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	<title>Nutrizione Archives - Humanitas Salute</title>
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	<title>Nutrizione Archives - Humanitas Salute</title>
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		<title>Lipidi: cosa sono e dove si trovano?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 27 Nov 2024 08:46:39 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[Chiara Circosta]]></category>
		<category><![CDATA[grassi]]></category>
		<category><![CDATA[lipidi]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>I lipidi (o grassi) sono sostanze presenti in alimenti soprattutto [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[
<p>I <strong>lipidi</strong> (o grassi) sono sostanze presenti in alimenti soprattutto di origine animale. Svolgono diverse funzioni in quanto rappresentano una riserva energetica per l’organismo, compongono le membrane cellulari dei tessuti, contribuiscono al corretto funzionamento delle cellule, sono precursori di fattori pro-ormonali e permettono una corretta segnalazione ormonale, contribuiscono alla sintesi dell’emoglobina e alla coagulazione del sangue, aiutano la funzione sessuale e la riproduzione e favoriscono la crescita dell’organismo.</p>



<p>Le linee guida dell&#8217;Organizzazione Mondiale della Sanità suggeriscono su quanti e quali grassi consumare, con l&#8217;obiettivo di minimizzare il rischio di un incremento ponderale non salutare. Una riduzione dell&#8217;assunzione di grassi può contribuire infatti a prevenire il sovrappeso e a ridurre l&#8217;incidenza di malattie legate a una dieta squilibrata, come il <a href="https://www.humanitas.it/malattie/diabete-tipo-2/">diabete di tipo 2</a>, le patologie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro.</p>



<p>Ne parliamo con la dottoressa <strong><a href="https://www.humanitas-care.it/medici/chiara-circosta/">Chiara Circosta</a></strong>, nutrizionista presso i centri&nbsp; medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.&nbsp;</p>



<h2 class="wp-block-heading">I diversi tipi di grassi</h2>



<p>I grassi possono essere classificati in due categorie principali:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>Grassi saturi e trans</strong>. Tendono ad aumentare i livelli di colesterolo nel sangue e sono comunemente presenti in alimenti come burro, strutto, carne, formaggio, uova e in prodotti vegetali come la margarina.</li>



<li><strong>Grassi insaturi</strong>. Contrariamente ai grassi saturi, i grassi insaturi contribuiscono ad abbassare il <a href="https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/">colesterolo</a> nel sangue. Si trovano sia in alimenti di origine animale come pesce grasso e azzurro, sia in quelli di origine vegetale come oli, semi e frutta secca.</li>
</ul>



<p>I grassi insaturi si suddividono ulteriormente in:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>Polinsaturi</strong> (o Pufa). Essenziali per l’organismo, questi grassi contengono omega-3 e omega-6. Sono presenti nel pesce, in particolare quello azzurro e salmone, negli oli come quello di canapa e di fegato di merluzzo, nella frutta secca come mandorle, pinoli, pistacchi, pecan, noci brasiliane, nocciole, anacardi, nelle alghe, e nei semi come quelli di lino, di chia, di soia, di noce, di kiwi, di mirtillo rosso e di camelia.</li>



<li><strong>Monoinsaturi</strong>. Sono caratterizzati da una sola insaturazione, come l’acido grasso palmitico e oleico. Si trovano prevalentemente negli oli vegetali come l’olio extravergine d’oliva e di semi, nell’avocado, e nella frutta secca mandorle, nelle nocciole e nei pistacchi e oli derivanti da questi.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">A cosa servono i grassi?</h2>



<p><strong>I grassi e gli acidi grassi svolgono funzioni fondamentali, assicurando un apporto costante di energia</strong>. Tra i loro compiti principali c’è il trasporto delle vitamine liposolubili <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-a-retinolo/">A</a>, <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-d/">D</a>, <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-e-tocoferolo/">E</a> e <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-k-naftochinone/">K</a>, facilitandone l’assorbimento nell&#8217;intestino. Inoltre, hanno proprietà ormonali e infiammatorie, proteggono il corpo dai radicali liberi, garantiscono la funzionalità del sistema nervoso centrale, partecipano ai processi di termoregolazione corporea e contribuiscono alla salute e fluidità della membrana cellulare.</p>



<p>Ma non solo, hanno anche una funzione di riserva energetica per l’organismo e i PUFA, in particolar modo coinvolgono il benessere degli occhi, del cuore, contrastano l’ipertensione e l’aumento dei trigliceridi, contribuiscono al mantenimento di normali livelli di colesterolo e migliorano l&#8217;umore, ostacolando alcune forme di depressione.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quanti grassi vanno assunti al giorno?</h2>



<p>Le nuove linee guida dell&#8217;OMS suggeriscono che, per prevenire un aumento di peso non salutare, gli adulti dovrebbero limitare l&#8217;assunzione totale di grassi a non più del 30% dell&#8217;apporto energetico complessivo giornaliero.</p>



<p>In generale è consigliabile un apporto di:</p>



<p>• acidi grassi saturi inferiore al 10% dell’energia totale;</p>



<p>• acidi grassi monoinsaturi compreso tra il 10% e il 15% dell’energia totale;</p>



<p>• acidi grassi polinsaturi tra il 5% e il 10%</p>



<p>Gli acidi grassi saturi, presenti in alimenti come carne grassa, latticini, grassi solidi e oli come burro, burro chiarificato, strutto, olio di palma e olio di cocco, e gli acidi grassi trans, contenuti in prodotti da forno, cibi fritti, snack confezionati, carne e latticini provenienti da ruminanti, possono essere ben sostituiti con altri acidi grassi polinsaturi, acidi grassi monoinsaturi.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Come introdurre i grassi nella propria dieta</h2>



