Lunghe ore davanti al computer, posizioni scorrette che causano dolori, scarso moto: la vita in ufficio può in alcuni casi minacciare la nostra salute. Il dossier sul benessere al lavoro continua con un disturbo diffuso legato all’uso del mouse.
Non è una fobia verso i topolini quella che gli americani hanno battezzato “mal di mouse”. È, piuttosto, una malattia causata dall’innovazione tecnologica, in particolare computer e mouse. Inizia con un dolore alla mano, più o meno forte, che poi, se trascurato come purtroppo spesso avviene, si infiamma e degenera. Ne abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas.
Che cos’è il “il mal di mouse”?
“Il ‘mal di mouse’ è il soprannome dato a un disturbo causato dai continui e invariati movimenti per spostare il mouse. Questi movimenti, infatti, a lungo andare causano una tensione muscolare che, in alcuni casi, può provocare infiammazione dei tendini in varie regioni della mano oppure una irritazione dei nervi che forniscono sensibilità alle dita”.
Quali sono i sintomi?
“Il segnale d’allarme che porta a pensare al ‘mal di mouse’ è il dolore (ma anche i formicolii), che aumenta con il movimento e diminuisce con il riposo”.
Quali sono le cause?
“Una delle cause è sicuramente il sovraccarico della parte interessata in una situazione di predisposizione. Superato il limite di tolleranza si manifesta la malattia. Non colpisce tutti indistintamente, quindi, ma solo alcune persone che sono già predisposte a soffrire della malattia. In pratica, il movimento con il mouse scatena l’infiammazione”.
Chi colpisce prevalentemente?
“Il ‘mal di mouse’ colpisce soprattutto chi lavora per tante ore al computer, per lavoro o per hobby, facendo movimenti ripetuti che non sono abituali per il polso, soprattutto se il gomito non è appoggiato bene al tavolo”.
Cosa si può fare?
“Il riposo assoluto in genere fa passare l’infiammazione. Per ridurre il dolore si possono assumere farmaci antinfiammatori o eseguire cicli di fisioterapia strumentale. La fisioterapia, inoltre, aiuta a favorire la mobilità delle strutture della mano. È importante non sottovalutare l’infiammazione, perché se viene trascurata può degenerare e, poi, diventa necessario intervenire chirurgicamente”.
A cura di Lucrezia Zaccaria