La vitiligine è un disturbo comune di ipopigmentazione che colpisce persone di ogni età e sesso. Si stima che colpisca circa l’1% della popolazione mondiale, con quasi un milione di casi segnalati in Italia.
Si tratta di un disturbo che si manifesta con chiazze bianche e opache sulla pelle delle aree esposte al sole, tra cui mani, viso, gambe e piedi.
Perché si forma e come si cura la vitiligine? Ne abbiamo parlato con il dottor Maurizio Nudo, responsabile del Servizio di Dermatologia di Humanitas Castelli di Bergamo.
Cos’è la vitiligine e quali sono le cause?
La vitiligine è la condizione più conosciuta, tra quelle che comportano una pigmentazione irregolare della pelle. Si ritiene che sia causata dall’attacco e dall’eliminazione dei melanociti da parte delle cellule dell’organismo, con conseguente impallidimento di alcune parti della pelle. Tuttavia, questa non è l’unica causa.
Esistono vari tipi di vitiligine, come la vitiligine idiopatica, la cui causa non è nota, e forme associate a patologie tiroidee come la tiroidite di Hashimoto.
Ci sono anche forme di vitiligine di origine traumatica, che potrebbero derivare ad esempio da docce troppo frequenti o dallo sfregamento continuo, in particolare nei soggetti con carnagione più scura. Inoltre, alcuni ritengono che la vitiligine possa essere legata a periodi di intenso disagio psicologico.
Vitiligine, gli esami per la diagnosi
Per determinare la presenza di vitiligine (anche se le macchie sulla pelle già possono indicarne la comparsa) è necessario eseguire alcuni esami del sangue come il dosaggio degli anticorpi anti-tireoglobulina (anti Tg), anti-microsomiale, FT4 e Tsh. Con questi esami si può confermare o escludere qualsiasi possibile correlazione con i problemi della tiroide.
La gravità della vitiligine può essere valutata con l’uso della luce di Wood, una luce violetta emessa da una lampada che può valutare il danno dermico o epidermico.
Come curare la vitiligine?
Le strategie terapeutiche sono impostate per stimolare la produzione di melanina, e vengono eseguite con l’utilizzo di metodiche che possono variare a seconda della stagione.
In inverno, i raggi UVB a banda stretta o i trattamenti con laser a eccimeri possono essere utilizzati per stimolare i melanociti a produrne di altri, così da poter favorire la pigmentazione delle chiazze più chiare.
Durante i mesi estivi, l’esposizione moderata al sole è spesso benefica, ma nei casi di vitiligine grave o diffusa può essere consigliata la somministrazione di farmaci a base di furocumarine, da assumersi per via orale, o l’applicazione di creme specifiche prima dell’esposizione al sole.
Generalmente i risultati sono buoni, specie se la vitiligine viene trattata fin dal suo esordio, e fin dall’età pediatrica o nei giovani-adulti.
È bene specificare che le parti più ostiche da trattare e curare sono mani e piedi, soprattutto quando la vitiligine è molto diffusa. In ogni caso, gli esiti variano da persona a persona: ci può essere rispondenza totale, così come casi di mancata risposta ai trattamenti.