Sono 3.250 le persone cui viene diagnosticata l’allergia causata dalla pianta di ambrosia, pari al 54% delle pollinosi e al 38% di tutte le allergie respiratorie manifestate. Uno studio condotto dall’Asl Milano 1, in collaborazione con l’ambulatorio di allergologia dell’ospedale di Magenta, ha evidenziato che il territorio dell’Asl Milano 1 è una delle aree più infestate da ambrosia in Europa e quella più infestata in Italia. Nel 2013 almeno il 16,4% della popolazione residente nella fascia di Comuni compresa tra il basso Varesotto, l’alto Milanese, il Magentino e il Rhodense era allergica all’ambrosia, con un trend in aumento e un’elevata percentuale di asmatici (circa il 40%).
Abbiamo chiesto chiarimenti sul tema alla dottoressa Francesca Puggioni, pneumologa presso l’Unità Operativa di Medicina Interna e Pneumologia di Humanitas.
Come mai questa particolare localizzazione in Lombardia?
«Per quanto riguarda la diffusione dell’Ambrosia nel nord Italia e in particolare nella nostra zona, dipende dal fatto che l’ambrosia, che appartiene alla famiglia delle composite, non è una pianta autoctona italiana ma è stata portata dagli aerei americani circa una ventina di anni fa. Infatti, nei primi anni 90, quando si sono verificate le prime sensibilizzazioni all’ambrosia si era notato che la diffusione sul territorio seguiva le rotte aeree verso l’aeroporto di Milano».
Quando fiorisce e come si manifesta nei soggetti che ne soffrono?
«L’Ambrosia fiorisce dalla fine di agosto fino anche alla prima metà di ottobre. Il periodo in cui può dare maggiori sintomi di solito è la prima quindicina di settembre. Spesso chi è sensibilizzato ai pollini di ambrosia non soffre di altre forme di allergia e sperimenta per la prima volta i disturbi tipici di un’allergia proprio in occasione dei primi freddi, a volte scambiando la sintomatologia allergica con quella del comune raffreddore».
Quali consigli possiamo dare a chi soffre di allergie?
«Innanzitutto di evitare l’assunzione di camomilla, olio di semi di girasole e tarassaco che danno allergia crociata con i pollini di Composite. Il vecchio metodo della nonna degli impacchi di camomilla in caso di congiuntivite, ad esempio, può portare a reazioni allergiche anche intense e pericolose. Il consiglio è quello di osservare bene la sintomatologia: occhi arrossati, lacrimazione e prurito oculare, starnutazione a salve, ostruzione nasale o rinorrea, in molti casi anche senso di affanno respiratorio e sibili durante l’espirazione devono far pensare a una causa diversa da quella virale del comune raffreddore. Se poi la sintomatologia si ripete ogni anno al rientro dalle vacanze è consigliabile una valutazione specialistica per identificare la causa dei sintomi, perché molto probabilmente si tratta di una sensibilizzazione allergica. L’esecuzione dei prick test per i più comuni pneumoallergeni, inoltre, servirà a escludere anche allergie verso spore di muffa, diffuse nell’aria nello stesso periodo dell’anno».
Risposte della dottoressa Francesca Puggioni Pneumologa presso l’UO di medicina Interna e Pneumologia |
A cura di Simona Camarda