Può capitare, in particolare alle donne e soprattutto se in sovrappeso, che piedi e caviglie si gonfino e le gambe diventino stanche e pesanti, magari in ambienti troppo caldi e umidi o indossando scarpe con tacchi troppo alti.
Si potrebbe pensare che, in caso di questi disturbi, sia meglio evitare di camminare e cercare sollievo mettendosi a riposo, ma non è la soluzione ideale. Ne parliamo con il dottor Dario Monti, chirurgo vascolare e angiologo di Humanitas San Pio X.
«Quando per diversi motivi si è costretti a rimanere a lungo in piedi o seduti, alzarsi e camminare oppure, se non è possibile, contrarre e rilasciare i muscoli dei polpacci aiuta ad alleviare il gonfiore alle gambe perché favorisce il ritorno venoso del sangue al cuore. In questo modo si riduce la stasi venosa, responsabile del gonfiore nella parte inferiore della gamba, e quindi migliora la sensazione di pesantezza delle gambe. La stasi venosa, ovvero il ristagno di sangue nelle vene, si deve alla perdita di elasticità delle pareti delle vene, che altera il meccanismo di ritorno del sangue dagli arti inferiori al cuore e ai polmoni. Questo determina la formazione di varici», spiega il dottor Monti.
Teleangectasie e vene varicose: i fattori di rischio
Le varici, dette anche vene varicose, sono causate da malattie del sistema venoso superficiale degli arti inferiori, tra cui le teleangectasie, ossia la dilazione delle piccole venule che diventano gonfie e dolorose.
La caratteristica forma tortuosa e il colore bluastro delle varici sono dovuti alla perdita di elasticità e ristagno venoso, a causa del fatto che vene e venule si dilatano in modo permanente, gonfiandosi e diventando dolorose al tatto.
«La malattia del sistema venoso si può associare a un’alterazione del sistema linfatico degli arti inferiori che contribuisce ad aumentare il gonfiore delle varici e la pesantezza delle gambe, con crampi notturni, prurito e dolore agli arti inferiori», prosegue il dottor Monti. «Esistono fattori di rischio che predispongono alla malattia del sistema venoso superficiale come l’età e la familiarità. Se in famiglia ci sono casi di varici, aumenta il rischio di sviluppare la malattia, specie se non si tengono sotto controllo i fattori di rischio associati allo stile di vita come obesità e sovrappeso, l’abitudine al fumo, la sedentarietà. Infine, anche le attività lavorative che richiedono di stare a lungo in piedi, specie in ambienti caldo-umidi, aumentano il rischio di sviluppare la malattia venosa».
Alcuni consigli per dare sollievo alle gambe
Anche se non esiste un metodo che possa prevenire la comparsa delle vene varicose, alcuni comportamenti, adottati a ogni età, aiutano a migliorare la circolazione sanguigna in chi soffre di varici e a ridurre il rischio di perdita di elasticità delle vene:
- Mantenersi attivi e svolgere esercizio fisico con regolarità: camminare, nuotare, andare in bicicletta sono attività che aiutano la circolazione e la perdita di peso.
- Controllare il peso, evitando sovrappeso e obesità.
- Seguire una dieta sana: l’estate può essere l’occasione per aumentare il consumo di cibi ad alto contenuto di fibre come verdure e frutta, cereali integrali (farro, orzo, riso integrale, miglio). Da evitare i cibi troppo salati.
- Scegliere le scarpe giuste: con il caldo, meglio evitare l’uso prolungato di tacchi alti, che contribuiscono ad aumentare la stasi venosa
- Ridurre o evitare il fumo di sigaretta, fattore di rischio per le malattie del sistema venoso.
- Cambiare spesso posizione: stare seduti o in piedi per troppe ore consecutive, infatti, peggiora i sintomi delle varici. «Quando si è obbligati a restare a lungo in piedi, per lavoro ma anche quando si aspetta l’arrivo del bus sotto al sole estivo, contrarre e rilasciare i muscoli dei polpacci mentre si è in piedi favorisce il ritorno venoso dalle gambe al cuore, riducendo la stasi venosa e il gonfiore alle gambe. Invece, se si è costretti a stare tante ore seduti, per esempio durante in viaggio in aereo, cercare di sollevare gli arti posizionando i piedi su un piccolo rialzo o un cuscino», conclude lo specialista.