Russare non è semplicemente un disturbo del sonno per gli altri, ma può evolvere in una grave condizione chiamata roncopatia, specialmente quando associata alle apnee ostruttive del sonno. Come per altre patologie, il trattamento del russamento dipende da vari fattori e può richiedere terapie specifiche.
Approfondiamo l’argomento con gli specialisti del Centro per la Diagnosi e la Cura della Roncopatia di Humanitas San Pio X diretto dal dottor Luca Malvezzi, Responsabile dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Humanitas San Pio X.
Russamento: cosa misura la polisonnografia
La diagnosi di roncopatia e la successiva terapia richiedono la valutazione di un medico specialista e l’esecuzione di specifici esami per determinare l’entità del russamento e la gravità delle apnee notturne. La polisonnografia è un esame non invasivo che fornisce al medico informazioni obiettive sul russamento durante il sonno e permette di valutare la gravità del problema.
Durante la polisonnografia vengono registrati diversi parametri cruciali per la diagnosi, come i rumori emessi, il tipo di respirazione (orale o nasale), la posizione del corpo e della testa durante il sonno, la presenza e le caratteristiche delle apnee, nonché le variazioni nei livelli di ossigenazione del sangue durante la notte. Sulla base di tali parametri, del grado di roncopatia e delle strutture anatomiche coinvolte, il medico determina la terapia più appropriata.
La scelta della terapia più efficace per il paziente è fondamentale non solo per risolvere il problema del russamento, ma anche per correggere eventuali patologie correlate, come l’ipertensione, la sonnolenza diurna, la difficoltà di concentrazione o il diabete. Dopo aver eseguito la polisonnografia, il medico può optare per un’endoscopia particolare delle prime vie aeree, chiamata Sleep Endoscopy, che viene effettuata in sala operatoria mentre il paziente è indotto farmacologicamente al sonno. Questo esame consente di identificare con precisione le aree anatomiche responsabili del russamento e delle apnee.
Le terapie per la roncopatia
Prima di determinare la terapia più efficace per la roncopatia, che può essere sia chirurgica che non chirurgica, spesso in combinazione, è essenziale che la persona si sottoponga al percorso diagnostico. In alcuni casi, la terapia può essere di natura conservativa e comportamentale, e può variare in base ai fattori di rischio specifici del paziente, come ad esempio:
- Perdere peso in caso di obesità.
- Evitare di fumare e consumare alcolici di sera, se presenti tali abitudini.
- Utilizzare dispositivi semplici per modificare la posizione durante il sonno, poiché la posizione supina favorisce il russamento.
In altri casi, la terapia per il russamento può includere l’uso di dispositivi odontoiatrici, come il bite, che promuovono l’avanzamento della mandibola e l’allargamento dello spazio respiratorio nella gola per facilitare il flusso d’aria. Altre opzioni terapeutiche includono l’utilizzo della terapia notturna con ventilatore (CPAP), che garantisce la ventilazione durante il sonno tramite una maschera indossata dal paziente.
A volte, queste terapie possono essere associate alla terapia miofunzionale, che mira a tonificare i muscoli oro-faringei che spesso risultano rilassati (ipotonici) e hanno perso la loro funzione nel caso dei russatori, al fine di rallentare la progressione della roncopatia.
Nei casi in cui sia necessario il ricorso alla chirurgia, la scelta del tipo di intervento varia in base all’area anatomica coinvolta e al problema specifico. Dopo l’intervento, può essere necessaria la riabilitazione dei muscoli riposizionati e rafforzati per ripristinare il loro tono muscolare, attraverso la terapia miofunzionale eseguita da un logopedista su indicazione del chirurgo. La terapia miofunzionale, simile alla fisioterapia per il recupero di un arto dopo un intervento, è utile per un completo ripristino della funzione e per risolvere il problema del russamento.