<p>Ecco alcuni suggerimenti per introdurre la giusta quantità di grassi “buoni” nell’alimentazione:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>preferire l’utilizzo dell’olio extra vergine di oliva rispetto al burro;</li>



<li>mangiare ogni giorno 30 g di frutta secca come noci, noccioline o mandorle (anche tostate ma non salate);</li>



<li>insaporire le insalate con semi vegetali (semi di lino, chia, canapa, girasole);</li>



<li>usare le alghe alimentari (alga wakame);</li>



<li>prediligere uova di galline allevate all&#8217;aperto;</li>



<li>ridurre il consumo di merendine confezionate;</li>



<li>ridurre il consumo di prodotti grassi “trasformati”, come le patatine fritte;</li>



<li>preferire un piatto preparato a casa a uno preconfezionato o precotto;</li>



<li>limitare il consumo di formaggi grassi e carni rosse.</li>
</ul>



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		<title>Acido folico in gravidanza: quando iniziare a prenderlo?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 24 Oct 2024 09:04:57 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Gravidanza]]></category>
		<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[acido folico]]></category>
		<category><![CDATA[gravidanza]]></category>
		<category><![CDATA[maria bravo]]></category>
		<category><![CDATA[marinella dell'avanzo]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La vitamina B9, comunemente nota come acido folico, riveste un [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>La <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-b9-acido-folico/">vitamina B9</a>, comunemente nota come <strong>acido folico</strong>, riveste un ruolo cruciale per le donne in età fertile, poiché favorisce e protegge lo sviluppo dell&#8217;embrione, contribuisce alla sintesi delle proteine e del DNA, e partecipa alla formazione dell&#8217;emoglobina.</p>



<p>Poiché l&#8217;acido folico non può essere immagazzinato nell&#8217;organismo e deve essere <strong>assunto tramite l&#8217;alimentazione</strong>, è di vitale importanza che, al momento del concepimento, l&#8217;embrione abbia a disposizione la quantità necessaria di acido folico per il suo sviluppo. È infatti durante le prime 6 settimane di vita embrionale che quest&#8217;ultimo utilizza l&#8217;acido folico presente nell&#8217;ambiente materno per lo sviluppo del suo <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/anatomia/sistema-nervoso/">sistema nervoso</a>, anche quando la donna potrebbe non essere ancora consapevole della gravidanza. Di conseguenza, una carenza di acido folico in questo periodo cruciale potrebbe compromettere lo sviluppo corretto del sistema nervoso del feto.&nbsp;</p>



<p>Quando iniziare ad assumerlo? Approfondiamo l’argomento con due specialiste di <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a>: la dottoressa <strong><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/maria-bravo/">Maria Bravo</a></strong>, biologa nutrizionista, e la dottoressa <strong><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/marinella-dellavanzo/">Marinella Dell’Avanzo</a></strong>, ginecologa.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quando prendere l’acido folico&nbsp;</h2>



<p>Per prevenire difetti del sistema nervoso associati alla carenza di vitamina B9 (acido folico), come la spina bifida, l&#8217;anencefalia, cardiopatie congenite e difetti del labbro e del palato, le donne in età fertile dovrebbero iniziare a prendere 0,4 milligrammi di acido folico al giorno tre mesi prima del concepimento e durante il primo trimestre di gravidanza, raddoppiando così il normale fabbisogno giornaliero di circa 0,2 mg. Durante la <strong>gravidanza</strong>, la dose raccomandata è raddoppiata, poiché il feto utilizza le riserve di acido folico della madre. Studi hanno dimostrato che questo può ridurre fino al 40% la probabilità di difetti del tubo neurale come la spina bifida e l&#8217;anencefalia.</p>



<p>È essenziale anche considerare la possibilità di una riduzione dell&#8217;assorbimento di acido folico nel periodo preconcezionale, aumentando quindi ulteriormente il fabbisogno. Le carenze di acido folico possono essere causate da farmaci come barbiturici ed estrogeni-progestinici, eccessivo consumo di alcol, <a href="https://www.humanitas.it/malattie/diabete/">diabete</a> insulino-dipendente, <a href="https://www.humanitas.it/malattie/celiachia/">celiachia</a> e malassorbimento intestinale.</p>



<h2 class="wp-block-heading">In quali alimenti si trova l’acido folico</h2>



<p>L&#8217;acido folico, una vitamina del gruppo B, è presente in diversi <strong>alimenti</strong>, tra cui:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Verdure a foglia verde come lattuga, broccoli, spinaci e asparagi</li>



<li>Fegato</li>



<li>Latte</li>



<li>Alcuni cereali</li>



<li>Legumi</li>



<li>Frutti come arance, kiwi e limoni</li>



<li>Noci, nocciole e pistacchi.</li>
</ul>



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		<title>Fibre: a cosa servono e dove si trovano</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/nutrizione/103757-fibre-a-cosa-servono-e-dove-si-trovano/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Fri, 22 Mar 2024 15:21:39 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[cancro del colon e del retto]]></category>
		<category><![CDATA[carboidrati complessi]]></category>
		<category><![CDATA[carboidrati semplici]]></category>
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		<category><![CDATA[valutazione dietetica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Le fibre alimentari presenti in cereali, frutta, verdure e altri [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Le <strong>fibre alimentari</strong> presenti in cereali, frutta, verdure e altri prodotti vegetali sono eterogenee e svolgono una serie di <strong>funzioni benefiche per la salute generale</strong> e in particolare per il <strong>benessere intestinale</strong>. Tuttavia, per ottenere i massimi benefici, è essenziale integrare le fibre all&#8217;interno di una dieta complessiva sana ed equilibrata.</p>



