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	<title>Neurologia Archives - Humanitas Salute</title>
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	<title>Neurologia Archives - Humanitas Salute</title>
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		<title>Vertigini, quando andare dal neurologo?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Mon, 26 Aug 2024 07:43:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Neurologia]]></category>
		<category><![CDATA[emicrania vestibolare]]></category>
		<category><![CDATA[Malattia di Meniere]]></category>
		<category><![CDATA[maurizio versino]]></category>
		<category><![CDATA[neurite vestibolare]]></category>
		<category><![CDATA[neurologo]]></category>
		<category><![CDATA[otorinolaringoiatra]]></category>
		<category><![CDATA[vertigine]]></category>
		<category><![CDATA[vertigine parossistica posizionale]]></category>
		<category><![CDATA[vertigine psicogena]]></category>
		<category><![CDATA[vestibolopatia bilaterale]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Le vertigini rappresentano un disturbo dell&#8217;equilibrio. Sebbene tradizionalmente ci si [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[
<p>Le <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/vertigini/?_gl=1*pr50ja*_up*MQ..*_ga*MTQyNTY1ODg1My4xNzIxNzQ3NTY5*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzU3NS4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzU3NS4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzU3NS4wLjAuMA.."><strong>vertigini</strong></a> rappresentano un disturbo dell&#8217;equilibrio. Sebbene tradizionalmente ci si rivolga a un <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/specialisti/otorinolaringoiatra/?_gl=1*147gabk*_up*MQ..*_ga*MTQyNTY1ODg1My4xNzIxNzQ3NTY5*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzYwMS4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzYwMS4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzYwMS4wLjAuMA.."><strong>otorinolaringoiatra</strong></a> per una diagnosi, nella maggior parte dei casi le vertigini sono più legate al cervello che all&#8217;orecchio. Pertanto, è importante sottoporsi a una visita neurologica in presenza di questi disturbi.</p>



<p>Ne abbiamo parlato con il <a href="https://www.materdomini.it/medici/maurizio-versino/"><strong>professor Maurizio Versino</strong></a>, neurologo presso <a href="https://www.materdomini.it">Humanitas Mater Domini</a> e i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Le diverse tipologie di vertigini</h2>



<p>Le forme più comuni includono:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><a href="https://www.humanitas.it/malattie/vertigine-parossistica-posizionale/?_gl=1*avj6en*_up*MQ..*_ga*MTQyNTY1ODg1My4xNzIxNzQ3NTY5*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzgzNi4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzgzNi4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzgzNi4wLjAuMA..">vertigine parossistica posizionale benigna</a></li>



<li>vertigine psicogena&nbsp;</li>



<li>emicrania vestibolare&nbsp;</li>



<li>vertigine da disturbi del sistema nervoso centrale&nbsp;</li>



<li><a href="https://www.humanitas.it/malattie/malattia-di-meniere/?_gl=1*qdxze*_up*MQ..*_ga*MTQyNTY1ODg1My4xNzIxNzQ3NTY5*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzgwNS4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzgwNS4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzgwNS4wLjAuMA..">malattia di Menière</a></li>



<li>neurite vestibolare&nbsp;</li>



<li>vestibolopatia bilaterale.</li>
</ul>



<p>&nbsp;Le vertigini possono quindi originarsi a livello “<strong>centrale</strong>” (per l&#8217;incapacità del cervello di integrare gli input dell&#8217;equilibrio) o “<strong>periferico</strong>” (per un&#8217;alterazione del funzionamento dei recettori vestibolari dell&#8217;orecchio o del nervo vestibolare), e la valutazione specialistica del paziente deve essere in grado di valutare entrambe queste possibilità.&nbsp;&nbsp;</p>



<h2 class="wp-block-heading">Vertigini: quando rivolgersi a uno specialista?</h2>



<p>Le <strong>sensazioni di instabilità lieve</strong>, di breve durata e/o occasionali non richiedono una valutazione medica. Tuttavia, in presenza di <strong>vertigini intense</strong> che compromettono la capacità di stare in piedi, associate a un’erronea percezione di movimento (di se stessi o degli oggetti circostanti) e da eventuali altri sintomi e che si verificano in modo ricorrente, è consigliabile sottoporsi a una valutazione specialistica.</p>



<p>Durante la visita medica, la raccolta dell&#8217;anamnesi rappresenta il primo fondamentale passo, e consiste nell&#8217;ascoltare i sintomi del paziente e ottenere una descrizione dettagliata del disturbo, inclusi i momenti di insorgenza, la durata e la presenza di eventuali sintomi associati. Successivamente, l&#8217;esame clinico si concentra sulla valutazione specifica del sistema vestibolare, osservando i movimenti degli occhi in diverse situazioni: a testa ferma, durante il movimento della testa o del corpo, e valutando la coordinazione degli arti e la stabilità durante la stazione eretta e la deambulazione. Quando possibile, durante l&#8217;esame clinico vengono valutate anche le funzioni uditive e visive. Infine, vengono eseguite le restanti manovre dell&#8217;esame neurologico standard.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Vertigini: quali sono gli esami per la diagnosi?</h2>



