La visita epatologica permette di esaminare eventuali patologie a carico del fegato, delle vie biliari e della colecisti.
È raccomandata quando una persona riscontra, ad esempio, da un esame del sangue, alterazioni dei valori ematochimici della funzionalità epatica o manifesta sintomi che potrebbero indicare condizioni patologiche quali steatosi, epatiti, cirrosi, tumori epatici o delle vie biliari.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Laura Cassarà, specialista in Malattie del fegato e del ricambio presso i centri medici Humanitas Medical Care.
Malattie del fegato e delle vie biliari: quali sono?
Le patologie più comuni e quindi più facilmente riscontrabili nella popolazione sono principalmente:
- Calcolosi della colecisti
- Steatosi epatica (particolare quadro clinico, riscontrabile tramite esecuzione di ecografia addominale, caratterizzato da ingrossamento del fegato più o meno significativo e da accumulo di grassi al suo interno causato verosimilmente da una dieta scorretta)
- Angiomi epatici
- Epatiti di origine virale, sia pregresse che attuali
- Epatopatia cronica, come ad esempio la cirrosi epatica, che potrebbe anche provocare la presenza di liquido nell’ addome (ascite).
Quando fare una visita epatologica?
È consigliabile sottoporsi a una visita epatologica se si manifestano i seguenti sintomi:
- Dolore a livello dell’addome superiore, soprattutto sul lato destro
- Difficoltà nella digestione
- Nausea
- Ittero (colorazione giallastra della pelle e della parte bianca degli occhi);
- Valori anomali nelle analisi del sangue (colesterolo, trigliceridi, transaminasi, gamma GT, bilirubina totale e frazionata, ALP).
In presenza di queste condizioni, una visita specialistica epatologica può valutare e/o sospettare la presenza di calcolosi della colecisti o delle vie biliari, epatiti, ingrossamento del fegato e presenza di ascite, ovvero di accumulo di liquido nell’addome causato da cirrosi.
Come si svolge la visita epatologica?
Durante la visita epatologica, che dura circa 20-30 minuti, il medico, dopo un’attenta anamnesi, esegue un esame fisico della persona per individuare eventuali segni come l’ingrossamento del fegato, la presenza di ascite o la dolorabilità addominale.
Gli esami che potrebbero essere richiesti per una migliore diagnosi includono:
- Ecografia dell’addome superiore per individuare la presenza di calcoli nella colecisti o nelle vie biliari, valutare le dimensioni del fegato e escludere o confermare la presenza di steatosi, ascite o tumori
- Fibroscan, particolarmente utile in caso di sospetta cirrosi
- Tomografia assiale computerizzata (TAC) e/o risonanza magnetica addominale, raccomandati se gli esami precedenti non forniscono informazioni sufficienti per una diagnosi precisa.