Gastroenterologia

Quando l’intestino diventa pigro

Argomenti

Le vacanze spesso possono determinare cambiamenti che influiscono sulle abitudini intestinali causando in alcuni casi problemi di stitichezza. Questo disturbo può verificarsi anche dopo il ritorno a casa, soprattutto nei primi giorni. La causa principale è il cambiamento d’ambiente: variazioni climatiche, nuove abitudini alimentari e minore idratazione causata dal caldo possono provocare un rallentamento delle funzioni intestinali, rendendo difficoltosa l’evacuazione. Si avverte così un senso di indisposizione e di pesantezza, a volte accompagnato da diminuzione dell’appetito, nervosismo, gonfiore e crampi addominali. Il dott. Emanuele Meroni, caposezione dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Humanitas, spiega come affrontare questo disturbo e quali rimedi adottare.

Come prevenire il disturbo?
“Anziché ricorrere subito ai lassativi, è preferibile avere un po’ di pazienza e attendere senza timore che le funzioni intestinali si regolarizzino spontaneamente, cosa che può avvenire anche dopo qualche giorno – afferma il dottor Emanuele Meroni. Nel frattempo si possono stimolare le funzioni intestinali scegliendo una dieta adeguata. Verdura e frutta (soprattutto prugne, kiwi, albicocche) hanno funzioni lassative naturali perché ricche di fibre vegetali e acqua. L’apporto di fibre è assicurato anche da legumi, cereali, pasta e pane integrali. Per combattere la stitichezza è inoltre importante bere molto se non controindicato da altre patologie: acqua in primo luogo (almeno due litri al giorno), ma anche tè, succhi di frutta, frullati, verdure centrifugate, così da favorire l’idratazione e l’aumento di volume del contenuto intestinale e quindi l’evacuazione. Ultimo consiglio: svolgere con regolarità attività fisica, come camminare o andare in bicicletta e fare un po’ di ginnastica”.

Un aiuto dai lassativi
“Se la stipsi e il senso di malessere persistono – afferma Meroni – è sempre possibile ricorrere a un blando lassativo per svuotare l’addome. La scelta può variare da soggetto a soggetto, dato che ogni persona risponde differentemente ai singoli prodotti per la cura della stipsi. In linea di massima è meglio evitare le sostanze irritanti come i derivati della senna, preferendo mucillagini idrofiliche o il lattulosio perché funzionano entrambi richiamando acqua nell’intestino. Così, infatti, viene aumentato il volume della massa fecale e la sua fluidità. Per risolvere i sintomi della stipsi occasionale, durante la sua fase acuta, si può ricorrere occasionalmente anche a stimolanti locali (come microclismi di camomilla e glicerina o supposte di glicerina) che si acquistano in farmacia e non hanno effetti collaterali importanti. Se la stipsi persiste è comunque meglio ricorrere alla valutazione clinica dello specialista”.

Intestino pigro dei più piccoli
L’intestino dei bambini è molto sensibile al cambiamento di temperatura, di stagione e di clima, perciò è abbastanza facile che con il caldo si impigrisca, soprattutto durante questo periodo. Non è il caso di preoccuparsi eccessivamente, dato che di solito questo disturbo scompare nel giro di pochi giorni, giusto il tempo di abituarsi al nuovo ambiente o riabituarsi ai propri ritmi. Se il piccolo non evacua per uno o due giorni non vi sono conseguenze, ma se la costipazione dura più a lungo, oppure le feci sono dure e poco consistenti e il bimbo fatica e si sforza ad evacuare, allora la stitichezza può anche provocare dolori addominali. Per rimediare può essere sufficiente fargli bere più liquidi e introdurre nell’alimentazione frutta, verdura e fibre in modo da facilitare la motilità intestinale. Meglio evitare, per quanto possibile, di ricorrere ai lassativi, a cui il bambino potrebbe abituarsi. Solo quando è davvero necessario (per esempio in caso di stitichezza ostinata) è possibile ricorrere a lassativi blandi. Consigliati sono quelli zuccherini, come il lattosio il cui uso regolare, in tempi brevi, consente di normalizzare la funzionalità intestinale del bambino senza causare effetti collaterali.

A cura di Claudio Buono