Il caldo è nemico del mal di testa. L’esposizione diretta e prolungata ai raggi solari o semplicemente l’aumento delle temperature possono scatenare o aggravare i sintomi del mal di testa. Si può parlare di una “meteoropatia” per il mal di testa? Il caldo può giocare brutti scherzi causando emicranie e cefalee?
Una ricerca pubblicata sulla rivista Neurology ha dimostrato come le alte temperature incrementino il rischio di emicrania. Questo sale del 7,5% con un aumento di cinque gradi centigradi.
Perché questa relazione tra caldo e mal di testa?
«L’emicrania, la prima forma di patologia neurologica a causare invalidità, può essere scatenata da una serie di fattori: psicologici, farmacologici, legati all’alimentazione, all’ambiente o endogeni, ad esempio una variazione ormonale. Tra quelli ambientali il caldo, così come l’altitudine e le variazioni di temperatura, può provocare o accentuare un’emicrania», spiega il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas LAB.
«Il caldo può provocare un’infiammazione vascolare e quindi può essere una fonte di dolore molto violento e disabilitante. Spesso il mal di testa si accompagna a sintomi come vomito e nausea e può durare anche tre giorni».
Cosa possono fare gli emicranici per difendersi dal caldo?
«Devono evitare o limitare l’esposizione al sole, idratarsi bene, coprirsi leggermente in spiaggia con un cappello, rinfrescarsi di tanto in tanto e mangiare tanta frutta, senza assumere bevande eccitanti come il caffè», consiglia lo specialista.
Il mal di testa può sorgere quando la termoregolazione corporea va in tilt: è il colpo di calore, che provoca questo disturbo quando l’organismo non riesce ad adattarsi alle alte temperature. Infine, il mal di testa può far capolino anche a seguito dell’esposizione diretta ai raggi solari per lungo tempo. È la classica insolazione o colpo di sole.
«Sotto il sole si può sentire una sensazione di intorpidimento, di pesantezza, ma non è un mal di testa invalidante come l’emicrania. Il dolore è più sopportabile, al limite siamo nel campo delle cefalee tensive: il corpo si affatica perché aumenta la sudorazione e il battito cardiaco, tutte armi con cui l’organismo cerca di compensare il calore», aggiunge il dottor Tullo. «Chi sa di essere sensibile all’azione dei raggi solari dovrebbe dunque evitare l’esposizione nelle ore più calde o difendersi bevendo molto e coprendosi il capo».