Ricotta di bufala
Che cos’è la ricotta di bufala?
Si tratta di un prodotto che viene ottenuto dal siero di latte di bufala, ossia dalla parte liquida che – durante la produzione dei formaggi di bufala – si separa dalla cagliata. Non è, quindi, un formaggio, bensì un latticino. Ne esiste anche una DOP (denominazione di origine protetta): si tratta della ricotta di bufala campana, prodotta nel corso della lavorazione della mozzarella di bufala campana DOP.
Quali sono le proprietà nutrizionali?
100 g di ricotta di bufala apportano 212 calorie ripartite circa come segue:
73% da lipidi
20% da proteine
7% da carboidrati
Nello specifico, 100 g di ricotta di bufala contengono:
67,3 g di acqua
17,3 g di lipidi, fra cui acidi grassi saturi e colesterolo
10,5 g di proteine
3,7 g di carboidrati disponibili (zuccheri semplici)
Tra i minerali e le vitamine, 100 g di ricotta di bufala apportano:
380 mg di fosforo
340 mg di calcio.
Quando non mangiare la ricotta di bufala?
I latticini non devono essere assunti contestualmente alla ciprofloxacina e alle tetracicline. Per questo motivo, in caso di dubbi è bene chiedere consiglio al proprio medico.
Reperibilità della ricotta di bufala
E’ reperibile sul mercato tutto l’anno.
Possibili benefici e controindicazioni
E’ un latticino più calorico e più ricco di grassi rispetto alla ricotta di vacca e quella di pecora. Dal punto di vista nutrizionale si tratta di una fonte di proteine di elevata qualità elevata, ma non bisogna scordare che, insieme alle sue proteine, si assumono anche colesterolo e grassi di tipo saturo: entrambi questi lipidi, se assunti in eccesso, possono rappresentare un pericolo per la salute del sistema cardiovascolare.
Fra gli altri nutrienti, apporta buone dosi di fosforo e calcio. Questo latticino può quindi essere considerato un alleato della salute di denti ed ossa.
Disclaimer
Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre consigliabile affidarsi al consulto del proprio curante o di un esperto di nutrizione.