionale, che viene utilizzata tutti i giorni, mentre quello destro riguarda la parte creativa, quella che dà origine alle invenzioni e intuizioni. Inoltre, comunemente si pensa che la parte sinistra governi la parte destra del corpo e la parte destra governi la parte sinistra del corpo. Ma è proprio esattamente così? Approfondiamo questo argomento e vediamo fino a che punto è vero con la dottoressa Paola Merlo.

Innanzitutto, che cos’è l’encefalo?
“L’encefalo è un voluminoso complesso di organi nervosi collocato nella scatola cranica. Esso è collegato con un cordone nervoso, lungo una quarantina di centimetri, chiamato midollo spinale, che dall’encefalo si porta in basso dentro alla colonna vertebrale. L’encefalo e il midollo spinale formano il Sistema Nervoso Centrale (SNC) che ha un’importanza dominante nello svolgimento delle funzioni nervose poiché riceve ed elabora tutte le informazioni trasmettendo poi istruzioni che determinano l’attività di tutti gli organi, sistemi ed apparati del corpo umano. L’encefalo – cervello, inoltre, deve anche essere considerato una macchina funzionante, la sede del pensiero, delle emozioni della coscienza e, ancora di più, il controllore della funzione motoria, sensitiva e del sistema vegetativo. E’, quindi, un centro di elaborazione delle informazioni, con le diverse componenti che ‘dialogano’ scambiandosi i messaggi nervosi. Questo meccanismo assai complesso si adatta e controlla il comportamento dell’individuo (cognitività, emotività e funzioni esecutive)”.

E gli emisferi?
“Il cervello dell’essere umano adulto pesa mediamente 1300 grammi ed è costituito da due masse distinte e simmetriche, gli emisferi cerebrali, che sembrano indipendenti, ma che comunicano anatomicamente tra loro tramite fibre nervose (definite corpo calloso), che permettono lo scambio dei messaggi nervosi fra emisfero sinistro ed emisfero destro. Il cervello presenta sulla sua superficie numerosi solchi disegnando un complesso dedalo di ‘circonvoluzioni cerebrali’. Alcuni solchi sono più profondi di altri distinguendo su ogni emisfero quattro lobi: frontale, parietale, temporale ed occipitale. E’ proprio il lobo frontale che, essendo più sviluppato nell’essere umano, gli dà una specifica morfologia e lo distingue dagli altri primati. E’ possibile disegnare sulla corteccia una dettagliata rappresentazione del corpo umano con una distribuzione topografica perfetta che controlla ogni zona del corpo, con aree deputate agli stimoli sensitivi ed aree per gli stimoli motori, per la visione, per il linguaggio, per l’emotività e così via. Ciascun emisfero controlla le funzioni sensori–motorie di una metà del corpo. Secondo una legge fisiologica di ‘simmetria funzionale’ le due metà di un organo simmetrico adempiono obbligatoriamente le stesse funzioni. Tuttavia fin dalla metà del secolo scorso è risultato chiaro che le funzioni nervose superiori non sono rappresentate in modo simmetrico nei due emisferi cerebrali. E’ stato dimostrato, infatti, che l’emisfero sinistro, nei soggetti destrimani, oltre al linguaggio, è responsabile degli atti motori complessi e finalizzati della parte controlaterale del corpo. Questi rilievi hanno suggerito una dominanza dell’emisfero sinistro su quello destro, considerato ai tempi come emisfero minore. In seguito, però, questa ipotesi è stata contraddetta nei soggetti mancini almeno per quanto riguarda le abilità manuali. Negli anni successivi vari e differenti modelli sono stati elaborati fino a delineare il concetto di specializzazione funzionale: all’emisfero sinistro sono affidate attitudini speciali per l’elaborazione del linguaggio, mentre all’emisfero destro sarebbero attribuite competenze particolari per l’elaborazione dei dati relativi allo spazio, alla percezione della musica ed alle emozioni e all’attività onirica. Si potrà quindi parlare di emisfero dominante a seconda del compito che dovrà eseguire l’individuo: in quel momento uno dei due emisferi sarà dominante e la dominanza potrà cambiare in base alla natura del compito. Il concetto di ‘dominanza emisferica’, inoltre, non implica che un emisfero governi l’altro, controllandone l’attività, né che un emisfero presieda in modo esclusivo a singole funzioni, come nel caso del linguaggio. La dominanza è riferita alla specializzazione di ciascun emisfero per alcune funzioni e prevede una differente organizzazione anatomo-funzionale, pur integrata da una ben precisa modulazione reciproca. Non è pensabile che un emisfero possa ignorare il compito dell’altro, viste le stesse connessioni anatomiche e funzionali. Quindi, conviene rivalutare e ripensare al modello di specializzazione emisferica non tanto in termini di materiale da elaborare, ma in termini di modalità d’elaborazione. Per esempio l’emisfero sinistro (considerato lo specialista del linguaggio) realmente è efficace nella comprensione e nella produzione linguistica, anche per un substrato anatomico (maggiore estensione rispetto all’emisfero controlaterale delle aree corrispondenti ai centri del linguaggio), ma la componente prosodica del messaggio dipende poi dall’emisfero destro”.

Ma questo modello è applicabile a tutti? E’ vero che il cervello della donna è diverso da quello dell’uomo?
“Il problema delle differenze fra uomo e donna è una inesauribile fonte di dibattiti e controversie. E’ risaputo che il cervello della donna è più leggero (1100 grammi circa) rispetto a quello degli uomini (1300 circa) e ai tempi la differenza di peso aveva confortato l’idea di una minore intelligenza delle donne. In realtà la differenza di peso non ha un grande valore su quello che può essere lo sviluppo intellettivo (consideriamo l’elefante che ha un cervello di peso di oltre 5 Kg!!). Tuttavia esistono delle differenze dimostrate: nelle donne le strutture del linguaggio sono sviluppate in entrambi gli emisferi a differenza degli uomini che hanno uno sviluppo maggiore nel sinistro. Il cervello della donna si distingue da quello dell’uomo per una ripartizione più simmetrica delle funzioni cognitive. Gli uomini avrebbero una migliore prestazione nelle attività di percezione dello spazio e nell’utilizzazione delle informazioni visuo-spaziali, mentre le donne in genere riescono meglio in compiti che richiedono linguaggio e memoria. Le differenze attitudinali cognitive che esistono fra i due sessi possono anche avere motivazioni molteplici come il ruolo socio-culturale o ormonale. Nei mancini, infine, si potrebbe pensare che la loro organizzazione cerebrale si presenti come l’immagine speculare di quella di un destrimane, ma, in realtà, solo una minima parte dei mancini presenta una lateralizzazione funzionale esattamente simmetrica a quella dei destrimani. I mancini si caratterizzano per una specializzazione funzionale emisferica meno marcata: i loro due emisferi cerebrali manifestano una equipotenzialità e dividono le loro competenze in modo meno spiccato di quanto non facciano i destrimani e anche per questo è stata considerata la loro superiorità in alcuni sport come, per esempio, il tennis, il ping pong, la scherma”.

A cura di Lucrezia Zaccaria