Nessun beneficio dal “pane nero” al carbone vegetale. La dottoressa Sara Testa, dietologa del Centro Obesità dell’ospedale Humanitas, boccia il consumo di questo tipo di pane ottenuto dall’aggiunta di carbone vegetale – da non confondersi con altre varietà di pane scuro come quello di segale – perché privo di proprietà salutari: «È calorico tanto quanto il pane tradizionale e il carbone vegetale non dà alcun beneficio alle persone che accusano flatulenza o problemi come la sindrome del colon irritabile».
Il carbone vegetale, dal punto di vista nutrizionale, non dà alcun valore aggiunto, tutt’altro: «È un colorante potenzialmente cancerogeno – aggiunge la specialista – perché ottenuto dalla combustione. La quantità aggiunta per la produzione del cosiddetto “pane nero” è molto più bassa di quella che potrebbe avere un potenziale farmacologico in pazienti con problemi intestinali. E per questo scopo, inoltre, anche le compresse al carbone vegetale raramente risultano efficaci».
Aggiunta di carbone vegetale di dubbia utilità
«Gli integratori a base di carbone vegetale sono consigliati per contrastare disturbi intestinali, flatulenza e gonfiore grazie alle sue proprietà adsorbite dei gas intestinali. L’aggiunta di questo additivo come colorante nei prodotti da forno è tuttavia di dubbia utilità, perché non si conosce ancora se questi benefici sono ugualmente presenti nel momento che il carbone vegetale viene inserito come ingrediente in una matrice alimentare complessa», aggiunge la dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas.
Quali indicazioni dare al consumatore? «Chi, acquistando un prodotto al carbone vegetale, pensa di comprare un prodotto salutare sbaglia: non è nemmeno “dietetico” perché ha le stesse calorie del pane bianco ma anche del pane integrale, che risulta invece indicato per chi vuole aumentare l’apporto di fibre», risponde la dottoressa Testa.
I prodotti da forno con carbone vegetale non potranno essere chiamati “pane”
A dicembre, il ministero della Salute è intervenuto con una nota sulla questione del “pane nero” al carbone vegetale. Il ministero ha dato alcune indicazioni su denominazione, produzione ed etichettatura del prodotto dopo le richieste di chiarimento di diverse associazioni di categoria.
Secondo il ministero questa sostanza può essere aggiunta ma solo in qualità di colorante: “È ammissibile la produzione di un ‘prodotto della panetteria fine’ denominato come tale, che aggiunga agli ingredienti base (acqua, lievito e farina), tra gli altri, anche il carbone vegetale come additivo colorante e nelle quantità ammesse dalla regolamentazione europea”, dice il ministero.
Non è ammissibile – continua la nota – chiamare questo prodotto ‘pane’, né fare riferimento al ‘pane’ nell’etichettatura, nella sua presentazione e pubblicità, sia nel caso di prodotto preconfezionato che sfuso. Inoltre non sarà ammesso fare riferimento agli effetti benefici del carbone vegetale alla luce del “chiaro impiego dello stesso esclusivamente quale additivo colorante”.