Neurologia

Mal di testa da farmaci: che cos’è e cosa fare

Le persone che soffrono di mal di testa, sia che si tratti di emicrania, cefalea tensiva o altre tipologie di cefalea, sono spesso accomunate dalla necessità di dover assumere pressoché quotidianamente farmaci antidolorifici per la gestione del dolore al fine di vivere le proprie attività al meglio. 

In queste situazioni, parliamo di cefalea da uso eccessivo di sostanze, presente nella sezione 8.2 della Classificazione Internazionale delle Cefalee, la guida di riferimento per i neurologi di tutto il mondo per diagnosticare e trattare il mal di testa. 

Questo tipo di cefalea interessa circa l’1-2% della popolazione e si stima che in Italia ne siano colpite oltre 500.000 persone. 

Cosa fare in questi casi? Ne parliamo con il dottor Giovanni Cuccia, neurologo presso i centri medici Humanitas Medical Care

Che cos’è la cefalea da uso eccessivo di sostanze?

Si tratta di un tipo di mal di testa che si manifesta per almeno 15 giorni al mese in persone già predisposte ad altre forme di cefalea e che ricorrono a farmaci antidolorifici (come antinfiammatori, triptani, oppioidi, ecc.) per più di 10-15 volte al mese.

Senza dubbio è una condizione difficile da gestire, dato che chi ne soffre assume medicinali quasi quotidianamente per alleviare un mal di testa che, tuttavia, tende a ritornare con regolarità. Queste persone si ritrovano in un ciclo di mal di testa – assunzione di farmaco – mal di testa – assunzione di farmaco, dove l’aumento del consumo di farmaci sembra esacerbare la frequenza delle cefalee.

Come si cura la cefalea da uso eccessivo di sostanze?

Data la gravità di questa patologia, è fondamentale rivolgersi a professionisti specializzati nel suo trattamento. L’approccio migliore prevede: 

  • Interruzione immediata dell’assunzione dei farmaci responsabili
  • Gestione dei sintomi di astinenza con l’ausilio di altri medicinali (ad esempio, gli steroidi), garantendo un continuo supporto psicologico e clinico
  • Sensibilizzazione del paziente
  • Gestione di altre condizioni frequentemente associate (come ansia, depressione, etc…). 

Nel trattamento, la figura del neurologo è fondamentale, ma è altresì cruciale il ruolo di coloro che sono vicini al paziente e che dovrebbero sostenerlo e dissuaderlo dall’uso improprio e pericoloso dei farmaci; il farmacista che dovrebbe contrastare l’acquisto quasi compulsivo; il medico di base che dovrebbe collaborare con lo specialista per istruire il paziente su come affrontare le sue fasi di astinenza, rendendosi disponibile e supportandolo nei momenti di maggiore difficoltà alleandosi anche con i familiari del paziente. 

Fortunatamente, oggi abbiamo a disposizione molte opzioni altamente efficaci sia nella prevenzione del mal di testa in generale, sia della cefalea da uso eccessivo di farmaci, come ad esempio antiepilettici, antidepressivi, calcio-antagonisti, beta bloccanti e infine i nuovi anticorpi monoclonali, che a poco a poco stanno rivoluzionando l’approccio e la cura di queste patologie. 

Questi farmaci influenzano vari sistemi e organi (cuore, cervello, pressione arteriosa, etc.) e pertanto devono essere gestiti da medici specializzati che conoscono a fondo il paziente. Rivolgersi a un neurologo e seguire le sue raccomandazioni diventa dunque essenziale per non aggravare ulteriormente una condizione che rappresenta una sfida sia per il paziente sia per il medico.