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Diana Bianchedi: donne e sport, a ciascuna il suo

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 La campionessa di scherma, che è anche medico, spiega benefici e modalità dello sport in rosa.

Nell’adolescenza, nell’età adulta, dopo i 50 anni, dopo la gravidanza. Per le donne lo sport è un alleato indispensabile e a ogni età o situazione corrisponde un impegno fisico adatto. Diana Bianchedi, campionessa di scherma e medico, conosce bene i benefici dello sport e anche le precauzioni da prendere.

Donne e sport, quali benefici e modalità?
“Le modalità e i benefici dello sport per le donne variano a seconda del livello (agonistico o amatoriale), del fabbisogno energetico, dalla diversa fase di sviluppo, cioè dall’età. I benefici in termini di prevenzione dell’osteoporosi ad esempio sussistono fino ai 25 anni, età in cui termina la fase di deposito del calcio nelle ossa. Per questo occorre puntare sullo sport in giovane età.

E per le donne più mature?
“Le donne di solito sono molto attente alla prevenzione contro il cancro al seno, ma bisogna ricordare che dopo i 60 anni hanno un importante rischio cardiovascolare. Per contrastarlo è quindi consigliabile un’attività fisica, seppur blanda, a partire dai 50 anni”.

Dopo la gravidanza come si torna allo sport?
“Dopo la gravidanza la motivazione a fare sport è forte: si sente il bisogno di riequilibrare il proprio corpo, di ‘ritrovarlo’. E se ci sono atlete che dopo il parto fanno record del mondo, significa che La missione è possibile. Ogni donna si pone degli obiettivi e delle aspettative compatibili con la propria condizione prima della maternità e imprime all’attività sportiva il ritmo più adatto, né accelerato né troppo lento. In genere dopo quattro mesi dal parto si può riprendere lo stesso impegno sportivo che si seguiva prima della gravidanza”.

Quali sono i rischi per le donne che fanno sport?
“Nei college degli Stati Uniti è molto diffusa tra le ragazze la cosiddetta ‘triade dell’atleta’, cioè l’associazione di tre disturbi legati all’attività sportiva: problemi alimentari, disfunzioni del ciclo mestruale e osteoporosi. in Europa il fenomeno è sotto osservazione, quello che è certo è che anche qui esiste spesso un fragile equilibrio tra sport e disturbi alimentari. L’attività fisica in genere aiuta la salute, regolando i nostri ritmi e infondendo attenzione per il proprio corpo. Ma a livello agonistico ci si concentra molto sull’aspetto esteriore e soprattutto esistono le categorie di peso (nei tuffi, nella ginnastica, nella danza), che vanno assolutamente rispettate. Questo comporta che a volte il controllo del peso diventi un’ossessione per le giovani atlete, che ricevono anche forte pressioni. Occorre invece avere consapevolezza del fatto che il controllo del peso deve rimanere funzionale all’attività agonistica e non diventare uno stile di vita”.

Lo sport aiuta anche la riabilitazione.
“Lo sport è uno degli strumenti migliori per la riabilitazione dopo un trauma fisico e dopo una malattia. E fare riabilitazione in un ambiente emotivo positivo, ad esempio tra gli sportivi, dà benefici all’umore, oltre ad aiutare e riprendere consapevolezza del proprio corpo”.

Di Cristina Bassi