<p>Ne parliamo con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/maria-bravo/"><strong>Maria Bravo</strong></a>, biologa nutrizionista di <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Fibre: in quali alimenti si trovano?</h2>



<p>Le fibre sono composte da <strong>catene di zuccheri particolari</strong>, classificati come <strong>carboidrati complessi</strong>, che non vengono digerite né assorbite dall&#8217;intestino. Hanno però la notevole capacità di assorbire acqua e facilitare il passaggio e l&#8217;evacuazione delle feci. Inoltre, le fibre costituiscono una <strong>fonte energetica essenziale</strong> per la flora batterica intestinale, contribuendo così al <strong>benessere dell&#8217;apparato gastrointestinale</strong>.</p>



<p>Esistono due categorie principali di fibre, denominate solubili e insolubili, che svolgono ruoli diversi nell&#8217;intestino e si trovano principalmente in prodotti vegetali, verdure, legumi (come ceci, lenticchie, fagioli, piselli e fave), frutta (specialmente con buccia) e cereali integrali, compresi prodotti derivati come pane e pasta.&nbsp;</p>



<p>La maggior parte degli alimenti vegetali contiene sia fibre solubili che insolubili, con una predominanza di uno dei due tipi di fibra. In generale, alimenti crudi, non lavorati (tritati, centrifugati, frullati, spremuti, ecc.) tendono ad avere un contenuto più elevato di fibre.</p>



<p>È importante garantire un adeguato apporto ed equilibrio tra i due tipi di fibre nella dieta quotidiana.</p>



<p>Fonti di <strong>fibre solubili</strong> includono principalmente:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>frutta (come mele, agrumi, pesche, susine, frutti di bosco)</li>



<li>legumi (fagioli, ceci, piselli, fave, lenticchie) </li>



<li>alcune verdure (come broccoli e carote).</li>
</ul>



<p>Le <strong>fibre insolubili</strong> si trovano prevalentemente all’interno di:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>cereali integrali</li>



<li>crusca</li>



<li>verdure a foglia verde</li>



<li>frutta secca </li>



<li>semi di lino. </li>
</ul>



<p>È importante notare che l&#8217;assunzione di fibre dovrebbe essere accompagnata da un <strong>adeguato livello di idratazione</strong>, ovvero circa un litro e mezzo/due litri di acqua al giorno, in base alle esigenze individuali.</p>



<h2 class="wp-block-heading">A cosa servono le fibre?</h2>



<p>Le <strong>fibre solubili</strong> svolgono un ruolo cruciale nel ritardare il tempo di transito e di assorbimento intestinale, promuovendo una <strong>sensazione di sazietà</strong> e <strong>migliorando il controllo della glicemia</strong> e, di conseguenza, dell&#8217;insulinemia. Questa caratteristica benefica riduce il rischio di sviluppare il <a href="https://www.humanitas.it/malattie/diabete/">diabete</a>. Le fibre solubili contribuiscono inoltre all&#8217;<strong>equilibrio della flora batterica intestinale</strong> e riducono l&#8217;<strong>assorbimento del colesterolo</strong>, contribuendo così a ridurre i livelli ematici del cosiddetto colesterolo &#8220;cattivo&#8221;.</p>



<p>Le <strong>fibre insolubili</strong> hanno l&#8217;effetto di aumentare la massa delle feci, <strong>accelerare il transito intestinale</strong> e favorire l&#8217;evacuazione. Come le fibre solubili, anche le fibre insolubili contribuiscono al ritardo dell&#8217;assorbimento del glucosio, al miglior controllo della glicemia e a un minor rischio di diabete.</p>



<p>In generale, una dieta ricca di fibre offre numerosi vantaggi per la salute generale, inclusi il controllo del peso, la riduzione del rischio di <a href="https://www.humanitas.it/malattie/diverticolosi">diverticolosi</a> del colon, del <a href="https://www.humanitas.it/malattie/tumore-del-colon-retto">cancro del colon e del retto</a>, nonché del diabete. A livello cardiovascolare, le fibre contribuiscono alla <strong>diminuzione della pressione arteriosa</strong>, dei livelli di colesterolo e dei marcatori di infiammazione nel sangue. Le fibre sono inoltre benefiche per la salute intestinale, favorendo la gestione della <a href="https://www.humanitas.it/malattie/stipsi/">stitichezza</a> e mantenendo una buona regolarità intestinale. Infine, i <strong>prebiotici</strong>, un tipo di fibra, contribuiscono alla salute delle cellule delle pareti del colon e del sistema immunitario.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quante fibre vanno assunte ogni giorno?</h2>



<p>Adottare una <strong>dieta mediterranea</strong> corretta e bilanciata consente di raggiungere la quantità raccomandata di fibre, secondo gli ultimi Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (LARN) della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). Questa quantità è di <strong>almeno 25 grammi al giorno di fibra alimentare</strong> negli adulti e di 8,4 grammi per 1000 kcal nell&#8217;età evolutiva.</p>



<p>Nella pratica quotidiana, ciò significa consumare almeno <strong>5 porzioni di frutta e verdura al giorno</strong>, privilegiando prodotti integrali e legumi, oltre a garantire un adeguato apporto di acqua, pari a 1,5-2 litri al giorno. L&#8217;uso di integratori di fibre alimentari dovrebbe essere prescritto da uno <strong>specialista</strong> e monitorato attentamente da un medico per evitare potenziali effetti collaterali, soprattutto in caso di un uso eccessivo di fibre o lassativi.</p>