<p>L&#8217;anamnesi e l&#8217;esame clinico forniscono un primo sospetto diagnostico, ma talora sono sufficienti. Gli esami strumentali vengono utilizzati per confermare questo sospetto o per distinguere tra diverse possibilità diagnostiche. Alcuni test sono specifici per valutare il sistema vestibolare, mentre altri sono utilizzati per valutare il sistema uditivo e visivo. In molti casi, può essere indicato eseguire una <a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/risonanza-magnetica-encefalo/?_gl=1*cu23wy*_up*MQ..*_ga*MTQyNTY1ODg1My4xNzIxNzQ3NTY5*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzY1NS4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzY1NS4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzY1NS4wLjAuMA.."><strong>risonanza magnetica nucleare del cervello</strong></a> per individuare eventuali alterazioni. Inoltre, può essere necessario verificare la presenza di malattie non legate al sistema vestibolare ed all&#8217;equilibrio, come <strong>alterazioni della</strong> <strong>pressione arteriosa</strong>, della <a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/glicemia/?_gl=1*9fmdnk*_up*MQ..*_ga*MTQyNTY1ODg1My4xNzIxNzQ3NTY5*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzczNS4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzczNS4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0NzczNS4wLjAuMA.."><strong>glicemia</strong></a>, della <strong>funzionalità <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/anatomia/sistema-endocrino/tiroide/?_gl=1*1bctpv7*_up*MQ..*_ga*MTQyNTY1ODg1My4xNzIxNzQ3NTY5*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0Nzc2Ny4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0Nzc2Ny4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTc0NzU2OC4xLjEuMTcyMTc0Nzc2Ny4wLjAuMA..">tiroidea</a></strong> o di altri sistemi che possono causare una sensazione aspecifica di disequilibrio. È importante notare che l&#8217;elenco non include la valutazione della colonna cervicale, poiché, contrariamente a quanto spesso si pensa, è raramente utile ai fini della diagnosi di vertigine parossistica posizionale benigna.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Come si curano le vertigini?</h2>



<p>Il trattamento delle vertigini dipende dal tipo specifico di vertigine. Sebbene ci siano farmaci che possono aiutare ad alleviare il disagio e la nausea associati alle vertigini, esistono anche trattamenti specifici per diverse condizioni:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Per la vertigine parossistica posizionale benigna, sono utilizzate delle <strong>manovre liberatorie specifiche</strong>.</li>



<li>Per l&#8217;emicrania vestibolare e la malattia di Ménière, sono impiegate <strong>terapie di profilassi mirate</strong>.</li>



<li>Per la malattia di Ménière, in alcuni casi possono essere prescritte <strong>terapie intratimpaniche</strong>.</li>



<li>La <strong>riabilitazione vestibolare</strong> è un&#8217;altra opzione terapeutica che può essere utilizzata per migliorare i sintomi e la funzionalità del sistema vestibolare.</li>



<li>Inoltre, in molte situazioni, una <strong>terapia psicofarmacologica</strong> può essere utile per gestire la componente di ansia e allarme associata alle vertigini, aiutando così a ridurre la loro gravità e durata.</li>
</ul>



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		<title>Sonno: le differenze tra maschi e femmine</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 16 Apr 2024 12:55:36 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Neurologia]]></category>
		<category><![CDATA[anemia sideropenica]]></category>
		<category><![CDATA[ansia]]></category>
		<category><![CDATA[apnee sonno]]></category>
		<category><![CDATA[fibromialgia]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[Nuccia Cosentino]]></category>
		<category><![CDATA[qualità sonno]]></category>
		<category><![CDATA[russare]]></category>
		<category><![CDATA[sindrome delle gambe senza riposo]]></category>
		<category><![CDATA[sonno]]></category>
		<category><![CDATA[sonno maschi e femmine]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il sonno è una necessità fondamentale per tutti. Gioca un [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Il <strong>sonno</strong> è una necessità fondamentale per tutti. Gioca un ruolo vitale nella nostra salute e nel benessere generale. La qualità del nostro sonno notturno ha un impatto diretto sul nostro stato durante il giorno: un sonno di cattiva qualità può influenzare negativamente il nostro pensiero, le prestazioni lavorative, la capacità di apprendimento e le relazioni interpersonali.</p>



<p>Però, nonostante il sonno sia una necessità comune sia per i maschi sia per le femmine, l&#8217;esperienza del sonno <strong>può differire tra i due sessi</strong>.</p>



<p>Ne parliamo con la dottoressa <strong><a href="https://www.humanitas-care.it/medici/filomena-cosentino/">Filomena Cosentino</a></strong>, neurologa presso i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Il sonno nelle fasi della vita femminile</h2>



<p>Il sonno <strong>varia da persona a persona</strong> e <strong>anche in base al sesso</strong>. Anche se i processi fisiologici del sonno notturno sono generalmente simili tra maschi e femmine, esistono differenze significative nel modo in cui le femmine dormono, dovute a <strong>fattori ormonali e costituzionali</strong>. Queste variazioni si evidenziano in diverse <strong>fasi della vita femminile</strong>:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Durante la <strong>pubertà</strong>, si osserva un aumento della fase di sonno non-REM, conosciuta come sonno profondo o ristoratore.</li>



<li>Nell&#8217;<strong>età fertile</strong>, il sonno subisce modifiche legate al ciclo mestruale. In particolare, nella fase luteale, che dura circa 14 giorni dall&#8217;ovulazione alle mestruazioni, si riscontra un aumento del tempo necessario per addormentarsi, una riduzione del sonno profondo e una maggiore frammentazione del sonno, in parte dovuta ai crampi premestruali, a differenza della fase follicolare, che va dal primo giorno del ciclo fino all&#8217;ovulazione.</li>



<li>In caso di <strong>gravidanza</strong>, specialmente nell&#8217;ultimo trimestre, il sonno diventa molto frammentato, influenzato anche dal peso e dalle difficoltà a trovare una posizione confortevole.</li>



