L’eczema costituzionale, comunemente chiamato dermatite atopica, è un’infiammazione cronica della cute caratterizzata da un prurito molto intenso, che può influire sulla qualità della vita del paziente, inficiando il riposo notturno e la concentrazione.
La dermatite atopica si localizza anche in zone visibili del corpo, provocando spesso una sensazione di insicurezza sociale in chi ne è interessato.
Approfondiamo l’argomento con il professor Antonio Costanzo, Responsabile dell’Unità di Dermatologia di Humanitas e docente di Humanitas University.
Cosa comporta la dermatite atopica
«La dermatite atopica è una malattia piuttosto frequente, che si manifesta con chiazze sulla pelle pruriginose, eritematose e rossastre», spiega il professor Costanzo.
«Questa patologia esordisce precocemente nella vita dei pazienti che ne sono interessati, andando a coinvolgere circa il 30% dei bambini nei primi anni di vita. Nel corso dell’adolescenza, la dermatite atopica tende a scomparire, salvo ripresentarsi in alcuni pazienti anche in età adulta».
«I pazienti con dermatite atopica presentano una difesa cutanea ridotta: gli antigeni e gli allergeni con cui entrano a contatto, quindi, penetrano nella pelle con più facilità, e attivano il sistema immunitario con la conseguente comparsa di arrossamenti associati a un forte prurito. Per dare una stima, basta sapere che più del 60% dei pazienti con dermatite atopica ha cinque notti disturbate su sette. Si tratta di una malattia complessa, che coinvolge principalmente la pelle, ma non solo: in alcuni casi può andare a interessare anche altri organi».
Dermatite atopica: le cure disponibili
«Alla base della terapia per la dermatite atopica c’è la crema emolliente, che permette di migliorare la funzionalità della barriera cutanea. La terapia con crema emolliente è una terapia che il paziente dovrà portare avanti per tutta la sua vita, anche nei periodi in cui non è presente nessuna infiammazione. Oggi esistono anche altre terapie farmacologiche in grado di individuare e bloccare gli specifici fattori che causano la malattia, come gli anticorpi monoclonali», continua il professor Costanzo.
«Spesso l’esposizione alla luce solare migliora la malattia. I raggi ultravioletti, infatti, sono dei naturali immunosoppressori, in grado di ridurre l’infiammazione cutanea. Bisogna però prestare attenzione al sudore, che può invece peggiorare il prurito e l’infiammazione delle lesioni».
Stress e dermatite atopica
«Nei pazienti predisposti alle malattie infiammatorie cutanee, come la dermatite atopica, lo stress favorisce sia la comparsa della patologia, sia il suo eventuale aggravamento. Si tratta purtroppo di un circolo vizioso, poiché la dermatite atopica ha un profondo impatto sulla condizione psicologica del paziente, sia perché il prurito spesso disturba il riposo notturno, sia perché le lesioni compaiono in genere in zone visibili, come il volto e il collo, con conseguente disagio sociale.
I pazienti con dermatite atopica possono però oggi avere una quotidianità tranquilla, poiché esistono farmaci mirati, che nella maggior parte dei casi determinano scarsi effetti collaterali, e che sono in grado di controllare i sintomi della malattia a lungo termine”, conclude il professor Costanzo.
L’articolo è tratto da un’intervista del professor Antonio Costanzo alla rubrica Il medico consiglia di TGCOM24, Clicca qui per rivedere l’intervista.