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		<title>Carboidrati, quali sono e a cosa servono</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/nutrizione/103644-carboidrati-quali-sono-e-a-cosa-servono/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Fri, 08 Mar 2024 14:28:48 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[carboidrati]]></category>
		<category><![CDATA[carboidrati complessi]]></category>
		<category><![CDATA[carboidrati di qualità]]></category>
		<category><![CDATA[colesterolo]]></category>
		<category><![CDATA[diabete]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[martina francia]]></category>
		<category><![CDATA[valutazione dietetica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>I carboidrati, insieme alle proteine e ai grassi, costituiscono uno [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>I carboidrati, insieme alle proteine e ai grassi, costituiscono uno dei <strong>tre principali macronutrienti</strong> nella dieta. I carboidrati sono composti da carbonio, idrogeno e ossigeno, e sono presenti <strong>principalmente negli alimenti di origine vegetale</strong>, come i cereali. In base alla loro struttura, i carboidrati possono essere suddivisi in semplici e complessi.</p>



<p>L&#8217;Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha revisionato le direttive sull&#8217;assunzione di carboidrati per adulti e bambini, proponendo raccomandazioni mirate a mitigare l&#8217;aumento di peso e a ridurre il rischio di sviluppare <strong>malattie cardiovascolari</strong>, <a href="https://www.humanitas.it/malattie/diabete-tipo-2/">diabete di tipo 2</a> e alcune forme di tumore.&nbsp;</p>



<p>Ne parliamo con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-care.it/medici/martina-francia/"><strong>Martina Francia</strong></a>, nutrizionista presso i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Carboidrati semplici e complessi: quali sono?</h2>



<p>I carboidrati possono essere distinti in:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>Semplici</strong> (monosaccaridi o disaccaridi): Questi carboidrati vengono <strong>facilmente assimilati</strong> dall&#8217;organismo e sono <strong>utilizzati per produrre energia</strong>. Comprendono gli zuccheri presenti naturalmente in alimenti, ma anche quelli aggiunti per conservare o preparare alcuni cibi (trovati in caramelle, bevande gassate, succhi di frutta, miele, zucchero da tavola).</li>



<li><strong>Complessi </strong>(oligosaccaridi o polisaccaridi): Questi carboidrati richiedono <strong>più tempo per essere digeriti</strong> e includono alimenti come pasta, patate, riso, pane e legumi.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">A cosa servono i carboidrati?</h2>



<p>I carboidrati svolgono un ruolo fondamentale nella nostra alimentazione, essendo la <strong>principale fonte di energia per l&#8217;organismo</strong>. Inoltre, contribuiscono al controllo del metabolismo del glucosio nel sangue e dell&#8217;insulina, partecipano al metabolismo del <a href="https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/">colesterolo</a> e dei trigliceridi e sono coinvolti nei <strong>processi di fermentazione</strong>.</p>



<p>I carboidrati qualitativamente migliori sono quelli complessi, in quanto contengono un <strong>maggior quantitativo di fibre</strong>, <strong>vitamine e minerali</strong>. Contribuiscono a garantire un <strong>maggiore senso di sazietà</strong>, <strong>evitano picchi glicemici</strong> e riducono l&#8217;assorbimento di colesterolo.</p>



<p>Pertanto, è preferibile optare per <strong>cereali integrali</strong> come:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>pasta</li>



<li>riso</li>



<li>farro</li>



<li>orzo</li>



<li>cous cous</li>



<li>miglio</li>



<li>quinoa</li>
</ul>



<p>oltre a patate e pane integrale.</p>



<h2 class="wp-block-heading">I carboidrati fanno aumentare di peso?</h2>



<p>I carboidrati in <strong>generale non causano aumento di peso</strong>, ma tutto dipende dalla <strong>quantità consumata</strong>.</p>



<p>Possiamo immaginare i carboidrati complessi come una collana di perle, come la pasta, che una volta ingerita viene suddivisa in parti singole (carboidrati semplici). Questi vengono poi assorbiti dal nostro organismo e <strong>utilizzati secondo questo ordine</strong>:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>fonte di energia per metabolismo se il nostro corpo ne ha bisogno subito</li>



<li>immagazzinati come “riserve di glicogeno” nel fegato e muscoli</li>



<li>convertiti in grassi se sono in eccesso</li>
</ul>



<p>Solo in quest&#8217;ultimo caso i carboidrati possono contribuire all&#8217;aumento di peso, ma ciò avviene solo quando sono <strong>in eccesso</strong> nell’alimentazione.</p>



<p>In tavola, a ogni pasto, non dovrebbe <strong>mai mancare una porzione di carboidrati</strong>. Immaginando un piatto rotondo, dovremmo sempre averne metà occupato da verdure, un quarto da carboidrati e un quarto da proteine.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quanti carboidrati assumere al giorno?</h2>



<p>Le nuove indicazioni dell’OMS, oltre a limitare l’assunzione di zuccheri liberi e ridurre la quantità di grassi nella dieta, sottolineano l’importanza di scegliere <strong>carboidrati di qualità</strong> (per natura e composizione) per una buona salute. Più in particolare, raccomandano che l’assunzione – <strong>a partire dai 2 anni di età</strong> – provenga principalmente da cereali integrali, verdura, frutta e legumi.</p>



<p>Per gli adulti, si suggerisce di consumare almeno 400 grammi di verdura e frutta e 25 grammi di fibre alimentari naturali al giorno. Nella sua prima <strong>guida per bambini e adolescenti</strong>, l’OMS propone di assumere <strong>verdura e frutta</strong> in quantità che variano in base all’età:</p>