<li>Durante la <strong>menopausa</strong>, avvengono cambiamenti nei livelli di progesterone nel sangue, che possono favorire l&#8217;insorgenza di disturbi del sonno come le apnee notturne. Questi problemi possono essere ulteriormente esacerbati dall&#8217;aumento di peso che spesso accompagna questa fase della vita.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Sonno: le differenze tra maschi e femmine</h2>



<p>Le donne, confrontate con gli uomini della stessa età, tendono a dormire per un <strong>periodo totale più lungo</strong>, ma impiegano <strong>più tempo per addormentarsi</strong> e presentano una <strong>quota inferiore di sonno a onde lente</strong>, che corrisponde alle fasi 3 e 4 del sonno profondo, il più ristoratore. Nonostante alcuni parametri di sonno siano migliori rispetto a quelli degli uomini, le donne percepiscono più frequentemente una <strong>qualità del riposo inferiore</strong>.</p>



<p>La diversa percezione del sonno tra i sessi può essere parzialmente spiegata da fattori come l&#8217;<a href="https://www.humanitas.it/malattie/disturbo-dansia-generalizzato/">ansia</a> e la <strong>depressione</strong>, che sono statisticamente più comuni nelle femmine e possono influenzare negativamente la qualità del sonno.&nbsp;</p>



<p>Inoltre, ci sono alcune condizioni che meritano attenzione come possibili cause di un sonno disturbato e non ristoratore. Tra queste, la <a href="https://www.humanitas.it/malattie/sindrome-delle-gambe-senza-riposo/">sindrome delle gambe senza riposo</a>, un disturbo neurologico che provoca una sensazione di irrequietezza e la necessità di muovere le gambe; l’<a href="https://www.humanitas.it/malattie/anemia-da-carenza-di-ferro-o-anemia-sideropenica">anemia sideropenica</a>, che può essere causata dalle perdite ematiche durante il ciclo mestruale; la fibromialgia; i disturbi respiratori notturni, come <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/russare">russamento</a> e <a href="https://www.humanitas.it/malattie/apnea-ostruttiva-del-sonno">apnee</a>, che possono essere più comuni in seguito all&#8217;aumento di peso tipico della <strong>post-<a href="https://www.humanitas.it/malattie/menopausa/">menopausa</a></strong>.</p>



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<p></p>
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		<title>Epilessia: gli esami per la diagnosi</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/neurologia/103763-epilessia-gli-esami-per-la-diagnosi/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Fri, 22 Mar 2024 15:24:09 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Neurologia]]></category>
		<category><![CDATA[anna losurdo]]></category>
		<category><![CDATA[crisi epilettiche]]></category>
		<category><![CDATA[EEG con privazione del sonno]]></category>
		<category><![CDATA[elettroencefalogramma]]></category>
		<category><![CDATA[emorragie]]></category>
		<category><![CDATA[epilessia]]></category>
		<category><![CDATA[epilessia focale]]></category>
		<category><![CDATA[epilessia generalizzata congenita]]></category>
		<category><![CDATA[epilessia generalizzata idiopatica]]></category>
		<category><![CDATA[epilessia parziale secondaria]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category>
		<category><![CDATA[ischemie]]></category>
		<category><![CDATA[polisonnografia con EEG]]></category>
		<category><![CDATA[risonanza magnetica]]></category>
		<category><![CDATA[risonanza magnetica dell'encefalo]]></category>
		<category><![CDATA[tumori celebrali]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>L&#8217;epilessia è una condizione neurologica complessa che può influenzare significativamente [&#8230;]</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/neurologia/103763-epilessia-gli-esami-per-la-diagnosi/">Epilessia: gli esami per la diagnosi</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>L&#8217;<strong><a href="https://www.humanitas.it/malattie/epilessia/">epilessia</a></strong> è una condizione neurologica complessa che può influenzare significativamente vari aspetti della vita di un paziente, tra cui il <strong>benessere fisico, emotivo e sociale</strong>. Essendo una malattia dalle molteplici sfaccettature, con cause e manifestazioni diverse, richiede un&#8217;accurata diagnosi per identificare le sue origini specifiche e stabilire il trattamento più appropriato.</p>



<p>Approfondiamo l’argomento con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/anna-losurdo/">Anna Losurdo</a>, neurologa di <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Che cos’è l’epilessia?</h2>



<p>L&#8217;epilessia è una condizione neurologica più diffusa di quanto comunemente si creda. In Italia, si stima che circa lo 0,5-1% della popolazione soffra di <strong>crisi epilettiche</strong> e abbia ricevuto una diagnosi di epilessia. L&#8217;incidenza dell&#8217;epilessia mostra un picco sia nell&#8217;età pediatrica che dopo i 65 anni, soprattutto in presenza di <strong>fattori predisponenti come la familiarità</strong> o cause esterne come l&#8217;astinenza o l&#8217;abuso di psicofarmaci, l&#8217;etilismo, disturbi del metabolismo o squilibri elettrolitici.</p>



<p>Esistono <strong>diverse forme di epilessia</strong> che tendono a manifestarsi in specifiche fasce di età. Ad esempio, le forme di <strong>epilessia generalizzata idiopatica</strong> o congenita emergono tipicamente in età infantile. Al contrario, l&#8217;<strong>epilessia parziale secondaria</strong>, causata da lesioni o patologie cerebrovascolari e neurodegenerative come <a href="https://www.humanitas.it/malattie/ischemia-cerebrale">ischemie</a>, <a href="https://www.humanitas.it/malattie/emorragia-cerebrale/">emorragie</a>, <a href="https://www.humanitas.it/malattie/tumori-cerebrali/">tumori</a> o cicatrici post-traumatiche o chirurgiche, è più comune negli anziani. I sintomi di quest&#8217;ultima dipendono dall&#8217;area cerebrale interessata.</p>



