Freddo e smog, due nemici della nostra pelle, che d’inverno è davvero sotto pressione. E che spesso diventa secca, screpolata, pruriginosa. Le cause? Da una parte smog e polveri che, soprattutto in città, si depositano sulla pelle rendendola più sensibile e irritabile e ostacolandone la normale rigenerazione. Dall’altra, la diminuita produzione di grassi (lipidi) da parte della cute durante la stagione fredda. Ma non solo; i meccanismi che inducono la secchezza della pelle sono complessi e anche i rimedi non sono di facile intuizione. Cerchiamo di capirne di più con l’aiuto dei professionisti di Humanitas.
Che cosa succede alla nostra pelle d’inverno?
Durante i mesi invernali la pelle rallenta le proprie attività, un po’ come fanno le piante: questo è principalmente dovuto al fenomeno di vasocostrizione legato al freddo. In pratica, per trattenere il calore del corpo, il nostro organismo contrae il calibro dei vasi sanguigni della pelle, che diviene pallida e più fredda ma non disperde più calore all’esterno. Il meccanismo della vasocostrizione, tuttavia, può mettere in difficoltà la pelle stessa che, ricevendo meno nutrimento dal sangue, rallenta i propri processi: tra questi, la produzione di grassi (lipidi) in grado di trattenere l’acqua.
E’ questa l’unica causa della secchezza della cute?
.No. Oltre alla vasocostrizione, all’origine della pelle secca possono esserci anche i lavaggi frequenti – soprattutto se si utilizzano saponi – il vento, l’umidità relativa bassa, la permanenza a lungo in ambienti condizionati, l’uso di profumi alcolici, la frequentazione di piscine.
Ancora, la secchezza della pelle può essere dovuta a malattie come quelle della tiroide, all’uso di farmaci come il cortisone, all’uso di chemioterapici in caso di neoplasie.
Infine, anche semplicemente l’età può essere una causa: nell’invecchiamento, infatti, la cute diviene fisiologicamente più secca. E anche i bambini sono più sensibili all’inverno, almeno fino ai tre anni di età.
Quali i possibili rimedi?
Prevenzione e trattamento. Prevenzione significa diminuire la frequenza dei lavaggi e utilizzare al posto dei saponi le creme da lavaggio, prodotti che non fanno schiuma e lavano come un comune detergente ma lasciano la pelle morbida.
Il trattamento della pelle secca è invece più complesso. In passato si riteneva che una delle cause di secchezza cutanea fosse la mancanza d’acqua, e che quindi un rimedio fosse bere di più durante la giornata. Gli ultimi studi hanno invece dimostrato che non vi è relazione tra secchezza della pelle e quantità d’acqua che si beve. Sempre in passato, come rimedio, si utilizzavano creme o unguenti contenenti sostanze definite ‘idratanti’ come la glicerina o l’urea. Recentemente è stato però dimostrato che queste sostanze, invece di cedere acqua, la trattengono e quindi sono ‘idratanti’ per se stesse ma non per la pelle. Le cose sono cambiate quando si è capito che, attraverso la cute, vi è un continuo passaggio d’acqua in forma di vapore, da non confondere con la sudorazione: di media, perdiamo mezzo litro d’acqua al giorno, ma in condizioni patologiche possiamo raddoppiare la perdita. Attraverso l’‘evaporimetro’ – uno sofisticato strumento in grado di misurare esattamente quanta acqua perdiamo – si è dimostrato che chi ha la pelle secca perde più acqua. Si è capito quindi che la secchezza non è dovuta alla carenza d’acqua ma alla sua perdita eccessiva. Queste scoperte hanno rivoluzionato il modo di trattare il problema: non si utilizzano più le creme idratanti ma gli unguenti autoidratanti. Si tratta di particolari unguenti sintetici, formati da sostanze chiamate polietilenglicoli, in grado di trattenere parte dell’acqua che evapora riducendo la perdita e restituendo morbidezza alla cute. Con gli unguenti autoidratanti oggi si può porre rimedio anche alle gravi e fastidiose secchezze di labbra, mani e gambe che prima rappresentavano un problema per i pazienti e i dermatologi.