Un calo di pressione può capitare, soprattutto in estate, durante le giornate molto calde. Ma perché si verifica un abbassamento della pressione? E cosa fare?
La pressione arteriosa è sottoposta a una stretta regolazione da parte del sistema nervoso autonomo. Quando siamo fermi a riposo, i valori pressori sistolici (cioè la cosiddetta “massima”), sono compresi tra 100 e 125 mmHg e quelli di diastolica (la “minima”) tra 80 e 90 mmHg. Tuttavia la pressione arteriosa può facilmente aumentare e superare i valori di 180/100 mmHg durante un esercizio fisico intenso soprattutto se di tipo isometrico, come avviene quando solleviamo con le braccia un peso importante.
Il professor Raffaello Furlan, cardiologo e Responsabile di Clinica Medica in Humanitas, ci spiega cosa avviene nel nostro corpo quando si verifica un calo di pressione.
Cosa accade quando si ha un calo di pressione?
“Può capitare, favorita da particolari situazioni come la presenza di una elevata temperatura ambientale con alti tassi di umidità relativa, magari subito dopo aver eseguito uno sforzo fisico, che i meccanismi nervosi che regolano la pressione siano transitoriamente inefficaci nel mantenere una adeguata pressione sanguigna. Infatti se l’ambiente a noi circostante presenta una temperatura elevata, l’organismo attraverso una vasodilatazione periferica sposta una quota consistente di sangue nel distretto vascolare periferico sottocutaneo per favorire la termo dispersione, con un meccanismo analogo a quello del radiatore delle auto. Se tuttavia l’individuo presenta una massa sanguigna circolante ridotta perché ad esempio ha già sudato molto e non ha bevuto a sufficienza, oppure è un anziano che sta assumendo farmaci diuretici che favoriscono la perdita di liquidi, l’incremento del flusso sanguigno sottocutaneo si traduce in una ipotensione arteriosa, cioè un abbassamento di pressione, che può appunto provocare stanchezza, fatica, cardiopalmo (perché il cuore tende a compensare l’abbassamento di pressione con una tachicardia riflessa), vertigine, fino a casi di perdita di coscienza conclamata”.
La termoregolazione
“Il nostro organismo per poter funzionare adeguatamente ha la necessità di mantenere la temperatura corporea del “core” (cioè quella interna all’organismo) stabile, tollerando cioè solo oscillazioni comprese tra i 36.00 e 40.00°C in periferia. Ogni nostra attività produce calore che deve essere disperso, pena l’incremento progressivo della temperatura corporea che è incompatibile con i processi enzimatici necessari per la vita. Noi disperdiamo calore da un lato incrementando la sudorazione e dall’altro portando appunto più sangue nel distretto cutaneo in modo da favorire l’evaporazione del sudore che ci “raffredda”. Il raffreddamento è un meccanismo così critico per la nostra vita che l’organismo privilegia quest’ultimo, in condizioni ambientali caldo-umide, anche al prezzo di una ipotensione secondaria”.
Calo di pressione, chi colpisce?
“A esserne colpiti sono soprattutto i soggetti che già soffrono di pressione bassa, in particolare le donne dai 16 ai 28 anni. Per evitare il calo di pressione è consigliabile bere molta acqua, mangiare un po’ più salato ed evitare di dedicarsi ad attività intense nelle ore più calde della giornata”.
Cosa fare in caso di comparsa dei sintomi suggestivi di un calo di pressione?
È indispensabile sedersi subito e nel caso questo non porti alla scomparsa dei sintomi, sdraiarsi. Un bicchiere d’acqua è spesso la miglior medicina. Bisogna ricordare che un bicchiere d’acqua, un rimedio che sicuramente continuerebbe a consigliare la nostra nonna, si è recentemente dimostrato avere la capacità di incrementare la pressione arteriosa attraverso l’attivazione di osmorecettori epatici in collegamento con afferenze nervose simpatiche.