<p>In alcuni casi, un attacco epilettico può essere scatenato da fattori esterni predisponenti, definendo così una crisi sintomatica acuta. In queste situazioni, la terapia si concentra principalmente sull&#8217;eliminazione del fattore scatenante.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Diagnosi di epilessia: quali esami servono?</h2>



<p>In caso di crisi epilettiche, è essenziale procedere con una diagnosi accurata per determinare la necessità e il tipo di trattamento. Nella maggior parte dei casi, il trattamento per l&#8217;epilessia comporta l&#8217;assunzione di <strong>farmaci specifici</strong>. La diagnosi di epilessia richiede un&#8217;<strong>attenta valutazione neurologica</strong> che include l&#8217;anamnesi del paziente, ovvero la raccolta di informazioni cliniche e dei sintomi riferiti dal paziente, oltre a esami diagnostici avanzati. Questi esami comprendono l&#8217;<a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/elettroencefalogramma-eeg">elettroencefalogramma</a> (EEG), spesso con privazione del sonno, la <a href="https://www.humanitas-care.it/visite-ed-esami/polisonnografia/">polisonnografia</a> con EEG, e l&#8217;imaging come la <a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/risonanza-magnetica-encefalo/">risonanza magnetica (RM) dell&#8217;encefalo</a>. Questi strumenti diagnostici sono cruciali per confermare la diagnosi di epilessia.</p>



<p>L&#8217;<strong>EEG con privazione del sonno</strong> è una tecnica diagnostica che registra l&#8217;attività elettrica cerebrale in un paziente che è stato privato del sonno la notte precedente. Questa privazione è un fattore che <strong>può facilitare la comparsa di crisi epilettiche</strong> in individui predisposti alla malattia. Il sonno coinvolge diversi stadi di attività elettrica cerebrale, e la mancanza di sonno induce cambiamenti significativi in questa attività, che possono essere rilevati tramite l&#8217;EEG.</p>



<p>Durante la privazione del sonno, si osserva generalmente un incremento dell&#8217;attività delle onde lente e theta nel cervello. Al contrario, la frequenza delle onde alfa e beta, tipiche durante la veglia, tende a diminuire. L&#8217;EEG con privazione del sonno è particolarmente utile <strong>per provocare scariche epilettiche</strong>, il che può aiutare a localizzare con precisione il <strong>focus epilettico nel cervello</strong>.</p>



<p>La <strong>Polisonnografia con EEG</strong> è un esame che integra diverse misurazioni per ottenere un quadro completo dell&#8217;attività del paziente durante il sonno. Questo esame include l&#8217;EEG, che registra l&#8217;attività elettrica del cervello, e la polisonnografia, che monitora vari parametri come la respirazione, la frequenza cardiaca, i movimenti oculari e il tono muscolare. Questa combinazione fornisce informazioni preziose per l&#8217;analisi delle condizioni neurologiche durante il sonno.</p>



<p>La <strong>Risonanza Magnetica</strong> (RM) dell&#8217;encefalo è cruciale per identificare o escludere la presenza di <strong>patologie cerebrali o lesioni strutturali</strong> che potrebbero essere all&#8217;origine dell&#8217;epilessia. Tuttavia, è possibile che in alcuni casi la RM non rilevi alcuna lesione strutturale evidente, pur in presenza di crisi epilettiche nel paziente. In queste situazioni si parla di <strong>epilessia focale</strong> o generalizzata criptogenica.</p>



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		<title>Mal di testa da freddo: cosa fare per prevenirlo</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Mon, 12 Feb 2024 09:52:10 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Neurologia]]></category>
		<category><![CDATA[cefalea]]></category>
		<category><![CDATA[emicrania senza aura]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Mater Domini]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[mal di testa]]></category>
		<category><![CDATA[mal di testa da freddo]]></category>
		<category><![CDATA[maurizio versino]]></category>
		<category><![CDATA[visita specialistica neurologica - cefalea]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Esistono molti tipi di cefalee: una delle più comuni è [&#8230;]</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/neurologia/103633-mal-di-testa-da-freddo-cosa-fare-per-prevenirlo/">Mal di testa da freddo: cosa fare per prevenirlo</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Esistono molti tipi di <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/mal-di-testa"><strong>cefalee</strong></a>: una delle più comuni è la cosiddetta <a href="https://www.humanitas.it/malattie/mal-di-testa-da-freddo">cefalea da freddo</a>.<br>In cosa consiste, e come trattarla?<br>Approfondiamo l’argomento con il professor <a href="https://www.materdomini.it/medici/maurizio-versino/"><strong>Maurizio Versino</strong></a>, neurologo presso <a href="https://www.materdomini.it/"><strong>Humanitas Mater Domini</strong></a> e i centri medici<strong><a href="https://www.humanitas-care.it/"> Humanitas Medical Care</a></strong>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Che cos’è il mal di testa da freddo?</h2>



<p>La cefalea da stimolo freddo (CSH: <em>Cold-Stimulus Headache</em>), secondo la classificazione internazionale dei disturbi della cefalea (ICHD-3), è definita come una cefalea che si manifesta <strong>in risposta a uno stimolo freddo</strong> applicato <strong>esternamente alla testa</strong>, ingerito o inalato. Dunque, è una cefalea che non si verifica unicamente durante l’inverno, ma anche durante l’estate per l’assunzione di bevande o alimenti allo scopo di refrigerarsi.&nbsp;</p>



