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Bambini

Cullare i bambini: ecco perché è importante

Migliora la qualità del loro sonno e li aiuta a consolidare i ricordi e a potenziare la memoria, oltre che ad addormentarsi più in fretta e a riposare meglio, grazie ad un sonno più profondo. Due studi entrambi condotti in Svizzera e pubblicati sulla rivista Current Biology, hanno sottolineato l’importanza di cullare i bambini piccoli per farli addormentare. Ne abbiamo parlato con il dottor Marco Nuara, pediatra di Humanitas.

 

Da luogo comune a evidenza scientifica

Quanto cullare un bebè possa essere un valido aiuto per facilitare il momento della nanna è un luogo comune che si tramanda da generazioni. Eppure non c’erano evidenze in merito. Un gruppo di scienziati svizzeri ha voluto andare a fondo della questione arruolando un gruppo di volontari nel proprio laboratorio del sonno. I tester sono stati posizionati una notte su di un letto basculante, l’altra sullo stesso letto che però era fermo. Nel primo caso i volontari si sono addormentati più in fretta e hanno avuto una fase più lunga di sonno profondo, che è anche quello più rigenerante. Nella notte in cui sono stati cullati ininterrottamente, inoltre i volontari hanno totalizzato un punteggio maggiore ai test di memoria cui sono stati sottoposti il mattino seguente (il test consiste nel memorizzare coppie di parole la sera, prima di andare a letto e tentare di ricordarle al mattino). Il potenziamento della memoria è coerente con la maggior durata del sonno profondo, fase in cui si consolidano i ricordi.

Le successive analisi

Da successive e ulteriori analisi in laboratorio è inoltre emerso che gli effetti del movimento ondulatorio (della culla o di un’amaca ad esempio) sono mediati dall’orecchio interno che trasferisce l’informazione del movimento al cervello. Secondo i ricercatori un giorno potrebbe essere anche essere possibile “ricostruire” chimicamente gli effetti prodotti dal movimento basculatorio in modo artificiale (ad esempio con l’uso di alcuni farmaci), andando a stimolare le stesse aree neurali attivate dal movimento ondulatorio. Questo potrebbe aiutare chi soffre di insonnia ma anche gli anziani con problemi di memoria.

 

La parola del pediatra

“Questi studi realizzati sugli adulti e sugli animali ci spiegano quanto non solo i bambini abbiano bisogno di essere cullati per garantire loro una miglior qualità del sonno”, afferma Nuara. “Per il bambino, soprattutto quello allattato al seno, è normale addormentarsi tra le braccia della mamma, sul grembo che lo ha ospitato ancor prima che nascesse. Il calore, l’odore, il suono del battito cardiaco e dei movimenti intestinali del genitore sono di conforto per il bambino. E questo garantisce una miglior qualità del sonno che, se corretto per qualità e quantità, è importante per il corretto sviluppo cognitivo del bambino”.

“I genitori non devono pertanto aver timore di ‘viziare’ il bambino tenendolo in braccio e cullandolo. – rassicura il pediatra -. É una abitudine che egli ha acquisito già nella pancia della mamma e che avrà risvolti positivi sullo sviluppo psichico e intellettivo del bambino. D’altronde il lattante non ha vizi ma solo manifestazioni di disagio o necessità che il genitore ha il compito di assecondare e nessun vantaggio ad ignorare”.“Ora poi che, grazie a questi recenti studi, abbiamo scoperto che anche gli adulti hanno bisogno di essere cullati, a maggior ragione non ci vedremo nulla di male a cullare i nostri bambini”. “Colgo l’occasione per raccomandare invece di non ‘shakerare’ i bambini come dei cocktail quando piangono. Questa attività è inutile e può provocare la sindrome da scuotimento al bambino, con conseguenze neurologiche anche gravi”.