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Gastroenterologia

Colon irritabile e alimentazione: attenzione alle bibite gassate

La sindrome del colon irritabile è un disturbo gastrointestinale funzionale che colpisce in particolare le persone di sesso femminile, soprattutto tra i 20 e i 50 anni. Questo disturbo si manifesta con fastidi o dolori addominali, associati a modificazioni della funzione intestinale e accompagnati da gonfiore o sensazione di distensione addominale.

Cosa mangiare in caso di colon irritabile? E come regolarsi con le bibite gassate?

Ne parliamo con il dottor Benedetto Mangiavillano, responsabile della Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Humanitas Mater Domini.

Quali sono i sintomi del colon irritabile?

I sintomi della sindrome del colon irritabile possono manifestarsi in modi diversi e possono variare da persona a persona. 

Tra i sintomi più comuni vi sono dolori addominali, gonfiore addominale, e la presenza di gas nell’intestino (meteorismo). L’irregolarità intestinale è un altro sintomo comune: alcuni individui possono sperimentare costipazione, mentre altri possono avere episodi di diarrea.

Intestino irritabile: cosa mangiare e cosa evitare?

In generale, è consigliabile consumare almeno due litri di acqua naturale al giorno, soprattutto per coloro che soffrono di stitichezza, al fine di evitare la formazione di gas che contribuiscono alla sensazione di gonfiore e meteorismo. È preferibile bere lontano dai pasti.

Per quanto riguarda l’alimentazione, la dieta “low FODMAP” (Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides, and Polyols) può aiutare a limitare i sintomi. Questa dieta prevede la riduzione o l’eliminazione di zuccheri scarsamente digeribili, come gli oligosaccaridi e i monosaccaridi, nonché di tutte le sostanze che possono aumentare il richiamo di acqua nell’intestino. In generale, è consigliato evitare alimenti che favoriscono la fermentazione, come il latte vaccino, lo yogurt, i legumi, i carciofi, gli asparagi, i funghi, le mele, le pesche, le albicocche, le ciliegie, l’anguria e i pistacchi, oltre alla birra.

D’altro canto, è consigliabile consumare pesce, carne, riso, quinoa, uova, tofu, banane, fragole, carote, patate, pomodori, zucchine, melanzane e formaggi stagionati.

Ogni persona ha una tolleranza individuale agli alimenti, pertanto è importante seguire i consigli del gastroenterologo per ricevere le indicazioni più appropriate per la propria alimentazione.

Infine, è fondamentale non trascurare l’importanza di dedicarsi a un’attività fisica costante, che comporta benefici anche per la salute dell’intestino.

Attenzione alle bibite gassate 

Oltre a prestare attenzione alla scelta degli alimenti, è possibile che alcune persone sperimentino una recrudescenza dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile anche dopo aver consumato pasti più abbondanti. Per evitare di dover affrontare i sintomi, è consigliabile tenere traccia dei momenti in cui si manifestano i disturbi e annotare ciò che è stato mangiato o bevuto. 

Alcune bevande, come le bibite zuccherate e gassate che spesso sono apprezzate durante l’estate, possono provocare disturbi nelle persone con intestino irritabile per vari motivi: 

  • Prima di tutto, è importante notare che l’organismo non tollera bene le bevande fredde o ghiacciate quando esposto a temperature ambientali molto elevate. Questo può causare una sensazione di congestione e non è ben sopportato dal tratto digestivo sensibile dei pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile.
  • Inoltre, è importante considerare che le bevande gassate aumentano la sensazione di gonfiore allo stomaco e all’addome. Da non trascurare, gli zuccheri presenti in queste bevande stimolano la fermentazione da parte della flora batterica, con conseguenti sintomi spesso riportati dai pazienti, come meteorismo, borborigmi e, in alcuni casi, episodi di dissenteria.

Non è necessario eliminarle completamente, ma è meglio limitarne il consumo e berle lentamente. L’opzione migliore rimane sempre l’acqua fresca, evitando di berla gelida. Le tisane benefiche per l’intestino possono essere consumate a temperatura tiepida durante l’estate.