<p>2-5 anni: almeno 250 g al giorno;</p>



<p>6-9 anni: almeno 350 g al giorno;</p>



<p>10 anni o più: almeno 400 g al giorno (come gli adulti).</p>



<p>Sempre in base all’età, le indicazioni dell’OMS relative all’assunzione di <strong>fibre alimentari</strong> presenti in natura sono:</p>



<p>2-5 anni: almeno 15 g al giorno;</p>



<p>6-9 anni: almeno 21 g al giorno;</p>



<p>10 anni o più: almeno 25 g al giorno.</p>



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		<title>Diabete: quale frutta mangiare e quale evitare</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 31 Jan 2024 15:10:38 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[diabete frutta]]></category>
		<category><![CDATA[Elisabetta Macorsini]]></category>
		<category><![CDATA[frutta con alto contenuto di zuccheri]]></category>
		<category><![CDATA[glicemia]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Mater Domini]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[valutazione dietetica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Quando si parla di diabete e frutta, le opinioni possono [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Quando si parla di <strong><a href="https://www.humanitas.it/malattie/diabete/">diabete</a></strong> e frutta, le opinioni possono essere contrastanti. Si sa che la frutta contiene zuccheri, quindi potrebbe essere lecito pensare che la sua assunzione sia sconsigliata alle persone con <a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/glicemia/">glicemia</a> alta. Ma è davvero così?</p>



<p>La frutta è una componente fondamentale di una dieta equilibrata e sana, inclusa per chi soffre di diabete. Non ci sono frutti specificamente proibiti, ma è importante <strong>monitorare le porzioni</strong> consumate per non influenzare negativamente l&#8217;indice glicemico.</p>



<p>Approfondiamo l’argomento con la dottoressa <a href="https://www.materdomini.it/medici/elisabetta-macorsini/">Elisabetta Macorsini</a>, biologa e nutrizionista di <a href="https://www.materdomini.it/">Humanitas Mater Domini</a> e dei centri medici <a href="http://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Glicemia alta: quale frutta evitare o limitare?</h2>



<p>È importante fare attenzione all&#8217;assunzione di <strong>frutti con un alto contenuto di zuccheri</strong>, come l&#8217;uva, i fichi, i cachi e le banane, poiché sono ricchi di fruttosio e possono influenzare l&#8217;<strong>incremento della glicemia</strong>. Ciò non significa eliminarli completamente dalla dieta, ma moderarne il consumo, possibilmente limitandolo a <strong>una volta a settimana</strong> e riducendo le porzioni. Si raccomanda di non superare i 150 grammi di carboidrati per porzione di frutta.</p>



<p>È consigliabile moderare anche il consumo di <strong>frutta cotta</strong>, candita o essiccata, perché la perdita di acqua durante la cottura o la disidratazione <strong>aumenta la concentrazione di fruttosio</strong>.</p>



<p>Invece, sarebbe preferibile evitare le spremute e i succhi di frutta industriali, che spesso contengono zuccheri aggiunti.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quale frutta preferire in caso di diabete?</h2>



<p>A seconda della stagionalità, si possono selezionare diversi tipi di frutta. Ad esempio, in autunno, i &#8220;<strong>frutta a guscio</strong>&#8221; come noci e mandorle, e i <strong>frutti di bosco</strong>, sono particolarmente consigliati per chi deve monitorare la glicemia, poiché non causano un rialzo significativo dei livelli di zucchero nel sangue.</p>



<p>Anche la frutta fresca come mele, pere, nespole, lamponi, fragole, ciliegie, albicocche, arance, pesche e mandarini è permessa, purché la buccia sia accuratamente lavata e le quantità siano moderate. È importante ricordare che il fruttosio viene <strong>metabolizzato in modo simile ai grassi</strong>, pertanto può portare ad un aumento dei <a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/trigliceridemia/">trigliceridi</a>.</p>



<p>Un altro suggerimento è quello di consumare la frutta <strong>due ore dopo i pasti</strong> per non influenzare eccessivamente il carico glicemico. Inoltre, abbinare la frutta a un pezzetto di pane integrale o a semi oleosi come le mandorle può aiutare a rallentare l&#8217;assorbimento degli zuccheri contenuti nella frutta.</p>



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		<title>Colazione: meglio dolce o salata?</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/nutrizione/103531-colazione-meglio-dolce-o-salata/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 23 Jan 2024 07:58:07 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[colazione dolce e salata]]></category>
		<category><![CDATA[Elisabetta Macorsini]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Mater Domini]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[nutrienti]]></category>
		<category><![CDATA[valutazione dietetica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La colazione è un pasto fondamentale, tanto quanto il pranzo [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>La colazione è un pasto fondamentale, tanto quanto il pranzo e la cena. Essendo il primo pasto della giornata, offre l&#8217;opportunità di fornire al corpo i <strong>nutrienti necessari</strong> per affrontare le attività quotidiane, che si tratti di lavoro, studio, esercizio fisico o semplicemente una giornata di divertimento, specialmente in vacanza.</p>



<p>Si può optare per una colazione leggera o più abbondante, dolce in stile italiano o salata come in Inghilterra. L&#8217;essenziale è che <strong>il pasto sia equilibrato</strong> e comprenda gli ingredienti giusti.</p>



<p>Approfondiamo l’argomento con la dottoressa <a href="https://www.materdomini.it/medici/elisabetta-macorsini/">Elisabetta Macorsini</a>, biologa e nutrizionista di <a href="https://www.materdomini.it/">Humanitas Mater Domini</a> e dei centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.&nbsp;</p>



