Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Altri cookie sono quelli in fase di identificazione e non sono stati ancora classificati in alcuna categoria.

Benessere

Mal di testa “femminili”

Le conseguenze dell’emicrania sono più serie per il gentil sesso: sono soprattutto le donne a dover sospendere le normali attività quotidiane per i disturbi (dolore ad un lato della testa, nausea, fastidio alla luce e al rumore) legati agli attacchi di emicrania.
In questo quadro non stupisce, quindi, che si possa parlare anche di una forma di “emicrania mestruale”, di cui dichiarano di soffrire ben 11 milioni di Italiane.

Perché le donne sono così sensibili all’emicrania?
“Il problema”, risponde la dott.ssa Paola Merlo, “è sicuramente da mettere in relazione alle tipiche fluttuazioni ormonali che svolgono un ruolo di primaria importanza nella modulazione degli eventi biochimici, emozionali e comportamentali correlati all’attacco emicranico. Il brusco calo di estrogeni disponibili che si verifica pochi giorni prima delle mestruazioni, può dare il via all’emicrania”. Ed è proprio per questo che molte donne che soffrono abitualmente di emicrania, possono avere sintomi più intensi in “quei giorni”. Alcune donne, infatti, presentano una forma di emicrania che insorge solo in concomitanza con il flusso mestruale, la vera emicrania mestruale. In questi casi i disturbi compaiono in genere da 2 giorni prima dell’inizio delle mestruazioni al secondo giorno del ciclo.

Quali le soluzioni disponibili?
“Innanzitutto”, precisa la dottoressa Merlo, “si deve definire con certezza l’emicrania mestruale, che potrebbe essere confusa con altre forme di mal di testa che possono associarsi alla sindrome premestruale. Il ruolo del neurologo è di valutare appunto la frequenza, la durata e l’intensità degli attacchi oltre a sintomi caratteristici: mal di testa pulsante in genere unilaterale, di intensità media o severa e che peggiora con l’attività fisica, accompagnato spesso da nausea e/o vomito, fastidio alla luce a al rumore.”

Quali sono le cure?
“Una volta individuato il problema, può essere prescritta la cura, che può diversificarsi a seconda dell’entità dei sintomi – conclude la dott.ssa Merlo. Per le forme più lievi di emicrania mestruale la terapia è sintomatica e possono essere indicati i comuni farmaci antidolorifici non steroidei (FANS), come l’Aspirina o il paracetamolo oppure gli ergotaminici (come la diidroergotamina). In altri casi si utilizzano sintomatici specifici come i triptani (ad esempio sumatriptan, rizatriptan, zolmitriptan, almotriptan appena uscito). Ma qualcosa si può fare anche per prevenire le crisi di emicrania mestruale, soprattutto quando l’approccio terapeutico sintomatico risulta insoddisfacente per la lunga durata e l’intensità delle crisi che limitano le normali attività quotidiane. Tra i farmaci preventivi o di profilassi più utilizzati ci sono i betabloccanti e i calcio antagonisti, antidepressivi triciclici, alcuni antidolorifici (FANS e didroergotamina) e il magnesio (carente nei giorni che precedono il flusso). Questi farmaci, “combinati” in modo diverso dallo specialista a seconda dei casi, devono essere assunti pochi giorni prima dell’inizio delle mestruazioni fino alla fine del flusso (“mini profilassi o trattamento temporizzato”)”.

A cura di Silvia Rosselli