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Benessere

Alzheimer e processi infiammatori, quale correlazione?

L’incidenza della malattia di Alzheimer è in continua crescita. L’aumento delle prospettive di vita e dell’età media farà sì che il numero di persone che si troveranno a convivere con questa malattia dovrebbe salire a 14 milioni entro il 2050. Una nuova ricerca mira a saperne di più sulle cause che porterebbero alcune persone a sviluppare la malattia. Ne parliamo con il professor Alberto Albanese, neurologo di Humanitas.

 

Lo studio pubblicato su Neurology

Servendosi di esami del sangue per rilevare l’infiammazione, i ricercatori hanno preso in esame più 1.633 persone con un’età media di 53 anni. Dopo 24 anni, i partecipanti hanno effettuato un test della memoria e sono stati sottoposti scansioni cerebrali per misurare il volume del cervello in diverse aree chiave. La ricerca ha mostrato un’associazione tra l’infiammazione rilevata e il tipo di “atrofia” del cervello che è legata all’Alzheimer.
La ricerca suggerisce quindi che le persone giovani con un livello più alto di infiammazione sistemica, 25 anni dopo possono mostrare una maggiore atrofia cerebrale e maggiori problemi con la memoria.

 

Da cosa deriva l’infiammazione sistemica o cronica

L’infiammazione sistemica o cronica può derivare da condizioni come l’osteoartrite, da disturbi autoimmuni o altri fattori come l’obesità e il fumo. I risultati dello studio hanno anche dimostrato che i soggetti giovani che avevano livelli più elevati di infiammazione cronica non solo avevano una maggiore atrofia del cervello, ma avevano anche maggiori difficoltà a eseguire i test della memoria. Lo studio non dà ancora certezza del fatto che questi cambiamenti cerebrali siano il risultato di un’infiammazione, ma apre le porte a nuove vie di ricerca per il trattamento dell’Alzheimer.