La scarsa o alterata produzione di lacrime (rispettivamente ipolacrimia e dislacrimia), tipici sintomi di chi soffre di occhio secco, riducono la capacità di attenzione e concentrazione, rende difficoltose anche le attività più semplici e quotidiane, limitando le relazioni e peggiorando la qualità della vita.
Ne abbiamo discusso con il dottor Carlo Frontini, oculista di Humanitas Mater Domini.
Occhio secco: quali i sintomi?
Quante volte, dopo aver lavorato troppe ore al computer, si avvertono fastidi agli occhi? Oppure, sempre con più frequenza, si provano sensazioni quali stanchezza oculare, pizzicore e gli occhi sembrano due sassolini nel nostro viso?
Si tratta della “Sindrome dell’occhio secco”, una patologia molto più frequente di quanto si possa pensare e in crescente aumento soprattutto negli ultimi anni.
Bruciore, occhi rossi, fotofobia, percezione di corpo estraneo, appannamento visivo, fino ad arrivare a vero e proprio dolore, sono solo alcuni dei sintomi ben noti a coloro che soffrono di questo problema.
Alla base di una disfunzione lacrimale vi è la presenza di un film lacrimale instabile, ossia causato da un’alterata quantità, diffusione o qualità delle differenti componenti delle lacrime.
Quando ci si concentra su di un’attività che coinvolge la vista, la lettura, la guida o l’uso del computer, per fare qualche esempio, si tende a battere le palpebre con una frequenza minore rispetto a quanto si farebbe in condizioni normali, privando così gli occhi di un film lacrimale rinnovato. Il film lacrimale, una pellicola di liquido che si rinnova ad ogni ammiccamento, è composto da tre strati che coesistono in modo armonico: mucoso profondo, acquoso intermedio e lipidico superficiale e ricopre la superficie oculare, ossia la parte dell’occhio a contatto con l’atmosfera (quindi aria, comprensiva di agenti inquinanti o allergeni)”, spiega il dottor Carlo Frontini, medico oculista di Humanitas Mater Domini.
L’importanza delle lacrime
È intuibile, quindi, quanto possa essere importante per la salute degli occhi un film lacrimale integro e sano, viste le sue molteplici funzioni: lubrificante, protettiva e diottrica. Gioca pertanto un ruolo fondamentale nella difesa dalle infezioni, nella nutrizione dell’epitelio corneale, nella protezione dagli insulti fisici e chimici.
L’utilizzo di computer, l’esposizione al sole e al vento, infiammazioni delle palpebre, determinati farmaci o alcune condizioni patologiche, come l’artrite o altre malattie autoimmuni possono essere causa o concausa di questo problema, mai da sottovalutare.
Il persistere di un danno lacrimale va, infatti, a determinare nel tempo una situazione di cronica infiammazione tale da creare un circolo vizioso di auto-mantenimento del problema, che si aggrava sempre di più.
Anche la terapia “fai da te” non è una buona scelta (alcuni conservanti presenti nei colliri sono dannosi!), rischiando di far peggiorare o comunque di non risolvere la situazione.
“La visita specialistica dal medico oculista può essere utile per quantificare il danno e la gravità dell’alterazione, per valutare la causa del discomfort e per impostare un’adeguata terapia, che permetta di affrontare le attività di ogni giorno liberi da un problema, spesso misconosciuto e sottovalutato, che limita la qualità di vita”, conclude lo specialista.