Acqua e zucchero, una riserva di energia. Il comune zucchero da cucina, sciolto in acqua, sarebbe più efficace degli sport drink per recuperare l’energia persa nel corso di prestazioni sportive di lunga durata, come una maratona. Il suggerimento arriva da una ricerca di alcune università tra cui quella di Bath (Regno Unito).
La ricerca, pubblicata su American Journal of Physiology – Endocrinology & Metabolism, ha individuato nel saccarosio, il comune zucchero da tavola, una sorta di carburante per chi fa sport di resistenza, più del glucosio, altrettanto efficace ma con qualche effetto collaterale. I ricercatori hanno coinvolto 14 ciclisti a cui è stato chiesto di assumere saccarosio, glucosio o solo acqua, durante un allenamento di tre ore. Sono stati misurati i livelli di glicogeno, la riserva energetica, nei muscoli e nel fegato durante e dopo le tre ore.
Acqua e zucchero previene lo “spreco” di energia, dice lo studio
Il risultato è stato che l’ingestione di carboidrati sotto forma di glucosio o saccarosio preveniva il consumo di glicogeno nel fegato (ma non nei muscoli), con l’effetto di contenere la stanchezza. Con una fondamentale differenza: che le bevande contenenti solo glucosio causavano disturbi intestinali rendendo acqua e zucchero (o bevande a base di saccarosio) la scelta migliore.
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Quanto deriva dalla ricerca è una delle tante indicazioni relative a nutrizione e sport di lunga durata. Si tratta in ogni caso di uno studio preliminare condotto su un ristretto numero di persone. È bene attendere una conferma di questi risultati.
Cosa mangiare e cosa bere è un tema importante per chi fa sport
Bisogna distinguere tra chi pratica sport a livello amatoriale e chi a livello agonistico. Nel primo caso, chi fa nuoto o chi corre anche su base regolare ma solo per stare in forma, non ha bisogno di modulare l’alimentazione. L’importante è che non faccia attività fisica a digiuno o a stomaco troppo pieno e che beva tanta acqua prima e dopo. Il discorso cambia per gli atleti agonisti che modulano l’alimentazione sulla base di diversi fattori: intensità, frequenza e durata di gare o allenamenti», precisa la professoressa.
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L’intensità delle prestazioni sportive è un elemento importante alla luce del diverso modo in cui l’organismo produce l’energia necessaria. In caso di sforzo fisico prolungato ecco svelata l’utilità delle riserve di glicogeno (quelle monitorate dai ricercatori di Bath). Normalmente si produce energia grazie al glucosio presente nel sangue, agli acidi grassi e all’ossigeno: è il meccanismo aerobico. Se lo sforzo è molto intenso, vengono attivati i meccanismi anaerobici, andando a intaccare il glicogeno presente sia nelle cellule del fegato che dei muscoli. Tuttavia più una persona si allena, più fa uso dei meccanismi aerobici anche per prestazioni a intensità più elevata.