<p>Possiamo distinguere due forme:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>La cefalea che si verifica in seguito all&#8217;esposizione della <strong>testa non protetta</strong> a temperature ambientali bassissime, durante le attività quotidiane o sportive (come il pattinaggio su ghiaccio, lo sci, le immersioni subacquee, il surf) on in relazioni a procedure particolari quali la crioterapia.</li>



<li>La cefalea associata all&#8217;<strong>ingestione o all&#8217;inalazione</strong> di uno stimolo freddo che siano applicati sul palato e/o sulla parete faringea posteriore, come durante l’assunzione rapida di ghiaccio tritato o di gelato. Questa cefalea veniva chiamata cefalea da gelato oppure da “cervello congelato”.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Mal di testa da freddo: quali le caratteristiche?</h2>



<p>La cefalea da stimolo freddo insorge <strong>poco dopo l’esposizione allo stimolo</strong> e si risolve <strong>entro i 10-30 minuti</strong> dalla cessazione dello stimolo. Il <strong>dolore è intenso</strong>, talora trafittivo, ma di breve durata. Viene percepito a livello del centro della fronte, ma anche a livello retro-orbitario o temporale, e talora può essere lateralizzato.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Mal di testa da freddo: quali sono le condizioni predisponenti?</h2>



<p>Questo disturbo sembra essere più presente nei pazienti che soffrono di un altro tipo di cefalea molto diffuso, in particolare nelle donne: l’<a href="https://www.humanitas.it/malattie/emicrania-senza-aura"><strong>emicrania senz’aura</strong></a>. In questo caso la qualità del dolore può essere analoga a quella che provano durante l’attacco di emicrania ed essere pulsante. Non si osserva la stessa associazione con altre forme di cefalea: i dati mostrano una prevalenza del 74% nei pazienti con <a href="https://www.humanitas.it/malattie/emicrania/">emicrania</a> episodica rispetto al 32% nei pazienti con <a href="https://www.humanitas.it/malattie/cefalea-tensiva">cefalea tensiva</a> episodica.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Mal di testa da freddo: la terapia</h2>



<p>Come abbiamo già detto la cefalea provocata da stimolo freddo ha una <strong>durata molto breve</strong>, e si risolve al cessare dello stimolo che l’ha causata. Questa caratteristica (favorevole) non rende possibile, ma neanche utile, un trattamento farmacologico. L’unica terapia possibile è quella comportamentale, quale <strong>coprirsi adeguatamente</strong> quando si è costretti ad esporsi a temperature bassissime o evitare gli stimoli che la causano (se disposti a non mangiare i gelati). In alcuni casi, <strong>premere la parte inferiore della lingua contro il palato</strong> può aiutare a prevenire la cefalea da stimolo freddo.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Cosa fare in caso di mal di testa da freddo?</h2>



<p>La cefalea da stimolo freddo non è una cefalea grave e non deve costituire un motivo di allarme, a maggior ragione se insorge in un soggetto emicranico, e quindi “predisposto”.</p>



<p>Tuttavia, alla sua comparsa è appropriato un <strong>controllo neurologico</strong> per la conferma della diagnosi e per un eventuale approfondimento clinico e strumentale nel caso fossero presenti delle anomalie nelle caratteristiche del disturbo o all’esame neurologico.</p>



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		<title>Emicrania: perché le donne ne soffrono di più</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/neurologia/103496-emicrania-perche-le-donne-ne-soffrono-di-piu/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 18 Jan 2024 12:48:23 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Neurologia]]></category>
		<category><![CDATA[anna losurdo]]></category>
		<category><![CDATA[emicranea mestruale]]></category>
		<category><![CDATA[emicrania]]></category>
		<category><![CDATA[fonofobia]]></category>
		<category><![CDATA[fotofobia]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category>
		<category><![CDATA[nausea]]></category>
		<category><![CDATA[osmofobia]]></category>
		<category><![CDATA[vomito]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La cefalea è un disturbo estremamente comune a livello globale. [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>La <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/mal-di-testa">cefalea</a> è un disturbo estremamente comune a livello globale. Si stima che circa il 15% della popolazione mondiale soffra di mal di testa almeno una volta al mese, mentre circa il 4% ne soffre per ben 15 giorni al mese.</p>



<p>Ci sono più di <strong>35 tipi di cefalee</strong> primarie, ovvero quelle che non sono causate da patologie intracraniche o sistemiche. Tra queste, l&#8217;<a href="https://www.humanitas.it/malattie/emicrania/"><strong>emicrania</strong></a> è particolarmente significativa a causa della disabilità che può provocare durante gli attacchi.</p>



<p>Recenti ricerche condotte nei Paesi occidentali hanno rivelato notevoli differenze di genere in varie patologie, inclusa l&#8217;emicrania, in termini di incidenza, caratteristiche cliniche e risposte alle terapie. L&#8217;emicrania è effettivamente considerata una<strong> malattia di genere</strong>, con le persone di <strong>sesso femminile </strong>che ne sono maggiormente colpite. In età adulta, per ogni maschio che soffre di emicrania, si contano tre femmine. Più specificamente, la prevalenza di emicrania nella popolazione femminile nei paesi occidentali varia tra l&#8217;11% e il 25%, mentre in quella maschile si aggira intorno al 6%.</p>



<p>Ne parliamo con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/anna-losurdo/"><strong>Anna Losurdo</strong></a>, neurologa presso <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a> e gli ambulatori <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Emicrania: i sintomi</h2>



<p>Un attacco di emicrania può durare da <strong>4 a 72 ore</strong> e si caratterizza per un <strong>dolore intenso</strong> accompagnato da sintomi come:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>nausea</li>



