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Gianni Bugno, di nuovo in bici per “Il valore di un sorriso”

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Ha passato una vita intera a spingere sui pedali. Poi, quando ha appeso la bici al chiodo (ritirandosi dall’attività agonistica), Gianni Bugno ha ripreso a pedalare. Per se stesso, per la vita. Per gli altri, i bambini più sfortunati della Tanzania.
Bugno, infatti, dopo essere stato un fior d’atleta, è ora testimonial dell’associazione onlus “Il valore di un sorriso”, che opera in Tanzania.

Domanda bruciapelo: Bugno, come vede questo Giro d’Italia? “E’ un bel Giro, ben disegnato che copre tutta la penisola: i corridori sono partiti da Reggio Calabria, l’estremo sud e arriveranno a Milano, dopo aver toccato diversi luoghi e dovranno affrontare anche le Dolomiti e Alpi: saranno le tappe più impegnative lì si deciderà il Giro”.

Secondo lei, dopo quanto appena visto c’è già un dominatore? “Dopo il risultato della cronometro di Firenze, sembra che il più in forma sia Ivan Basso, che l’anno scorso fece terzo al Tour. Però mancano ancora le tappe più impegnative e quindi non me la sento di dire ‘vincerà Basso’, oppure ‘vincerà Cunego’. O Savoldelli. Quello che posso dire è che è un bel Giro”.

E Petacchi che ha vinto a Sanremo? “Alessandro ha recentemente vinto a Ravenna, ma è stato sfortunato in più di una occasione. Sicuramente vincerà ancora perché ha le potenzialità per farlo. Alle spalle dovrebbero esserci gli episodi sfortunati che lo hanno ostacolato nel fare la volate. Spazio ce n’è ancora, per lui e per gli altri velocisti”. Preciso come sempre.

Una campione dal volto sincero
Nato a Brugg in Svizzera in 14 febbraio 1964, il Bugno ciclista – quello che infiamma le folle e scalda i cuori, quello da contrapporre a Chiappucci – si fa conoscere nei primi mesi del 1990 per il volo solitario verso il traguardo di Sanremo. L’apoteosi è di qualche mese più tardi, quando indossa la maglia rosa alla partenza del Giro a Bari e la porta ininterrottamente fino a Milano. La gente comincia a conoscere questo svizzero (solo di nascita) che è cresciuto nel cuore della Brianza a Monza: viene conquistata al primo sguardo, per via di quegli occhi azzurri e di quel volto sincero.
L’anno dopo vince il campionato italiano e successivamente il Mondiale su strada. Al termine della carriera metterà insieme una settantina di vittorie tra classiche e corse a tappe.
Dopo aver conseguito il brevetto di volo ha iniziato a lavorare per l’Elisoccorso del 118 facendo tappa a Milano, Napoli e Roma. Vista da fuori sembra una vitaccia: Bugno è costretto ad orari da ‘caserma’ in turni di quindici giorni no stop, dormendo in una piccola stanzetta vicino all’hangar dove è custodito l’elicottero pronto al volo. Tiene la mano sempre sul marsupio per ascoltare le vibrazioni del cellulare, pronto, anche a lui, ad ogni chiamata. Qualcuno lo ha riconosciuto anche in Humanitas, perché con il suo elicottero è transitato anche qui: con l’équipe si ferma il tempo di un caffè e poi se ne riparte guidato da altre chiamate.
Non ha mai abbandonato il mondo del ciclismo che lo ha portato ad essere consulente per la Shimano, il colosso giapponese produttore di cambi ed accessori per le biciclette, e direttore tecnico della Domina Vacanze, squadra professionistica di ciclismo.

Il valore di un sorriso
Da un paio di settimane a questa parte è impegnato in una nuova avventura in qualità di ambasciatore-testimonial dell’associazione Onlus “Il valore di un sorriso” che opera in Tanzania: avvicinato da amici comuni, Gianni Bugno ha voluto sapere tutto della Onlus diretta da Stefano Luparia e della vita in Africa, e si è reso disponibile per un aiuto concreto: “Si può lavorare bene”, ha detto in modo coinciso “perché è una realtà piccola, limitata gestibile”. “Ho scelto ‘Il Valore di un Sorriso’ proprio perché convinto dell’estrema incisività delle azioni sviluppate da quest’associazione in una delle aree più povere al mondo. ‘Il Valore di un Sorriso’ è dotata di una struttura organizzativa leggera, basata sul volontariato e sull’impegno dei missionari. Le risorse, in definitiva, vengono totalmente devolute ai bisognosi della Tanzania, in particolare ai bambini orfani”. Continua Bugno: “Da parte mia procurerò contatti e porterò in dote qualche euro raccolto da ospitate e da pedalate varie”.
Gianni come suo solito dice poco o nulla. Sono sempre i suoi occhi a parlare per lui, ma questa nuova attività lo coinvolge parecchio: si rende conto delle sue fortune e vorrebbe donarle un poco anche agli altri. “Stiamo lavorando bene, vedremo”. In quel vedremo c’è tutto Gianni Bugno. Non dice nulla – è vero – ma chi lo conosce solo un poco sa benissimo che nei suoi pensieri frulla l’intenzione di recarsi direttamente in Tanzania per un aiuto sul posto. Non lo dice, no: quella bici che qualche volta cavalca ancora (“solo se non piove”) lo porterà molto lontano.

Di Raffaele Sala

Per informazioni sulle attività de “Il Valore di un Sorriso”: www.ilvalorediunsorriso.it