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Per superare di slancio la sindrome premestruale

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Per molte donne, l’appuntamento mensile con le mestruazioni rappresenta un vero incubo. Come se non bastasse, l’incomprensione delle persone con cui è in relazione, siano essi familiari, amici o colleghi di lavoro, portano la donna soggetta alla sindrome premestruale a considerarsi “esaurita” e ad attribuirsi un’eccessiva idea negativa di se. Abbiamo approfondito il problema con gli specialisti ginecologi di Humanitas. Nonostante risalga al 1931 la definizione “quadro di tensione emotiva”, con la quale tale condizione per la prima volta venne classificata come malattia, la consuetudine di considerarla solo una debolezza del sesso femminile si è dimostrata dura a morire. Adesso finalmente la sindrome, a proposito della quale certo c’è ancora molto da studiare, viene considerata una vera e propria malattia, cui si riconoscono numerose cause organiche e dalla quale, con l’aiuto del ginecologo, ci si può in gran parte affrancare.

Nervi a fior di pelle e senso di gonfiore
La sindrome premestruale si caratterizza per molteplici sintomi che non sempre sono presenti contemporaneamente e che possono avere un’intensità variabile. Tra questi è tipica la ritenzione idrica che provoca un senso di gonfiore generalizzato e che può essere talmente importante da determinare un aumento di peso corporeo di uno, due e anche quattro chili. Essa causa anche tensione al seno, talvolta tale da creare difficoltà, per il dolore, nell’indossare il reggiseno, i maglioni e persino nello sfiorarsi. I disturbi psicologici, anch’essi rilevanti, costituiscono certamente uno dei tasti più dolenti delle sue manifestazioni. Irritazione, nervosismo, variazioni del tono dell’umore molto accentuati, simili a quelle che si verificano in menopausa, li caratterizzano. Proprio tali variazioni, che possono portare a scatti nervosi per futili motivi, sono alla base delle difficoltà che la malattia spesso fa insorgere nelle relazioni interpersonali. In alcuni casi chi ne soffre è portata ad avere un atteggiamento familiare aggressivo e litigi continui con il partner, in altri può essere impossibilitata a recarsi sul posto di lavoro. A volte, per contro, la sindrome sfocia in stati di depressione, e le donne colpite non hanno voglia di svolgere qualsivoglia attività. Come se non bastasse si può manifestare anche difficoltà di concentrazione e in alcuni casi compare la cefalea.

Il suo ruolo sociale
Da quanto detto risulta evidente che la sindrome premestruale può essere altamente invalidante. In Francia e in Inghilterra, per questo, la patologia è riconosciuta, tanto da essere considerata, in campo medico-legale, addirittura un’attenuante per i reati commessi sotto il suo influsso. In Italia sia il mondo legale sia l’opinione pubblica le riconoscono un peso minore, anche se, in ogni caso, crescente, a conferma della rilevanza che può assumere nella vita di una donna. Attualmente viene definita in termini medici come “disforia”, ovvero una patologia psichiatrica. Se questo può spaventare, bisogna invece coglierne il lato positivo, e cioè il fatto che essa viene riconosciuta come malattia; in futuro ne verrà data probabilmente una diversa definizione. La sindrome premestruale colpisce dal 20 al 40 % delle donne in età fertile, e interessa soprattutto le fasce culturali medio alte, forse perché più attente al personale stato di benessere.

I giorni “difficili”
I sintomi si manifestano subito dopo l’ovulazione. Per chi abbia cicli molto regolari di 28 giorni, significa dal 16° fino alla mestruazione. Di fatto, e più generalmente, la sindrome è più grave nei dieci giorni che precedono la mestruazione. Si può dire che dura dai 10 ai 14 giorni e copre, cioè, la seconda fase del ciclo. Un periodo abbastanza lungo, spesso caratterizzato anche da una grande fame (iperfagia). I giorni della mestruazione, spesso molto pesanti per le donne, sono vissuti da chi soffre di sindrome premestruale, paradossalmente, con un senso di liberazione.

Perché si manifesta
Riguardo alle cause, i fattori cui si riconosce un ruolo sono molteplici e tutti in fase di studio. Tra questi ci sarebbe, principalmente, un mancato equilibrio tra ormoni estrogeni e progestinici. Anche la produzione anomala di oppioidi endogeni, che sarebbe responsabile dei sintomi fisici e psichici della sindrome, è tra le altre cause su cui si indaga. In alcune pazienti, inoltre, è stata dimostrata una produzione eccessiva di prolattina che determinerebbe la ritenzione idrica e il dolore a livello mammario. In fase premestruale, ancora, si attua un meccanismo per cui si manifesta una maggiore tolleranza all’introduzione di zucchero che fa aumentare la voglia di dolci, un atteggiamento questo che spesso porta a colpevolizzarsi, ma invece ha una base organica. Il deficit di vitamina B6 (implicata nella produzione di serotonina) che viene spesso riscontrato, poi, sembrerebbe spiegare la depressione. Infine tra le cause anche le prostaglandine, la cui sintesi risulta alterata. Tutte ipotesi parzialmente dimostrate.

Come si combatte
La sindrome premestruale è una vera e propria malattia. Sapere questo e venire informata della possibilità di una cura, rappresenta spesso già di per se un sollievo per la donna che ne è colpita. I disturbi cominciano a comparire nei casi di moderata intensità e solo in quelli severi si hanno le manifestazioni psichiche. Dal punto di vista medico-ginecologico l’approccio terapeutico si basa sulla soppressione dell’ovulazione, che si ottiene somministrando la pillola anticoncezionale. In virtù di ciò si determinano condizioni di stabilità per 21 giorni e solo il giorno precedente la mestruazione può verificarsi una lieve irritabilità. La sindrome diviene così decisamente più tollerabile.
Ci sono anche metodi di cura non “convenzionali” che possono coadiuvare l’azione della pillola o essere adottati in alternativa, a seconda della gravità dei sintomi e del gradimento da parte delle singole donne. Per esempio le tecniche di rilassamento tra cui lo yoga, lo stretching o l’attività fisica. Per coloro che hanno particolari problemi di ritenzione idrica può essere di giovamento l’assunzione di un diuretico nella seconda fase del ciclo. Di recente introduzione è l’utilizzo dei sali di magnesio, sostanza che interviene su alcune reazioni enzimatiche a livello cerebrale, e che, utilizzata durante i giorni critici della sindrome, soprattutto nei casi moderati e lievi, ne attenua parecchio la sintomatologia.

A cura di Giorgia Diana