<li>vomito</li>



<li><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/fotofobia/">fotofobia</a> (fastidio alla luce) </li>



<li><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/fonofobia">fonofobia</a> (fastidio ai suoni). </li>
</ul>



<p>Il dolore è <strong>pulsante</strong> e solitamente localizzato su <strong>un solo lato del capo</strong>, e tende a peggiorare con il movimento, spesso costringendo la persona a cercare un ambiente tranquillo e lontano da stimoli a cui è molto sensibile. L&#8217;osmofobia, ovvero il disagio causato da odori intensi come profumi, certi cibi o fumo di sigaretta, si riscontra più frequentemente nelle donne rispetto agli uomini, come evidenziato da numerosi studi.</p>



<p>Nel 30% dei casi, il dolore può essere preceduto <strong>dall&#8217;aura</strong>, un disturbo neurologico focale e transitorio che dura dai 20 ai 60 minuti. L&#8217;aura si manifesta più spesso con <strong>sintomi visivi</strong>, ma può anche avere natura motoria o sensitiva.</p>



<p>Dopo la fase acuta dell&#8217;attacco segue la <strong>fase post-dromica</strong>, che può durare fino a due giorni, caratterizzata da insofferenza, prostrazione, alterazioni dell&#8217;umore e frequente bisogno di urinare. Questa sintomatologia, se ripetuta più volte al mese, può essere <strong>molto disabilitante</strong>. La situazione è aggravata dal mancato riconoscimento sociale dell&#8217;emicrania come una patologia realmente invalidante.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Emicrania femminile e maschile: quali differenze?</h2>



<p>Le differenze tra l&#8217;emicrania nelle femmine e nei maschi sono significative e hanno un impatto notevole sulla qualità della vita. Le femmine con emicrania:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Hanno una qualità di vita peggiore rispetto ai maschi con emicrania.</li>



<li>Sperimentano attacchi più frequenti, più intensi e di durata maggiore.</li>



<li>Presentano sintomi vegetativi di accompagnamento più marcati, come nausea e vomito.</li>



<li>Hanno un maggior numero di comorbilità, che include l&#8217;associazione con disturbi affettivi, ansia, disturbi del sonno, allergie, asma e patologie circolatorie.</li>



<li>Perdono più giorni di lavoro e di attività sociali o personali a causa dell&#8217;emicrania.</li>



<li>Sono più propense a recarsi al lavoro nonostante il dolore o il malessere, una situazione nota come presenteismo.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Emicrania nelle donne: le cause</h2>



<p>L&#8217;analisi dei dati mostra che lo squilibrio di genere nell&#8217;emicrania <strong>inizia già dalla pubertà</strong>. A partire da questo momento, per le femmine che soffrono di emicrania, esistono vari fattori che influenzano e modificano l&#8217;andamento della patologia, come:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>ciclo mestruale</li>



<li>cambiamenti ormonali legati alla gravidanza e al puerperio</li>



<li>menopausa</li>



<li>assunzione di contraccettivi orali (CO) o terapia ormonale sostitutiva. </li>
</ul>



<p>La classificazione dell&#8217;<em>International Headache Society</em> riguardo all&#8217;emicrania legata al ciclo mestruale include diverse forme:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>Emicrania mestruale pura </strong>(Pure Menstrual Migraine). Questa forma di emicrania è caratterizzata da attacchi che si verificano specificamente nella finestra perimestruale, ovvero da due giorni prima a tre giorni dopo l&#8217;inizio del ciclo mestruale. Questo pattern deve presentarsi in almeno due cicli su tre per essere classificato come tale.</li>



<li><strong>Emicrania correlata alle mestruazioni </strong>(Menstrually Related Migraine). In questa forma, gli attacchi di emicrania si verificano sia in corrispondenza del ciclo mestruale sia in altri momenti del mese. Questo indica una relazione con il ciclo mestruale, ma non una correlazione esclusiva.</li>
</ul>



<p>Esiste poi un terzo tipo, l’emicrania indotta da contraccettivi orali (OCMM, Oral Contraceptives-induced Menstrual Migraine). Questa forma si manifesta in coloro che assumono estroprogestinici e esperiscono attacchi di emicrania durante la settimana di sospensione della pillola.</p>



<h2 class="wp-block-heading"><strong>Come trattare l’emicrania?</strong></h2>



<p>Anche per queste forme di cefalea, il trattamento iniziale prevede l&#8217;assunzione di farmaci sintomatici per fermare l&#8217;attacco. I farmaci utilizzati sono gli stessi impiegati per l&#8217;emicrania senza aura, che includono <strong>triptani</strong> (da preferire per il loro maggior controllo sul dolore e sui sintomi di accompagnamento) <strong>FANS</strong>, e vari <strong>analgesici</strong> in combinazione.</p>



<p>Un&#8217;altra opzione è la &#8220;mini-profilassi&#8221;, una profilassi a breve termine che prevede la somministrazione del farmaco per un periodo che generalmente varia dai 6 ai 14 giorni, coprendo il periodo mestruale. Questo approccio solitamente utilizza i FANS e alcuni triptani.</p>



<p>Oppure si può optare per una <strong>supplementazione estrogenica</strong> prima della mestruazione, in considerazione del fatto che la fisiologica caduta dei tassi estrogenici nel periodo premestruale, costituisce il principale fattore scatenante in questo tipo di emicrania.</p>



<p>Esistono poi altre strategie terapeutiche sicuramente complesse e con effetti collaterali importanti, da riservare ai casi più ostili.</p>



