Esistono molti tipi di cefalee: una delle più comuni è la cosiddetta cefalea da freddo.
In cosa consiste, e come trattarla?
Approfondiamo l’argomento con il professor Maurizio Versino, neurologo presso Humanitas Mater Domini e i centri medici Humanitas Medical Care.
Che cos’è il mal di testa da freddo?
La cefalea da stimolo freddo (CSH: Cold-Stimulus Headache), secondo la classificazione internazionale dei disturbi della cefalea (ICHD-3), è definita come una cefalea che si manifesta in risposta a uno stimolo freddo applicato esternamente alla testa, ingerito o inalato. Dunque, è una cefalea che non si verifica unicamente durante l’inverno, ma anche durante l’estate per l’assunzione di bevande o alimenti allo scopo di refrigerarsi.
Possiamo distinguere due forme:
- La cefalea che si verifica in seguito all’esposizione della testa non protetta a temperature ambientali bassissime, durante le attività quotidiane o sportive (come il pattinaggio su ghiaccio, lo sci, le immersioni subacquee, il surf) on in relazioni a procedure particolari quali la crioterapia.
- La cefalea associata all’ingestione o all’inalazione di uno stimolo freddo che siano applicati sul palato e/o sulla parete faringea posteriore, come durante l’assunzione rapida di ghiaccio tritato o di gelato. Questa cefalea veniva chiamata cefalea da gelato oppure da “cervello congelato”.
Mal di testa da freddo: quali le caratteristiche?
La cefalea da stimolo freddo insorge poco dopo l’esposizione allo stimolo e si risolve entro i 10-30 minuti dalla cessazione dello stimolo. Il dolore è intenso, talora trafittivo, ma di breve durata. Viene percepito a livello del centro della fronte, ma anche a livello retro-orbitario o temporale, e talora può essere lateralizzato.
Mal di testa da freddo: quali sono le condizioni predisponenti?
Questo disturbo sembra essere più presente nei pazienti che soffrono di un altro tipo di cefalea molto diffuso, in particolare nelle donne: l’emicrania senz’aura. In questo caso la qualità del dolore può essere analoga a quella che provano durante l’attacco di emicrania ed essere pulsante. Non si osserva la stessa associazione con altre forme di cefalea: i dati mostrano una prevalenza del 74% nei pazienti con emicrania episodica rispetto al 32% nei pazienti con cefalea tensiva episodica.
Mal di testa da freddo: la terapia
Come abbiamo già detto la cefalea provocata da stimolo freddo ha una durata molto breve, e si risolve al cessare dello stimolo che l’ha causata. Questa caratteristica (favorevole) non rende possibile, ma neanche utile, un trattamento farmacologico. L’unica terapia possibile è quella comportamentale, quale coprirsi adeguatamente quando si è costretti ad esporsi a temperature bassissime o evitare gli stimoli che la causano (se disposti a non mangiare i gelati). In alcuni casi, premere la parte inferiore della lingua contro il palato può aiutare a prevenire la cefalea da stimolo freddo.
Cosa fare in caso di mal di testa da freddo?
La cefalea da stimolo freddo non è una cefalea grave e non deve costituire un motivo di allarme, a maggior ragione se insorge in un soggetto emicranico, e quindi “predisposto”.
Tuttavia, alla sua comparsa è appropriato un controllo neurologico per la conferma della diagnosi e per un eventuale approfondimento clinico e strumentale nel caso fossero presenti delle anomalie nelle caratteristiche del disturbo o all’esame neurologico.