La sindrome del tunnel carpale è una patologia molto comune, sia negli uomini, sia nelle donne, ma con un’incidenza superiore nelle seconde. Si tratta di una patologia caratterizzata dalla compressione del nervo mediano al suo passaggio dal polso alla mano attraverso il tunnel carpale.
Ne parliamo con il dottor Giorgio Pivato, Responsabile della Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva di Humanitas.
Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?
Quando abbiamo a che fare con il tunnel carpale, il sintomo più tipico è il formicolio notturno alle dita della mano, cosa che dovrebbe spingere chi ne soffre a rivolgersi a uno specialista.
La causa del formicolio è la diminuzione dell’arrivo di sangue al nervo, cosa che provoca al nervo una sofferenza. Questa situazione è creata a seguito di un’infiammazione dei tendini flessori che, aumentando il loro volume, riducono lo spazio a disposizione del nervo, causando un vero e proprio conflitto meccanico.
L’elettromiografia è l’esame specifico per avere una conferma diagnostica e una stadiazione del grado di gravità della compressione.
Quali sono le cause del tunnel carpale?
«Nel 90% dei casi non è possibile stabilire quale sia la causa dell’infiammazione tendinea che provoca la compressione del nervo mediano», spiega il dottor Pivato. «Molte sono le cause possibili, ma difficilmente possono essere provate: si va dai lavori manuali al freddo, a gesti ripetuti, al mantenimento di posture scorrette per più ore al giorno, a squilibri ormonali che possono caratterizzare particolari periodi della vita (gravidanza, menopausa)».
Soltanto in una piccola percentuale dei casi è possibile determinare una causa anatomica che sia poi la causa effettiva della compressione del nervo, come ad esempio la presenza di cisti o altre neoformazioni all’interno del canale, oppure la presenza di eventi traumatici acuti o a fratture mal consolidate del radio o delle ossa del carpo che creano le condizioni per una compressione secondaria del nervo.
Tunnel carpale: cosa fare contro il dolore
Trattare il dolore neurologico è generalmente difficile poiché risponde poco ai farmaci antinfiammatori o antidolorifici, ma anche alle terapie fisiche più comuni.
Inizialmente si può optare per un tutore di posizione che limiti la flessione del polso: in questo modo, la pressione sul nervo diminuisce e di conseguenza ci sarà un sollievo dal dolore.
Il tutore non può, salvo rari casi, essere una cura definitiva, poiché, trattandosi di una compressione meccanica, il presupposto dello schiacciamento non può essere risolto dall’esterno.
Tutore o intervento per contrastare il tunnel carpale
«Per capire se la soluzione è conservativa, ovvero non chirurgica, oppure se serve l’intervento è necessario valutare il caso del singolo paziente durante la visita specialistica. La soluzione conservativa con tutore è praticabile negli stadi iniziali e con una elettromiografia che mostri solo iniziali segni di sofferenza del nervo mediano. Il tutore deve essere confezionato sulla mano del paziente utilizzando materiali leggeri e traspiranti che ne rendano tollerabile l’utilizzo», continua il dottor Pivato.
Nel caso in cui il trattamento conservativo non sia efficace, in situazioni di grave compressione del nervo o di prolungata persistenza dei sintomi, l’intervento resta l’opzione più indicata. Con una piccola incisione cutanea di circa un centimetro a livello del polso, si procede per via endoscopica all’apertura del legamento trasverso del carpo che chiude il canale carpale».
L’intervento dura circa due minuti, non c’è necessità di utilizzare i punti di sutura in quanto la ferita si può chiudere con dei cerotti specifici, e la mano è utilizzabile il giorno stesso dell’intervento.