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			</item>
		<item>
		<title>Mal di testa da farmaci: che cos’è e cosa fare</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/neurologia/103277-mal-di-testa-da-farmaci-che-cose-e-cosa-fare/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 30 Nov 2023 09:45:50 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Neurologia]]></category>
		<category><![CDATA[cefalea]]></category>
		<category><![CDATA[dottor Giovanni Cuccia]]></category>
		<category><![CDATA[emicrania]]></category>
		<category><![CDATA[farmaci]]></category>
		<category><![CDATA[mal di testa]]></category>
		<category><![CDATA[mal di testa cronico]]></category>
		<category><![CDATA[mal di testa farmaci]]></category>
		<category><![CDATA[neurologia]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Le persone che soffrono di mal di testa, sia che [&#8230;]</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/neurologia/103277-mal-di-testa-da-farmaci-che-cose-e-cosa-fare/">Mal di testa da farmaci: che cos’è e cosa fare</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Le persone che soffrono di <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/mal-di-testa"><strong>mal di testa</strong></a>, sia che si tratti di <a href="https://www.humanitas.it/malattie/emicrania/">emicrania</a>, <a href="https://www.humanitas.it/malattie/cefalea-tensiva/">cefalea tensiva</a> o altre tipologie di cefalea, sono spesso accomunate dalla <strong>necessità di dover assumere</strong> pressoché quotidianamente<strong> farmaci antidolorifici </strong>per la gestione del dolore al fine di vivere le proprie attività al meglio.&nbsp;</p>



<p>In queste situazioni, parliamo di <strong>cefalea da uso eccessivo di sostanze</strong>, presente nella sezione 8.2 della Classificazione Internazionale delle Cefalee, la <strong>guida di riferimento</strong> per i neurologi di tutto il mondo per diagnosticare e trattare il mal di testa.&nbsp;</p>



<p>Questo tipo di cefalea interessa circa l&#8217;1-2% della popolazione e si stima che in Italia ne siano colpite oltre 500.000 persone.&nbsp;</p>



<p>Cosa fare in questi casi? Ne parliamo con il <strong>dottor</strong> <a href="https://www.humanitas-care.it/medici/giovanni-cuccia/">Giovanni Cuccia</a>, neurologo presso i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.&nbsp;</p>



<h2 class="wp-block-heading">Che cos’è la cefalea da uso eccessivo di sostanze?</h2>



<p>Si tratta di un tipo di mal di testa che si manifesta per<strong> almeno 15 giorni al mese</strong> in persone già predisposte ad altre forme di cefalea e che ricorrono a <strong>farmaci antidolorifici </strong>(come antinfiammatori, triptani, oppioidi, ecc.) per <strong>più di 10-15 volte al mese</strong>.</p>



<p>Senza dubbio è una <strong>condizione difficile da gestire</strong>, dato che chi ne soffre assume medicinali quasi quotidianamente per alleviare un mal di testa che, tuttavia, tende a ritornare con regolarità. Queste persone si ritrovano in un <strong>ciclo di mal di testa</strong> &#8211; assunzione di farmaco &#8211; mal di testa &#8211; assunzione di farmaco, dove l&#8217;aumento del consumo di farmaci sembra esacerbare la frequenza delle cefalee.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Come si cura la cefalea da uso eccessivo di sostanze?</h2>



<p><strong>Data la gravità di questa patologia</strong>, è fondamentale rivolgersi a professionisti specializzati nel suo trattamento. L’approccio migliore prevede:&nbsp;</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>Interruzione immediata dell’assunzione dei farmaci responsabili</strong></li>



<li>Gestione dei sintomi di astinenza con l&#8217;ausilio di altri medicinali (ad esempio, gli steroidi), garantendo un continuo supporto psicologico e clinico</li>



<li><strong>Sensibilizzazione del paziente</strong></li>



<li>Gestione di altre condizioni frequentemente associate (come <strong>ansia</strong>, <strong>depressione</strong>, etc…). </li>
</ul>



<p>Nel trattamento, la figura del <strong><a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/specialisti/neurologo/">neurologo</a></strong> è fondamentale, <strong>ma è altresì cruciale</strong> il ruolo di coloro che sono vicini al paziente e che dovrebbero sostenerlo e dissuaderlo dall&#8217;uso improprio e pericoloso dei farmaci; il farmacista che dovrebbe contrastare l’acquisto quasi compulsivo; il medico di base che dovrebbe collaborare con lo specialista per <strong>istruire il paziente</strong> su come affrontare le sue fasi di astinenza, rendendosi disponibile e supportandolo nei momenti di maggiore difficoltà alleandosi anche con i familiari del paziente.&nbsp;</p>



<p>Fortunatamente, oggi abbiamo a disposizione <strong>molte opzioni altamente efficaci</strong> sia nella prevenzione del mal di testa in generale, sia della <strong>cefalea da uso eccessivo di farmaci</strong>, come ad esempio <strong>antiepilettici</strong>, antidepressivi, calcio-antagonisti, beta bloccanti e infine i nuovi anticorpi monoclonali, che a poco a poco stanno rivoluzionando l’approccio e la cura di queste patologie.&nbsp;</p>



<p>Questi farmaci influenzano vari sistemi e organi (cuore, cervello, pressione arteriosa, etc.) e pertanto devono essere gestiti da medici specializzati che <strong>conoscono a fondo il paziente</strong>. Rivolgersi a un neurologo e seguire le sue raccomandazioni diventa dunque essenziale per non aggravare ulteriormente una condizione che rappresenta una sfida sia per il paziente sia per il medico.</p>



