Puoi praticarlo per divertimento, con intensità moderata oppure con impegno agonistico: l’importante però è nuotare. “Non c’è studio o ricerca che non avalli i benefici di questo sport: basti pensare che 30 minuti di attività fisica in acqua, praticata almeno due volte la settimana, riescono a ridurre considerevolmente il rischio di malattie cardiovascolari”, afferma lo specialista cardiologo di Humanital Medical Care. Nuotare, infatti, rappresenta un tipo di attività fisica di resistenza che, inducendo meccanismi metabolici aerobici, aiuta il cuore ad abbassare la sua frequenza cardiaca media. Questo “effetto training” si traduce, più semplicemente, nella capacità del cuore di consumare sempre meno ossigeno e meno energie, a parità di intensità dello sforzo. Una recente indagine compiuta presso la South California University ha addirittura ipotizzato un sensibile calo (attestato al 50%) del rischio di morte nei soggetti dediti allo sport in acqua, rispetto a quanti scelgono la corsa, la camminata o a chi non pratica nessuno sport. “Come per ogni esercizio sportivo– precisa lo specialista – i benefici si ottengono sempre con moderazione e oculatezza: ciò equivale a praticare sessioni di nuoto 2 o 3 volte la settimana, per una durata che si aggiri tra i 30 ed i 45 minuti”. I vantaggi di “macinare vasche in acqua” non si fermano qui. Tutto il corpo, infatti, trae beneficio dal nuoto: i polmoni migliorano sensibilmente la propria funzionalità, si riducono i sintomi asmatici, si abbattono i livelli di colesterolo, di diabete e si combatte lo stress. Si può dire dunque a ragione: nuota che ti passa!
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