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Sci: forza e agilità in pista

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“Spesso lo sciatore viene descritto come di un atleta potente, ma non tecnico. Invece lo sci, come il calcio e il basket, è essenzialmente uno sport tecnico e non fisico”. A scanso di equivoci, Livio Migliorini preparatore atletico della nazionale italiana femminile di sci alpino mette subito le mani avanti e ripete spesso il concetto nel corso della chiacchierata. “Herman Maier e Alberto Tomba sono sempre stati presi d’esempio e soprattutto da certa stampa come atleti potenti, estremamente muscolosi, ma mai tecnici. Eppure per fare quello che hanno fatto loro, bisogna essere dotati di un grande bagaglio tecnico”.

Cosa vuol dire e come può essere spiegato allo sciatore di tutti i giorni?
“Uno sciatore deve essere agile, resistente e coordinato. Ma deve essere dotato anche di una certa forza”.

Come si raggiungono queste doti?
“Con una buona preparazione atletica, fatta di molti aspetti al fine di prevenire anche eventuali incidenti”.

Vuole illustrarci una preparazione tipo?
“Non esistono delle tabelle rigide su cui lavorare, in quanto le realtà da cui si inizia sono le più disparate. anche se spesso recandosi in una palestra le tabelle sono già belle pronte. Nella realtà bisogna mettere in pratica davvero pochi concetti”.

Ce li descriva.
“La realtà di un agonista e di un turista risultano davvero molto diverse, tuttavia prima di affrontare una stagione sciistica bisogna avere una condizione organica generale di buon livello e saper sopportare la fatica, non avere, cioè, il fiato grosso dopo due rampe di scale. E poi occorre avere una buona elasticità muscolare e una buona articolarità, che si raggiungono facendo tantissimo stretching, che aiuta l’allungamento del muscolo ma anche la circolazione periferica e la prevenzione di infortuni, spesso frequenti”.

Andando più nello specifico, invece, come si deve muovere uno sciatore della domenica?
“Per valutare il suo stato di forma dovrebbe poter correre per dodici minuti misurando la distanza che ha coperto; una buona condizione significa percorrere 2400, 2800 metri per gli uomini, 2200, 2600 per le donne. Se dovesse camminare a causa dell’età od altri impedimenti i valori logicamente si abbasserebbero.
Dopodiché per due volte la settimana, o per quanto il lavoro lo consente, un turista potrebbe seguire uno schema che potremmo definire tipo: corsa per circa trenta minuti, variando spesso il percorso e la velocità, ad esempio quindici minuti piano e gli altri ad una velocità più sostenuta; oppure variando spesso la stessa durante la seduta. Fare degli scatti in salita, dove questa non sia troppo ripida, allo scopo di stimolare la forza senza eccessive controindicazioni. Stretching, tanto e senza mai sottovalutarlo, quindi per un’altra mezz’ora dedicarsi ad un gioco per migliorare la coordinazione: il tennis, la pallavolo, ma anche il calcio vanno molto bene o qualsiasi altra attività coordinativa che possa interessare la totalità s del corpo, ad esempio si potrebbero effettuare alcuni esercizi presi dalla ginnastica artistica, anche senza esagerare: delle capovolte o delle verticali sarebbero l’ideale. Bisogna solo saperle insegnare.

Va bene anche per i più piccoli?
“Sì, purché non si pensi solo a diminuire la dose ma che sia un progetto con presupposti diversi: un bambino scopre il proprio corpo e la propria motricità, un adulto la riconquista, un atleta la sviluppa ai massimi livelli. Per loro è importante che ci sia un insegnante che faccia riscoprire loro i giochi di motricità e l’aspetto ludico dello sport”.
Migliorini non ha mai parlato di esercizi che tendano a migliorare la forza dell’atleta in quanto, a suo giudizio, in questo periodo non è l’aspetto che merita la maggiore attenzione – troppi parlano solo della forza come della panacea per tutti i problemi dell’allenamento sportivo – ed il resto viene trascurato; lo sci è uno sport tecnico, ma nel corso degli anni sono andati smarriti i vecchi dettami.

A cura di Raffaele Sala

Nell’immagine Luigi Migliorini