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		<item>
		<title>Elettroencefalogramma in privazione di sonno: a cosa serve e come funziona l’esame</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/neurologia/103257-elettroencefalogramma-in-privazione-di-sonno-a-cosa-serve-e-come-funziona-lesame/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 15 Nov 2023 14:24:01 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Neurologia]]></category>
		<category><![CDATA[anna losurdo]]></category>
		<category><![CDATA[anomalie elettroencefalografiche]]></category>
		<category><![CDATA[attività celebrale]]></category>
		<category><![CDATA[sonno]]></category>
		<category><![CDATA[visita neurologica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Durante il sonno, il cervello umano si impegna in diverse [&#8230;]</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/neurologia/103257-elettroencefalogramma-in-privazione-di-sonno-a-cosa-serve-e-come-funziona-lesame/">Elettroencefalogramma in privazione di sonno: a cosa serve e come funziona l’esame</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
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<p><strong>Durante il sonno</strong>, il cervello umano si impegna in diverse attività, ma è altresì possibile individuare eventuali <strong>irregolarità</strong> nella sua <strong>attività elettrica</strong> che possono contribuire a disturbi specifici. Uno dei test in grado di rilevare queste irregolarità è l&#8217;<a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/elettroencefalogramma-eeg/"><strong>elettroencefalogramma</strong></a> (EEG) effettuato in condizioni di privazione del sonno.</p>



<p>Approfondiamo l’argomento con la dottoressa<a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/anna-losurdo/">&nbsp;Anna Losurdo</a>, neurologa di <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Che cos’è l’Elettroencefalogramma in privazione di sonno?</h2>



<p>L&#8217;elettroencefalogramma (EEG) con privazione del sonno è un esame <strong>non invasivo</strong> finalizzato alla <strong>registrazione dell&#8217;attività elettrica cerebrale</strong>. Questo test viene condotto dopo che il paziente ha trascorso una <strong>notte senza sonno</strong> prima dell&#8217;esame, al fine di identificare eventuali <strong>anomalie elettroencefalografiche</strong>. La procedura dell&#8217;EEG con privazione del sonno è simile a quella dell&#8217;EEG standard, in cui vengono posizionati <strong>elettrodi</strong> di superficie sulla testa del paziente per registrare l&#8217;attività cerebrale.</p>



<p>L&#8217;esame inizia con il paziente <strong>sdraiato</strong> su un lettino e riceve istruzioni per rilassarsi e cercare di addormentarsi. Gli elettrodi registrano le variazioni delle onde elettriche cerebrali durante diverse fasi, tra cui la veglia, il sonno leggero e il sonno profondo. La registrazione continua per circa 30 minuti durante il sonno e per circa 10 minuti dopo il risveglio, consentendo così di analizzare anche le <strong>differenze nell&#8217;attività cerebrale</strong> rispetto al periodo di veglia precedente al sonno.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Perché non bisogna dormire prima dell’esame?</h2>



<p>L’attività elettrica del cervello che si registra dopo la riduzione o la completa abolizione del sonno fisiologico, prevista la notte prima dell&#8217;esame, consente di aumentare la probabilità che, durante l’esecuzione dell’elettroencefalogramma (EEG), la persona si <strong>addormenti</strong>. Il fatto di addormentarsi naturalmente durante l’esame <strong>favorisce la registrazione</strong> degli impulsi elettrici cerebrali durante le diverse fasi della veglia e del sonno.</p>



<p>Durante queste fasi, è possibile rilevare le variazioni nell&#8217;attività elettroencefalografica, soprattutto durante il sonno, che possono evidenziare anomalie associate principalmente all&#8217;<a href="https://www.humanitas.it/malattie/epilessia/"><strong>epilessia</strong></a>. In condizioni normali, il cervello in stato di veglia mostra un&#8217;attività elettrica caratterizzata da onde con un ritmo di 8-13 cicli al secondo, noto come ritmo Alpha. Tuttavia, in presenza di alcune patologie neurologiche, questo ritmo può subire alterazioni.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Come prepararsi all’EEG in privazione di sonno</h2>



<p>L&#8217;esame di elettroencefalogramma (EEG) con privazione del sonno richiede che il paziente segua <strong>alcune indicazioni specifiche</strong> prima della procedura, come<strong> non dormire per alcune ore nel giorno e notte precedenti l’esame</strong>. Al momento della prenotazione dell&#8217;esame, al paziente vengono fornite istruzioni dettagliate per garantire la corretta esecuzione dell&#8217;EEG in rivazione del sonno.</p>



<p>Per prepararsi adeguatamente, il paziente deve evitare di dormire nel <strong>pomeriggio</strong> del giorno precedente all&#8217;esame e limitare il sonno notturno a <strong>non più di 3 ore</strong>, con il risveglio entro le 3 del mattino. È importante <strong>astenersi dall&#8217;assumere caffè, tè, superalcolici o altre sostanze stimolanti</strong> che potrebbero interferire con la veglia, mentre è consentito mangiare e assumere la terapia abituale a meno che il medico non dia indicazioni diverse.</p>



<p>Per quanto riguarda l’applicazione degli elettrodi bisogna ricordarsi di <strong>lavare i capelli</strong> ma di non applicare schiume, lacca, gel o altri prodotti; un <strong>abbigliamento comodo</strong>, poi, renderà l’addormentamento durante l’esame più facile.&nbsp;</p>



<p>Data la privazione del sonno necessaria per l&#8217;esecuzione dell&#8217;EEG, è altamente raccomandabile <strong>farsi accompagnare</strong>, poiché prima e dopo l&#8217;esame si potrebbe avvertire una maggiore propensione ad addormentarsi, aumentando il rischio per la propria sicurezza e quella degli altri.</p>



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