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Grafene un'arma in più contro la carie

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Il grafene contro le carie. Uno studio della Jiao Tong University di Shanghai ha esaminato le proprietà battericide del grafene e ne ha ipotizzato l’impiego per la cura dei denti. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Acs Applied Materials & Interfaces.

In laboratorio i ricercatori hanno testato l’efficacia dell’ossido di grafene, un derivato del grafene, contro tre diverse specie di batteri che causano carie e gengiviti. Distruggendo le pareti cellulari e le membrane dei microorganismi, l’ossido di grafene riusciva a rallentarne la proliferazione. Per questo motivo, gli autori della pubblicazione pensano che questo materiale potrebbe essere usato con efficacia nei trattamenti orali.

Alcuni batteri, infatti, hanno sviluppato la resistenza agli antibiotici. Come sottolineano i ricercatori, i dentisti spesso prescrivono antibiotici tradizionali per sbarazzarsi dei batteri, ma con l’aumento della resistenza antibiotica servono nuovi approcci. Secondo il Ministero della Salute, la malattia parodontale, ovvero gengiviti e parodontiti, colpisce in Italia circa il 60% della popolazione, in particolare le fasce d’età fra i 35 e i 44 anni. La carie, invece, è una malattia infettiva che interessa circa l’80% della popolazione nei Paesi sviluppati. Entrambe le patologie sono dovute all’azione della placca batterica. La carie si forma infatti a seguito della disgregazione e distruzione dello smalto dei denti dovuta all’acidità della placca batterica presente nella bocca.

 

Il grafene, materiale ancora tutto da esplorare

Il grafene è un materiale a due dimensioni costituito da un unico strato di atomi di carbonio ed è stato scoperto nel 2004. Precedenti studi avevano già dimostrato l’efficacia del grafene in biomedicina, ma il suo utilizzo è un settore ancora tutto da esplorare.

«Anche l’impiego contro i batteri del cavo orale necessita di ulteriori approfondimenti in particolare per quanto riguarda possibili controindicazioni», avverte il dottor Stefano Rizzi, responsabile di Chirurgia orale del Centro odontoiatrico di Humanitas. «Gli stessi autori dello studio parlano di minimi danni alle cellule; bisognerà valutare eventuali effetti negativi che i test non hanno potuto escludere del tutto. Al momento – conclude lo specialista – si è attestata la capacità dell’ossido di grafene di distruggere la membrana cellulare dei batteri della bocca».

 

Pillola a cura del dottor Stefano Rizzi

odontoiatra, Responsabile Chirurgia Orale del

Centro Odontoiatrico di Humanitas

 

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