Più pollo e tacchino per migliorare la salute di tutti. Il suo consumo contribuisce alla diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari e di alcune forme di tumore. L’associazione non profit Nutrition Foundation of Italy ha realizzato il primo “Documento di consenso sul ruolo delle carni avicole”, di prossima pubblicazione sulla rivista Food & Nutrition Research. Il rapporto fa il punto sul consumo di carni bianche e sulle sue ricadute prendendo in esame i dati disponibili della letteratura scientifica. Il documento è stato realizzato con il contributo di Unaitalia (Unione Filiere Agroalimentari Carni e Uova).
Mangiare più carne bianca e meno carne rossa è un consiglio che medici e nutrizionisti ripetono spesso, ma i dati sul consumo di carne sembrano indicare una tendenza opposta. Quello di carni avicole è solo un quarto del totale; nel 2014 ogni italiano ha mangiato 13,92 kg di pollo e 4,31 kg di tacchino. Numeri, questi ultimi, che posizionano l’Italia al di sotto della media Europea e lontano da Paesi come Usa o Gran Bretagna.
Qual è il profilo nutrizionale di queste carni? Come tutta la carne e molti altri prodotti di origine animale, anche pollo e tacchino contengono le cosiddette proteine “nobili” o di alta qualità, quelle che l’organismo non riesce a sintetizzare. Ma a differenza della carne rossa è più magra avendo un più basso apporto di grassi. Inoltre, dal momento che questi si trovano in particolare nella pelle, eliminandola si può ulteriormente ridurne l’introito. I grassi contenuti sono poi in maggior parte mono e polinsaturi, come gli omega-3 e gli omega-6, quindi grassi “buoni”, solo un terzo è costituito da grassi saturi. Attenzione dunque a come si cucina la carne bianca: oltre a eliminare la pelle, è bene non abusare di condimenti che farebbero aumentare i grassi del pasto ed evitare di bruciare la carne. Inoltre la carne deve essere “vera”, non lavorata, avvertono i professionisti di Humanitas.
Dai dati elaborati dalla Nutrition Foundation of Italy emerge un’importante associazione tra il consumo di carni bianche e il rischio infarto: più basso se si mangiano più carni bianche e pesce rispetto a quanto succede consumando più carne rossa. Ancora, pollo e tacchino contribuiscono alla prevenzione del tumore all’esofago (il rischio si riduce del 53%) mentre avrebbero effetti neutri sul tumore allo stomaco e al colon retto.
Meglio non abusare di carni rosse, più grasse
Un maggior consumo di carne è stato associato a un maggiore rischio cardiovascolare e oncologico. Ma non tutti gli alimenti contenenti proteine di origine animale “pesano” allo stesso modo. Rischioso è l’abuso di carne rossa e di carni lavorate con i loro grassi, conservanti, oppure per le modalità di preparazione; al contrario, alle carni bianche di buona qualità è associato un profilo di salute migliore anche rispetto ai vegetariani.
Tuttavia non dobbiamo soffermarci solo sui macronutrienti ma guardare al contesto: come hanno dimostrato diversi studi, chi consuma più pollo o tacchino è anche chi non fuma, svolge regolare attività fisica e tiene sotto controllo il proprio peso. La riduzione della mortalità dipende da tutti questi fattori. Il messaggio vale per tutti, ma c’è qualche categoria di persone a cui è consigliato mangiare più carne bianca? Chi ha problemi legati alla presenza di colesterolo elevato, dislipidemie in genere, problematiche oncologiche, è meglio che non abusi di carne rossa, il cui consumo non va in ogni caso demonizzato per chi è in buona salute e non esagera.
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