<h2 class="wp-block-heading">Colazione: perché è importante</h2>



<p>Dopo una notte di riposo, durante la quale il corpo non ha ricevuto nutrimento, la colazione svolge un ruolo cruciale nel <strong>riattivare il metabolismo</strong>. Ecco perché è così importante<strong> non saltare questo pasto</strong>. Sebbene la tentazione di limitarsi a un caffè possa essere forte, soprattutto per massimizzare il tempo di sonno, è fondamentale ricordare che i nutrienti assunti durante la colazione ci forniscono l&#8217;energia necessaria per affrontare la giornata e aiutano anche a <strong>evitare eccessi </strong>nei pasti successivi. Quando siamo sazi, il nostro organismo non avverte il bisogno di pasti abbondanti o di spuntini ipercalorici durante il giorno. È inoltre importante considerare che <strong>i processi digestivi sono più efficaci al mattino</strong>, mentre si rallentano avvicinandosi all&#8217;ora di pranzo e, soprattutto, di cena. Per questo, si consiglia di non concentrare un eccesso di calorie nella seconda parte della giornata.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Colazione dolce o salata?</h2>



<p>In Italia, la colazione è generalmente dolce e comprende spesso fette biscottate, marmellata, yogurt, e bevande come caffè, tè o cappuccino, e talvolta spremuta d&#8217;arancia. È comune anche l&#8217;uso di miele al posto della marmellata, pane tostato o biscotti al posto delle fette biscottate, e l&#8217;aggiunta di frutta fresca come mirtilli, banane o pesche.&nbsp;</p>



<p>Questa colazione rappresenta un&#8217;<strong>opzione equilibrata</strong> in termini di calorie e nutrienti. Caratterizzata da un <strong>apporto calorico moderato</strong>, offre una buona quantità di carboidrati, sia semplici che complessi, mantenendosi contenuta in termini di grassi e zuccheri. Le sostanze nutritive fornite da questo pasto sono ideali per iniziare la giornata con la giusta energia, evitando di appesantire eccessivamente l&#8217;intestino. Si raccomanda, per un maggior beneficio, di optare per una <strong>colazione preparata in casa</strong>, preferendo questa alla tipica colazione da bar, che solitamente include cappuccino e brioche.</p>



<p>Al contrario, in Inghilterra e Germania, le colazioni sono tipicamente salate e includono alimenti come pancetta e uova, a volte accompagnati da würstel e brioche salate. Questi pasti sono ricchi di proteine e <strong>grassi saturi</strong>. Il consumo di questi alimenti al mattino può essere più <strong>gravoso per l&#8217;apparato gastrointestinale</strong>, che è più sensibile dopo aver digerito il pasto serale, e può aumentare la <strong>produzione di bile</strong>.</p>



<p>Negli Stati Uniti, la colazione comune abbinata al classico &#8220;caffè americano&#8221; include spesso succo confezionato, torte, pane, burro, uova, prosciutto cotto e formaggio. Anche in questo caso, la colazione è ricca sia in proteine che in grassi.</p>



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<p></p>
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		<item>
		<title>Betacarotene: i benefici e in quali alimenti si trova</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/nutrizione/103491-betacarotene-i-benefici-e-in-quali-alimenti-si-trova/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Fri, 19 Jan 2024 07:49:51 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[betacarotene]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[matteo cozzi]]></category>
		<category><![CDATA[proprietà antinfiammatorie]]></category>
		<category><![CDATA[proprietà antiossidanti]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il betacarotene è noto per i suoi benefici sulla salute [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Il betacarotene è noto per i suoi <strong>benefici sulla salute</strong> della vista e molti lo associano immediatamente alle carote. Tuttavia, questa sostanza è presente in una <strong>vasta gamma di altri alimenti</strong>.&nbsp;</p>



<p>Il beta-carotene appartiene alla famiglia dei carotenoidi, pigmenti naturalmente presenti negli alimenti che conferiscono loro tonalità intense e vivaci. Questo nutriente si distingue per essere un carotenoide di tipo provitamina A, il che implica che funge da precursore per la vitamina A. Una volta ingerito, il beta-carotene si converte in vitamina A all&#8217;interno dell&#8217;intestino, svolgendo un ruolo cruciale nel processo nutritivo.</p>



<p>Quali sono i suoi benefici e in quali alimenti si trova? Ne parliamo con il dottor <strong>Matteo Cozzi</strong>, biologo nutrizionista presso i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">I benefici del betacarotene</h2>



<p>Il betacarotene ha diverse <strong>proprietà benefiche</strong> per il nostro organismo.</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>Proprietà antiossidanti</strong>. Gli antiossidanti come il beta-carotene aiutano a combattere i danni al corpo a livello cellulare. Questo perché il beta-carotene agisce come un antiossidante, il che significa che aiuta a impedire che i radicali liberi si accumulino nel corpo e causino stress ossidativo. Lo stress ossidativo è collegato a una serie di malattie croniche, come il <a href="https://www.humanitas.it/malattie/cancro-e-tumore/">cancro</a>, le malattie cardiache, il <a href="https://www.humanitas.it/malattie/alzheimer/">morbo di Alzheimer</a> e altro ancora. </li>



