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In Salute

Ipocondria: i segnali per riconoscerla

L’ipocondria, comunemente intesa come la malattia di chi ha paura di ammalarsi, ha uno stretto rapporto con l’ansia. L’ipocondria è un disturbo da ansia di malattia che non si rivolge tanto alla preoccupazione per i sintomi (assenti o se presenti di lieve entità), quanto al timore di avere o di contrarre una malattia. 

L’ipocondria non è un disturbo banale e laddove si sviluppano paure intense o timori ipocondriaci, è utile ricorrere all’aiuto di uno specialista.

Approfondiamo l’argomento con il dottor Francesco Cuniberti, specialista presso il Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X

Ipocondria: come riconoscerla

“Le persone ipocondriache sono portate a interpretare sensazioni fisiche normali in modo eccessivo arrivando a viverle con intensa paura. Al primo segnale del proprio corpo, percepito come diverso dal normale, scatta una sensazione di pericolo o di allarme con l’idea di poter sviluppare o di avere una grave malattia”, spiega il dottor Cuniberti. 

Non si conosce ancora l’origine certa dell’ipocondria, ma sappiamo che è necessaria una predisposizione biologica e che si sviluppa frequentemente nei giovani, senza distinzione tra maschi e femmine. Anche il contesto familiare gioca un suo ruolo, soprattutto quello in cui vi è un’attenzione sproporzionata verso la salute e le malattie in genere. Questo può portare alla comparsa di atteggiamenti e comportamenti iperprotettivi, anche con lo sviluppo successivo di veri e propri disturbi d’ansia o di panico

La persona sviluppa nel tempo un’iper attenzione verso il proprio stato di salute, eseguendo continuamente una valutazione del proprio corpo alla ricerca di possibili segnali di allarme che giustifichino le sue preoccupazioni rispetto a essere ammalato.  Con il passare del tempo, questo atteggiamento influenza pesantemente ogni aspetto della vita e prosegue anche nell’età adulta. 

Oltre alla forte paura di contrarre malattie, l’ipocondria si può riconoscere nelle persone che tendono a: 

  • richiedere esami per avere la diagnosi di una patologia non ancora diagnosticata
  • consultare più medici e cambiare spesso medico curante perché insoddisfatte dalle rassicurazioni degli specialisti
  • prenotare frequenti visite e analisi di controllo
  • parlare del proprio stato di salute in molte situazioni, anche a sproposito
  • misurarsi spesso la pressione sanguigna
  • fare ricerche autonome sul web per autodiagnosticarsi malattie
  • ricerca di rassicurazione continua e attenzione da parte dei familiari

“In alcuni casi può anche arrivare ad evitare qualunque esame medico per la paura intensa di ricevere una  conferma ai suoi timori riguardo la propria salute”, prosegue lo specialista. 

Ipocondria: l’importanza della fiducia e alleanza terapeutica medico-paziente

In genere, la persona arriva alla visita al centro perché spinta dai familiari. Per affrontare il percorso di cura, il paziente deve innanzitutto sentirsi a proprio agio con il medico nel discutere le preoccupazioni sulla propria salute: a causa del fatto che dopo tanto tempo il paziente si sente continuamente giudicato e non capito da chi gli è vicino, è fondamentale che si sviluppi un buon rapporto di fiducia e un’alleanza terapeutica forte medico-paziente così da affrontare queste sensazioni che sono di difficile controllo nonostante la buona volontà dello stesso paziente. 

«In genere, la terapia per l’ipocondria prevede un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) e, solo in casi specifici, anche terapie psicofarmacologiche, come gli antidepressivi inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI) e gli inibitori del reuptake della serotoninanoradrenalina (SNRI). Con la psicoterapia si andranno a trattare le convinzioni cognitive disadattive e disfunzionali, si affronteranno le abitudini del paziente legate all’eccessiva ricerca di segni di malattia, ed educandolo  verso le normali sensazioni del corpo e le loro normali variazioni». 

Infine, al paziente verranno forniti consigli pratici per imparare a ridurre l’ansia, come:

  • attività fisica giornaliera
  •  una corretta alimentazione
  • l’attenzione a evitare eccessi verso sostanze eccitanti come caffè, bevande energizzanti
  • eliminare il fumo.