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Sport: come proteggere la salute dei giovani atleti

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Un incontro tra specialisti e preparatori sportivi fa il punto sulla prevenzione degli infortuni e sulle prestazioni degli atleti.

Entra nel vivo il programma denominato “Un ospedale per amico – Stili di vita, stili di sport, stili di cura“, frutto di una partnership tra CSI di Milano, Istituto Humanitas, Associazione Italiana Preparatori Atletici Calcio della Lombardia e la rivista “Il Nuovo Calcio”.
L’appuntamento è fissato per lunedì 22 febbraio alle ore 18.30, presso il “Palauno” di Milano (Largo Balestra, 5). Quella sera presenteremo sul campo, con l’ausilio dei medici dell’Istituto Humanitas, Gian Nicola Bisciotti e i tecnici dell’Aipac (Associazione Italiana Preparatori Atletici Calcio), un utile protocollo per la prevenzione degli infortuni e una semplice batteria di test per monitorare la prestazione dei giocatori.

Spiega Stefano Respizzi, Responsabile del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero Funzionale di Humanitas: “Esiste una normativa intitolata ‘Tutela della salute del praticante sportivo’, quindi noi medici dello sport dobbiamo tutelare la salute degli atleti a qualunque livello. Gli ambiti d’intervento sono due: il post e il pre infortunio, focalizzando l’attenzione sul secondo si parla di Medicina Preventiva e quindi di benessere della persona. Erroneamente il medico dello sport è quasi sempre interpellato dopo un infortunio. L’obiettivo del nostro progetto è quello di offrire ai tecnici e alle società semplici strumenti operativi per ridurre l’incidenza delle patologie in ambito sportivo. Trattandosi di atleti non professionisti ci prefiggiamo di far praticare sport in sicurezza, con un’ottima performance riferita alle proprie capacità. Fatto così, lo sport ha una ricaduta benefica sulle condizioni psicologiche del soggetto e sulla qualità della vita quotidiana”.

“Un ospedale per amico – Stili di vita, stili di sport, stili di cura” è un progetto pilota per creare un modello esportabile in tutta Italia. Le varie società sportive, le federazioni e gli Enti di promozione, utilizzando questa esperienza, potranno rivolgersi a un Centro di Medicina dello Sport o all’Ospedale territoriale per stipulare una convenzione che non riguardi solo la cura dell’infortunio, ma si occupi anche e soprattutto di prevenzione e monitoraggio della prestazione.

A cura della Redazione