<li><strong>Proprietà antinfiammatorie</strong>. Alimenti ricchi di sostanze nutritive possono svolgere un ruolo chiave nel ridurre l&#8217;infiammazione nel corpo, e il beta-carotene è uno dei nutrienti con proprietà antinfiammatorie riconosciute. L&#8217;infiammazione interna è un processo <strong>simile al gonfiore</strong> visibile in seguito a un trauma, ma si verifica <strong>a livello cellulare</strong>. La presenza prolungata di infiammazione cronica è associata allo sviluppo di diverse malattie croniche. Adottare un regime alimentare ricco di nutrienti essenziali, tra cui il beta-carotene, può contribuire a modulare la risposta infiammatoria del corpo.</li>



<li><strong>Fa bene alla vista</strong>, grazie alla vitamina A.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Quali sono gli alimenti più ricchi di betacarotene?</h2>



<p>Oltre alle carote, che ne contengono 10,605 mcg, ci sono altri alimenti ricchi di betacarotene, <strong>non necessariamente di colore arancione.</strong> Ne indichiamo alcuni:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Patata dolce &#8211; 23,018 mcg</li>



<li>Zucca &#8211; 9,369 mcg</li>



<li>Melone &#8211; 3,575 mcg</li>



<li>Lattuga romana &#8211; 2,456 mcg</li>



<li>peperoni rossi &#8211; 2,420 mcg</li>



<li>Spinaci &#8211; 1,688 mcg</li>



<li>Albicocche &#8211; 1,696 mcg</li>



<li>Broccoli &#8211; 1,449 mcg</li>



<li>Piselli &#8211; 1,216 mcg</li>



<li>Mango &#8211; 1,056 mcg</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Quanto betacarotene è necessario assumere?&nbsp;</h2>



<p>Il betacarotene è importante perché contribuisce alla produzione di <strong>vitamina A</strong> nel corpo, risultando così un elemento essenziale di un&#8217;alimentazione equilibrata.</p>



<p>Per gli adulti <strong>oltre i 19 anni</strong>, il limite massimo raccomandato di vitamina A è di 3.000 microgrammi al giorno, ricordando che un eccesso di questa vitamina <strong>può risultare nocivo</strong>.</p>



<p>La vitamina A, essendo <strong>liposolubile</strong>, si accumula nell&#8217;organismo, in particolare nel fegato e nel tessuto adiposo, per essere utilizzata successivamente. Questo significa che la vitamina A rimane nel corpo più a lungo rispetto a vitamine <strong>idrosolubili</strong> come la vitamina C e quelle del gruppo B, che vengono rapidamente smaltite attraverso le urine.</p>



<p>Proprio per la sua capacità di accumulo, <strong>è importante non eccedere</strong> nell&#8217;assunzione di vitamina A. Per questo motivo, l&#8217;uso di integratori di vitamina A generalmente non è consigliato se non sotto stretta supervisione medica.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Cosa può provocare un eccesso di betacarotene?</h2>



<p>Un effetto collaterale dell&#8217;eccesso di betacarotene da tenere presente è la <strong>carotenemia</strong>, una condizione che può causare un cambiamento del colore della pelle verso tonalità giallo-arancione, più evidente nelle persone con carnagione chiara.</p>



<p>Questo fenomeno, seppur non pericoloso, può essere un indicatore della necessità di ridurre l&#8217;assunzione di alimenti ricchi di betacarotene e di aumentare il consumo di altri frutti e verdure. È fondamentale variare gli alimenti per garantire all&#8217;organismo un corretto apporto di tutti i nutrienti necessari.</p>



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		<title>Curcuma: i benefici per la salute del cervello</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/nutrizione/103455-curcuma-i-benefici-per-la-salute-del-cervello/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Fri, 22 Dec 2023 10:36:35 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La curcuma è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>La <strong>curcuma</strong> è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia dello zenzero, nota anche come Curcuma longa. È originaria dell&#8217;Asia meridionale, in particolare dell&#8217;India, ed è coltivata in molte <strong>regioni tropicali</strong>.</p>



<p>La parte principale della pianta utilizzata a fini culinari e medicinali è la <strong>radice</strong>, che viene estratta, essiccata e macinata per produrre una polvere di colore giallo brillante, conosciuta come polvere di curcuma. Questa spezia è un ingrediente essenziale nella cucina indiana e asiatica, dove è utilizzata per dare colore e sapore ai piatti. Ha un sapore terroso, leggermente amaro.</p>



<p>Quali sono i suoi benefici per la salute? Ne parliamo con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-care.it/medici/elisabetta-macorsini/">Elisabetta Macorsini</a>, biologa nutrizionista di <a href="https://www.materdomini.it/">Humanitas Mater Domini</a> e presso i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">I benefici della curcuma</h2>



<p>Il principio attivo della curcuma è la <strong>curcumina</strong>, presente in quantità moderate nella pianta. La curcumina, grazie alle sue <strong>proprietà antinfiammatorie</strong>, potrebbe svolgere un ruolo importante nella prevenzione del declino delle <strong>funzioni cognitive</strong> legato all&#8217;invecchiamento e a determinate condizioni patologiche. Questa sostanza offre benefici significativi al cervello grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, alle sue <strong>capacità antiossidanti</strong> e alla presenza di acidi grassi omega-3.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Gli altri alimenti che fanno bene al cervello</h2>



<p>Anche altri alimenti possono concorrere alla buona salute del sistema nervoso. Tra questi, rientrano i <strong>vegetali</strong>, in particolare la famiglia delle <strong>Brassicacee</strong>, come cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles e cavolfiori, noti per essere <strong>ricchi di vitamina C e acido folico</strong>, che possono <strong>migliorare la memoria</strong> e sostenere la concentrazione e l&#8217;attenzione.</p>



