Secondo le più recenti statistiche i bambini italiani continuano a esercitare un triste primato, in Europa: quello del sovrappeso e dell’obesità. Sebbene questa malattia sia in calo, i numeri non consentono ancora di far abbassare la guardia. Una corretta informazione sulle migliori abitudini alimentari è quindi alla base di un processo di cambiamento che deve ancora compiersi. Fra i luoghi comuni da sfatare c’è quello secondo cui il consumo di latte e formaggi, se consumati nelle corrette quantità, incentivano l’obesità infantile. Ne parliamo con la dottoressa Elisabetta Macorsini, dietista di Humanitas.
I latticini fanno bene alla crescita
In Italia quasi un bambino su due è in sovrappeso e, tra questi, il 21 per cento è obeso. Tassi di poco più bassi riguardano le coetanee femmine: oltre una su tre è in sovrappeso, di cui il 14 per cento obesa. Un dato che, per essere invertito, necessita innanzitutto di un maggiore impegno fisico, oltre che della dieta. Fra gli alimenti che però non vanno demonizzati ci sono il latte vaccino e i prodotti da esso derivati, che non svolgono un ruolo nell’insorgenza dell’obesità infantile, a patto di essere consumati nelle giuste quantità.
Secondo quando comunicato nell’ultimo congresso europeo sull’obesità da poco conclusosi a Vienna non ci sono prove per affermare che il consumo di prodotti caseari promuova lo sviluppo dell’obesità o aumenti l’appetito. Latte, yogurt e formaggi sono infatti alimenti ricchi di nutrienti ed essenziali soprattutto nella fase di crescita.
Un falso mito
Negli anni, alla luce di alcuni dibattiti, era cresciuto a dismisura il timore che un consumo eccessivo di latticini potesse essere alla base dell’accumulo dei chili di troppo nei bambini. Un dato che è stato di recente smentito dopo aver passato in rassegna le conclusioni di 95 studi in cui sono stati coinvolti oltre 203 mila bambini. I ricercatori hanno esaminato l’impatto del consumo del latte (intero e scremato) e dei prodotti caseari sullo sviluppo dell’obesità tra il 1990 e il 2017.
Se le evidenze che associano l’eccessivo consumo di prodotti a base di latte all’aumento del grasso corporeo sono considerate ancora piuttosto deboli, rimane ancora da valutare l’impatto dei tipi di latte vegetale (che latte non è, come sancito dall’Unione Europea) sul girovita, per i quali mancano ancora studi scientifici a sufficienza.