Il seno è una parte molto importante nel corpo di una donna e occorre prendersene cura fin dall’adolescenza.
Può capitare che durante l’autopalpazione, si avverta una “biglia”, ma come spiega la dottoressa Valentina Errico, chirurgo senologa di Humanitas e di Humanitas San Pio X: «La spia con cui si manifesta il sospetto di neoplasia è la presenza di noduli, ma non tutti i noduli sono necessariamente espressione di un tumore maligno. In molti casi quella “biglia” che viene percepita durante l’autopalpazione potrebbe corrispondere a un fibroadenoma, ovvero una formazione benigna, generalmente innocua che raramente si converte in maligna.
Può comparire soprattutto nelle ragazze e nelle donne nella fascia 15-30 anni o che seguono una terapia ormonale (contraccettiva, ad esempio), mentre nelle donne in menopausa è molto meno comune. Il fibroadenoma infatti sembra essere associato a una risposta anomala agli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, che sono prodotti in quantità maggiori durante l’età fertile e diminuiscono con l’avvicinamento e l’arrivo della menopausa».
Fibroadenoma: l’importanza del monitoraggio
«La presenza di fibroadenoma non aumenta il rischio di sviluppare tumore al seno. Tuttavia, il fibroadenoma va monitorato per rilevare eventuali variazioni di forma, dimensioni e consistenza. Particolare importanza riveste Il monitoraggio in caso di fibroadenoma complesso, ovvero che si manifesta con più noduli e può riguardare entrambi i seni, in quanto se presente questa forma, potrebbe esserci un lieve rischio che si converta in tumore maligno», continua la dottoressa Errico.
Quando rivolgersi a uno specialista?
«Lo specialista va consultato se al tatto si percepisce nel seno una massa liscia e rotonda, dalla consistenza dura o gommosa, con contorni regolari e netti, che tende a spostarsi con la pressione delle dita. Non ci sono delle dimensioni “indicative” per il fibroadenoma, in quanto nella maggior parte dei casi non ha più di 3 cm di diametro, ma può raggiungere anche le dimensioni di 5-6 cm oppure persino 10-15 cm nei casi di fibroadenoma gigante, tipico dell’età adolescenziale. Inoltre, va considerato che il volume può aumentare, ad esempio durante la gravidanza, o diminuire fino a scomparire spontaneamente».
Esami e cura
«Eventualmente, dopo la visita specialistica, può essere necessario effettuare esami di accertamento e approfondimento diagnostico (mammografia, ecografia mammaria, RMN, o biopsia) che hanno lo scopo di indagare la natura maligna o benigna del nodulo.
Per la cura, in genere si opta per quella conservativa, ovvero basata sul monitoraggio delle dimensioni e della consistenza del nodulo, oppure si può asportare chirurgicamente se causa disagio estetico o psicologico. L’asportazione è anche raccomandata quando il nodulo cresce rapidamente oppure supera già i 3 cm, causa dolore e la paziente ha più di 35 anni». conclude la dottoressa Errico.