<p>Le <strong>noci</strong> costituiscono un&#8217;altra categoria di alimenti benefici per il cervello, poiché sono ricche di acidi grassi omega-6 e omega-3, vitamina E e vitamina B6, che contribuiscono al mantenimento del sistema nervoso a diversi livelli.</p>



<p>I <strong>mirtilli</strong>, grazie alla presenza di antocianine e cianidine, sostanze che promuovono l&#8217;eliminazione dei <strong>radicali liberi</strong> e le reazioni antinfiammatorie, possono aiutare a mitigare il carico infiammatorio associato all&#8217;invecchiamento del cervello, che può contribuire al <strong>declino cognitivo</strong>.</p>



<p>La curcuma, insieme ai vegetali, alle noci e ai mirtilli, svolge un ruolo significativo nel supportare la <strong>salute del cervello</strong> e del sistema nervoso.</p>



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<p></p>
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		<title>Gli alimenti che fanno bene al fegato</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Sun, 15 Oct 2023 19:10:26 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[Chiara Circosta]]></category>
		<category><![CDATA[dieta]]></category>
		<category><![CDATA[fegato]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il fegato è uno degli organi più vitali e cruciali [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[
<p>Il <strong>fegato</strong> è uno degli organi più vitali e cruciali del corpo umano, essenziale per il metabolismo. Questa ghiandola, la più grande del nostro organismo, svolge molteplici funzioni che sono fondamentali per la <strong>digestione degli alimenti</strong>, la <strong>difesa dell&#8217;organismo</strong> e l&#8217;<strong>eliminazione di sostanze tossiche</strong>.</p>



<p>Cosa mangiare per mantenere il fegato in salute? Ne parliamo con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-care.it/medici/chiara-circosta/">Chiara Circosta</a>, nutrizionista presso i centri <a href="https://www.humanitas-care.it/"><strong>Humanitas Medical Care</strong></a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Come mantenere il fegato in salute?</h2>



<p>Ci sono abitudini, stili di vita e fattori esterni che possono influire sul fegato. È importante prestare attenzione al <strong>fumo</strong> di sigaretta, <strong>evitare la sedentarietà</strong> e, soprattutto, moderare il <strong>consumo di alcol</strong>.</p>



<p>Inoltre, lo <strong>stress</strong> e l&#8217;assunzione di <strong>alcuni farmaci</strong> possono avere un impatto negativo sul fegato. Il consiglio è quello di assumere farmaci <strong>solo quando strettamente necessario</strong> o come parte di una terapia, dedicando anche del tempo a sé stessi attraverso l&#8217;hobby o l&#8217;<strong>esercizio fisico</strong>. Questo gioca un ruolo importante nella <strong>depurazione del fegato</strong>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Fegato: quali alimenti evitare</h2>



<p>Inizialmente è importante limitare il consumo di <strong>bevande alcoliche</strong> e superalcoliche <strong>ai pasti</strong>, mantenendosi entro l&#8217;unità alcolica consigliata dalle linee guida italiane. Nel caso di assunzione di farmaci, è consigliabile <strong>evitare completamente</strong> il consumo di alcolici. Oltre a questo, bisognerebbe:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>evitare il consumo frequente di <strong>cibi fritti</strong>.</li>



<li>Moderare l&#8217;assunzione di alimenti ad <strong>alto contenuto di grassi</strong>, soprattutto <strong>quelli saturi</strong>, come margarine, burro, strutto, latticini, carne rossa e insaccati.</li>



<li>Limitare l&#8217;assunzione di <strong>cibi affumicati</strong>, grigliati e soprattutto bruciati.</li>



<li>Moderare l&#8217;assunzione di <strong>caffè e cioccolato</strong>.</li>



<li>Limitare l&#8217;assunzione di <strong>alimenti raffinati e ricchi di zuccheri semplici</strong>, come dolci, torte e caramelle.</li>



<li>Limitare l&#8217;assunzione di <strong>sale</strong>.</li>



<li>Limitare il consumo di <strong>alcol</strong>.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Fegato: gli alimenti consigliati</h2>



<p>Prima di elencare gli alimenti, è importante menzionare un <strong>nutriente essenziale</strong> per la nostra salute: l&#8217;<strong>acqua</strong>. Un&#8217;adeguata idratazione è fondamentale per il benessere del fegato poiché aiuta a eliminare le tossine prodotte durante i processi digestivi.</p>



<p>Tra gli <strong>alimenti</strong> che favoriscono la salute del fegato indichiamo:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>alimenti <strong>ricchi di fibre</strong> come cereali integrali (riso, quinoa, grano saraceno, amaranto).</li>



<li>Frutta e verdure di <strong>stagione</strong>, ricche in vitamine e agenti antiossidanti.</li>



<li><strong>Alimenti prebiotici</strong> come yogurt e kefir.</li>



<li>L&#8217;uso di <strong>spezie</strong> come alternativa al sale per insaporire i piatti.</li>



<li>Cibi ricchi di <strong>glutatione</strong>: asparagi, anguria, papaya, broccoli e avocado</li>



<li><strong>Cibi amari</strong> come tarassaco, carciofo, cardo mariano, senape, lattuga romana e broccoli, che svolgono la funzione di &#8220;spazzini&#8221; del fegato, ripulendo dalle tossine.</li>



<li><strong>Pesce</strong>: ottima fonte di Omega-3, dal potere antinfiammatorio, e di selenio, antiossidante che aiuta il fegato nei processi di detossificazione.</li>



<li>L&#8217;<strong>olio extravergine di oliva</strong> come fonte di grassi salutari, semi, frutta secca o avocado.</li>
</ul>



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